Appalti: preoccupazione per il tentativo di reintrodurre il divieto di arbitrato

Ance, Agi, Ancpl ed Oice stigmatizzano che il Governo, con un emendamento al ddl di stabilità - dichiarato inammissibile dalla Commissione Bilancio della Cam...

15/11/2010
Ance, Agi, Ancpl ed Oice stigmatizzano che il Governo, con un emendamento al ddl di stabilità - dichiarato inammissibile dalla Commissione Bilancio della Camera - abbia riproposto il divieto all'arbitrato nel contenzioso in materia di esecuzione dei contratti pubblici.
Le medesime Associazioni ricordano che tale divieto, introdotto nel 2007 dal precedente Governo, è stato soppresso dal Governo attuale - peraltro ponendo un tetto molto basso ai compensi dei collegi arbitrali - per il riconoscimento dell'irrinunciabilità dell'arbitrato sia per ragioni di giustizia, sia per non scoraggiare l'investimento di capitali privati in infrastrutture.
Il rinvio del contenzioso sui contratti pubblici al giudice ordinario equivale infatti, data la crisi gravissima della giustizia civile, ad una denegata giustizia e i privati non accetterebbero di rischiare i propri capitali in investimenti non assistiti da validi strumenti di composizione delle controversie.
Ance, Agi, Ancpl ed Oice sottolineano inoltre che il riferito tentativo, già grave per ragioni di merito, lo è anche per ragioni di metodo. Presso il Ministero delle Infrastrutture è stato infatti istituito ed è da tempo funzionante, per volere del Ministro, un Tavolo tecnico al quale le categorie imprenditoriali e le pubbliche Amministrazioni si confrontano sistematicamente per individuare modifiche al codice dei contratti pubblici che rendano più funzionale il quadro normativo degli appalti.
A tale Tavolo, non è stata mai ipotizzata la reintroduzione del divieto di arbitrato, che quindi il Governo ha riproposto contravvenendo al metodo del confronto e della concertazione, da esso stesso voluto.
In un'ottica propositiva, finalizzata al rilancio degli investimenti infrastrutturali, Ance, Agi, Ancpl e Oice rivolgono al Governo una pressante sollecitazione affinché la prossima settimana si tenga, dopo oltre tre mesi di inattività, la riunione del Cipe che avrebbe dovuto svolgersi il 5 novembre per l'adozione di fondamentali decisioni attinenti al quadro programmatico e a numerosi e attesi interventi.
Sarebbe una prima positiva, anche se parziale risposta alle istanze degli Stati Generali delle Costruzioni, in vista della manifestazione del 1° dicembre.

Fonte: www.ance.it
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