Decreto Rinnovabili, Aibe: legislazione italiana inaffidabile

Com'era prevedibile l'eliminazione del tetto di 8mila MW dal testo originario del decreto legislativo che recepisce la direttiva europea 2009/28 sulla promoz...

11/03/2011
Com'era prevedibile l'eliminazione del tetto di 8mila MW dal testo originario del decreto legislativo che recepisce la direttiva europea 2009/28 sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, non ha assolutamente placato gli animi di cittadini, imprese, professionisti e associazioni che negli ultimi anni avevano investito il proprio futuro nel fotovoltaico.

All'indomani dell'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri dello scorso 3 marzo e dopo la successiva firma del Capo dello Stato, il decreto Rinnovabili è stato oggetto d'inchiesta anche del programma televisivo "Le Iene", in cui l'inviato ha intervistato non solo alcuni rappresentanti delle principali associazioni di categoria ma anche i cittadini e i piccoli investitore che avevano visto nel fotovoltaico non solo un mezzo per risparmiare economicamente nella bolletta ma anche un modo per avviare una piccola attività imprenditoriale con tanto di finanziamenti bancari. Come evidenziato da alcuni imprenditori nel corso della trasmissione televisiva, il fotovoltaico negli ultimi anni, grazie soprattutto agli incentivi statali e al conseguente interesse delle banche che hanno fornito i finanziamenti, ha permesso la nascita di molte realtà microimprenditoriali che ha creato un indotto e fornito posti di lavoro ad oltre 150.000 persone.

Dopo aver varato il Terzo Conto Energia con Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 6 agosto 2010 che di fatto regolava il nuovo meccanismo di incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare per il triennio 2011-2013, il Governo, con il decreto Rinnovabili, ha ridotto il termine ultimo per beneficiare degli incentivi prevedendo che gli stessi saranno erogati agli impianti fotovoltaici che si allacceranno alla rete entro il 31 maggio 2011 e rimandando a successivi decreti i prossimi incentivi.
Le imprese del settore, confidando nel Terzo Conto Energia, avevano però già avviato dei progetti di investimento a medio termine (rientrando nel triennio 2011-2013) che comprendevano autorizzazioni amministrative per la costruzione e l'esercizio degli impianti, investimenti di proprie risorse professionali e finanziarie, mutui e obbligazioni con istituti di credito, impegni contrattuali con proprietari terreni, costruttori di impianti e fornitori di materiali. Il blocco degli incentivi (con la promessa di nuovi) non solo ha gettato nello sconforto gli imprenditori che avevano investito il proprio futuro sul fotovoltaico ma ha generato un tale clima di incertezza che bloccherà ulteriormente gli investimenti facendo rischiare la paralisi del settore.

È stato, così, creato il sito www.sosrinnovabili.it che racchiude la voce di tutti coloro hanno visto nel decreto appena varato una seria minaccia a favore del sistema monopolistico dei principali gestori e distributori delle reti elettriche nazionali. All'interno del sito è stata creata una sezione "Guestbook" nella quale ognuno può far sentire la sua voce. Desideriamo segnalare qualche contributo.
Fabio scrive "Grazie Romani per avermi consentito di mettere a casa dei giovani professionisti dal mio studio".
Franco scrive "Assurdo ed inconcepibile un decreto fatto "in corsa" che annulla gli impegni già presi dal Governo verso tutti: utenti privati, utenti aziende, enti, installatori, rivenditori, banche, leasing, dipendenti diretti ed indiretti (lavoro somministrato), artigiani, professionisti, ecc.. Come si può avere una faccia ancora credibile dopo questa manovra??".
Gennaro scrive "Se prevarrano gli interessi delle lobbies petrolifere e nucleariste, trasversali purtroppo all'intera classe politica, sarà la fine per il nostro paese. Decine di migliaia di persone senza lavoro, decine di migliaia di famiglie senza reddito. Danni irreversibili all'ambiente."
Serena scrive "Se insisti e resisti raggiungi e conquisti. Noi non ci arrendiamo!"
Giuseppe scrive "Bloccate tutte le nuove assunzioni, le prospettive di crescita diventano invisibili e i giovani italiani sono costretti a rimanere a casa. Il ministro Romani con questo decreto ha pensato proprio allo sviluppo economico del Paese. Non c'è VISIONE nella classe politica italiana, solo interesse verso i grandi bacini di voto."
Claudio scrive "Con molta fatica stavo riuscendo a riconvertire dal settore automotive ormai decotto la mia azienda mantenendo l'occupazione per 50 persone!!! Dobbiamo lottare in nome delle "persone per bene"
Luca scrive "Le rinnovabili sono il futuro, No al nuovo decreto, serve stabilità in questo settore, vero settore trainante durante la crisi, con queste belle trovate si distrugge quanto finora fatto di buono, e si fa morire un settore giovane con margine di crescita e di occupazione."
Chiara scrive "Vi ringrazio a nome di tutti i collaboratori della mia società per il gran lavoro che state facendo. Da ieri 16 professionisti sono stati mandati a casa e voi siete la speranza che ci tiene ancora uniti."
Salvatore scrive "Faccio l'architetto,ho 27 anni mi sono scommesso ed indebitato per sviluppare la società ecowatt che crea occopazione a 4 neolaureati e 5 istallatori professionisti in una terra difficile come la Sicilia ed in un solo colpo il ministro per le attivita REGRESSIVE mi dichiara disoccupato per decreto. Chissà se l'Italia è ancora una repubblica fondata sul lavoro, o solo su gli interessi di pochi? P.S. le banche non erogano dal 04/03/2011 un solo euro perché l'investimanto è ad alto rischio"

Segnaliamo, infine, la lettera inviata dall'Associazione delle Banche Estere in Italia (AIBE) al sottosegretario Gianni Letta, in cui si precisa che se il testo del decreto non verrà modificato si metterà a rischio non solo gli investimenti sulle rinnovabili ma anche tutti gli investimenti in infrastrutture (strade, autostrade, ospedali,...). L'AIBE ha, inoltre, sottolineato come "cambiare le regole del gioco in corsa confermerebbe un rischio d'inaffidabilità legislativa italiana" che avrebbe come conseguenza il rischio di paralisi delle rinnovabili, finanziate per il 60/70% da capitali esteri.

È previsto per il prossimo 15 marzo un incontro tra il Ministro Romani, le associazioni del settore delle rinnovabili e l'Associazione bancaria italiana e consumatori.

Lasciamo a tutti i voi i commenti...

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