Regione Siciliana: Carte del rischio del "territorio sommerso" e stop alle trivelle nel Canale di Sicilia

E' Carlo Cassaniti, esperto del Consiglio regionale delle miniere, ente competente per il rilascio di permessi di ricerca in territorio emerso, a intervenire...

30/07/2012
E' Carlo Cassaniti, esperto del Consiglio regionale delle miniere, ente competente per il rilascio di permessi di ricerca in territorio emerso, a intervenire sulla delicata vicenda delle trivellazioni nel Canale di Sicilia.
"I nostri mari presentano purtroppo le stesse pericolosità geologiche dei territori emersi - esordisce -, in particolare nel Canale di Sicilia sono presenti numerose ed importanti strutture geologiche che nel complesso definiscono il Blocco pelagiano. Quest'ultimo è confinante ad est con la nota scarpata ibleo-maltese, struttura tettonica molto attiva del Mediterraneo, mentre ad ovest il blocco viene a contatto con le catene dell'Atlante attraverso un'ampia fascia deformata ad andamento meridiano che va dal Golfo di Tunisi a quello di Gabes in Libia. Da non sottovalutare poi, la presenza di vulcani sottomarini, come ad esempio Empedocle situato a circa 40 km al largo di Capo Bianco in Sicilia e che presenta una struttura vulcanica che si aggira intorno ai 400 metri di profondità, con una base lunga 30 km per 25 km".
Fin qui lo stato dell'arte che riguarda la geologia. Ma in quest'area del mar Mediterraneo negli ultimi decenni, come ci ha fatto notare il geologo, "sono stati realizzati numerosi campi petroliferi sfruttando giacimenti che si rinvengono in trappole miste nella piattaforma triassica, senza considerare la complessa dinamicità dei fondali e soprattutto senza aver mai studiato quelle pericolosità geologiche che potevano ed ancora oggi potrebbero rappresentare un rischio per le aree prospicienti emerse".

Cassaniti si unisce all'appello di Greenpeace contro le trivellazioni nel Canale di Sicilia e rilancia: "Occorre fermare le attività estrattive attraverso la programmazione di una campagna di studi scientifici che conducano alla redazione di una mappa delle pericolosità vulcano-tettoniche del Canale di Sicilia; la conoscenza di dette aree a rischio potrà consentire in futuro di vietare o limitare le attività di ricerca a scopo estrattivo nei nostri mari evitando impatti ambientali e del paesaggio ma, soprattutto, sarà possibile garantire la sicurezza dei territori e delle popolazioni che si affacciano in una delle più belle aree marine del Mediterraneo".

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