Governo: Stop agli arbitrati negli appalti

Nel Consiglio dei Ministri di Mercoledì scorso 9 Febbraio, il Governo ha avviato l'esame di un pacchetto di norme, su proposta dei Ministri Calderoli e Tremo...

11/02/2011
Nel Consiglio dei Ministri di Mercoledì scorso 9 Febbraio, il Governo ha avviato l'esame di un pacchetto di norme, su proposta dei Ministri Calderoli e Tremonti, per il rilancio della competitività e per lo sviluppo. Tra l'altro, sembra che nel provvedimento siano inserite alcune norme che cancellano il ricorso all'arbitrato cambiando radicalmente le norme sul contenzioso contenute in atto nel Codice dei Contratti di cui al Decreto Legislativo n. 163/2006.
In verità allo stato attuale è possibile affermare che non si tratta di un provvedimento ma di una ipotesi di provvedimento perché il Consiglio ha rinviato ad un tavolo di concertazione fra i numerosi Ministri interessati la stesura definitiva, che sarà successivamente approvato in una prossima seduta.

Ricordiamo che già nel mese di novembre dello scorso anno il Governo con un emendamento al ddl di stabilità - dichiarato inammissibile dalla Commissione Bilancio della Camera - aveva riproposto il divieto all'arbitrato nel contenzioso in materia di esecuzione dei contratti pubblici e che Ance, Agi, Ancpl ed Oice ne avevano stigmatizzato il comportamento.
Sembrerebbe che nell'attuale testo del provvedimento sia previsto un divieto assoluto dell'arbitrato con la soppressione della Camera arbitrale e che vengano introdotte anche notevoli limitazioni all'istituto dell'accordo bonario previsto all'articolo 240 del Codice dei contratti.
Il ricorso all'accordo bonario dovrebbe essere limitato a contenziosi di maggiori dimensioni ed, infatti, sembra che tale possibilità sarà applicabile soltanto in quei casi in cui l'importo dell'opera possa variare, a causa di riserve, in misura non inferiore al 20% dell'importo contrattuale (in attto tale percentuale definita dal comma 1 dell'articolo 240, è del 10%).

Con buona pace delle organizzazioni imprenditoriali, che sono ancora in attesa di risposte alla manifestazione dell'1 dicembre dello scorso anno (Stati generali delle costruzioni) il contenzioso negli appalti pubblici dovrebbe essere trasferito al giudice ordinario con l'obiettivo di ridurre i costi del contenzioso per la pubblica amministrazione.
Ma in questo momento, il rinvio del contenzioso sui contratti pubblici al giudice ordinario equivarrebbe, data la crisi gravissima della giustizia civile, ad una denegata giustizia e i privati non accetterebbero di rischiare i propri capitali in investimenti non assistiti da validi strumenti di composizione delle controversie.
Nel mese di novembre dello scorso anno, Ance, Agi, Ancpl ed Oice hanno già sottolineato che il tentativo di cancellare l'arbitrato, già grave per ragioni di merito, lo è anche per ragioni di metodo. Presso il Ministero delle Infrastrutture è stato infatti istituito ed è da tempo funzionante, per volere del Ministro, un Tavolo tecnico nel quale le categorie imprenditoriali e le pubbliche Amministrazioni si confrontano sistematicamente per individuare modifiche al codice dei contratti pubblici che rendano più funzionale il quadro normativo degli appalti.
A tale Tavolo, non è stata mai ipotizzata la reintroduzione del divieto di arbitrato, che quindi il Governo ha riproposto contravvenendo al metodo del confronto e della concertazione, da esso stesso voluto.

A cura di Paolo Oreto
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