D. LGS. 494/1996

I recenti accadimenti riportano, come ormai consuetudine periodica, l'attenzione sulla sicurezza dei cantieri edili. Non conosciamo ancora le cause dell'ult...

29/06/2006
I recenti accadimenti riportano, come ormai consuetudine periodica, l'attenzione sulla sicurezza dei cantieri edili.
Non conosciamo ancora le cause dell'ultimo funesto episodio che ha smosso gli animi delle più alte Autorità, ma ben note sono le statistiche dove primeggiano fra le cause mortali le cadute dall'alto e mancanza dei requisiti minimi di sicurezza, per non parlare della mancanza di una utilizzazione corretta e diffusa dei D.P.I.

Le norme relative alla sicurezza dei cantieri, dal D.Lgs. 494/1996 ed i successivi atti normativi, hanno introdotto un cambio culturale nella gestione della sicurezza: non un elenco più o meno completo di divieti ed obblighi da seguire, ma l’introduzione del Coordinatore alla Sicurezza quale progettista ed applicatore di un piano specifico x ogni cantiere.

Professionisti ingessati da coefficienti e limiti per la progettazione, si trovano senza gli abituali parametri "di legge" liberi di applicare il proprio ingegno. Una liberta cercata nella progettazione ed imposta in ambito della sicurezza.

Sono poi seguite norme nazionali e regionali quali indicazioni di requisiti minimi o disposizioni di dettaglio (come per i lavori in quota a cura della Regione Toscana), ma resta centrale il ruolo del coordinatore nella sua unicità di incarico per ogni cantiere.
A tal proposito, per disposizione di legge vengono indottrinati i professionisti per l'abilitazione, ma anche datori di lavoro e rappresentanti dei i lavoratori.

In questa filiera, di cui è attore anche chi vi scrive, non si devono vedere solo nuove opportunità di ulteriori incarichi, ma la consapevolezza di un onere sociale molto importante.
Non sempre si riesce in questo obiettivo, forse anche poco ricercato; in cantiere è più spesso riconosciuto e rispettato il coordinatore quale parafulmine dell’inadempienze più che il "maestro" da seguire ai fine della sicurezza.

C’è una distanza fra chi opera e chi sa, fra chi lavora e chi frequenta i corsi. Troppo alto, rispetto ai cantieri, forse ruota il mondo degli addetti alla sicurezza?

Certo è che esperienze come quelle realizzate dal Comitato Paritetico Territoriale di Lucca azzerano queste distanze portando "il sapere" all'interno di ogni singolo cantiere. Oltre ai corsi specifici e la fornitura di D.P.I. uniformati che creano già "gruppo" fra gli operatori, ci preme evidenziare che con un spiccata iniziativa e disponibilità di tutti i protagonisti, il CPT di Lucca (www.cptlucca.it) ha realizzato su un mezzo ruotato una vera e propria aula didattica pluriaccessoriata che si apre direttamente nei cantieri: progetto "FORMCANT" Formazioni nei Cantieri. Con un protocollo standard, effettuata una visita del cantiere fotografandone la realtà, direttamente in cantiere con gli operatori appena incontrati nei ponteggi, i bravi tecnici del CPT montano una presentazione digitale ed illustrano cosa non va in quel cantiere e come rimediare: non teorie varie, ma fatti concreti calati nelle singole realtà.

Nella catena della sicurezza basterebbe rendere obbligatorio questo anello con il cantiere per incominciare a diffondere fattivamente la cultura della sicurezza, che poi si sposa con la quella della qualità dei lavori. Un obbligo di Legge non ancora disposto, ma una prescrizione del CSE possibile.


a cura di Davide Crovetti
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