Rafforzamento ANAC e Codice Appalti snello: l'OICE è favorevole

Devo essere sincero, questa volta ho preso quella che senza dubbio può essere considerata una vera e propria una cantonata. Nonostante avessi accolto dubbios...

16/01/2015
Devo essere sincero, questa volta ho preso quella che senza dubbio può essere considerata una vera e propria una cantonata. Nonostante avessi accolto dubbioso la nascita dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), la nomina del Presidente Raffaele Cantone e la successiva incorporazione dei poteri dell'AVCP, avevo sperato che un vento di novità potesse essere arrivato. Un magistrato come Cantone in un Ente così importante avrebbe potuto dare slancio al concetto di trasparenza da sempre assente nei posti di potere del nostro Paese.

I miei dubbi a riguardo sono definitivamente spariti con la pubblicazione della delibera ANAC n. 145 del 21 ottobre 2014 che obbligava ordini e collegi professionali al rispetto delle disposizioni di prevenzione della corruzione previste dalla legge n. 190/2012 ed ai decreti delegati (d.lgs. n. 33/2013 e d.lgs. n 39/2013). Quello della trasparenza è, infatti, sempre stato un concetto distante dai giochi di potere presenti all'interno degli Ordini professionali, per cui la delibera di Cantone mi è sembrata subito avere la giusta direzione.

Quando portavo ancora i calzoncini corti, mio nonno mi diceva sempre "Fidati di pochi e guardati da tutti". Questo è uno di quei casi in cui posso ammettere quanto avesse ragione!E' stata, infatti, pubblicata il 9 gennaio 2015 la nuova delibera ANAC che, tornando sull'interpretazione e applicazione del decreto legislativo n. 39/2013, ha mostrato la fragilità dell'ANAC di fronte alle pressioni subite dal Parlamento in quest'ultimo periodo in riferimento alle cause di incompatibilità tra il mandato parlamentare e lo svolgimento di cariche di natura elettiva ricoperte all'interno degli ordini professionali

Cantone, con la delibera n. 1/2015, nonostante il comma 1, art. 11 del D.Lgs. n. 39/2013 affermi con chiarezza che gli incarichi amministrativi di vertice nelle amministrazioni statali, regionali e locali e gli incarichi di amministratore di ente pubblico di livello nazionale, regionale e locale, sono incompatibili con la carica di Presidente del Consiglio dei ministri, Ministro, Vice Ministro, sottosegretario di Stato e commissario straordinario del Governo o di parlamentare, si è lavato le mani rimettendo la decisione su eventuali responsabilità alla Giunta delle elezioni del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati. E io posso dire di aver preso una bella cantonata.

Cantonata che è certamente piaciuta al Governo e al Premier Matteo Renzi, che il 14 gennaio 2015, parlando della riforma degli appalti pubblici, ha confermato l'intenzione del Governo a procedere con il potenziamento dell'ANAC. I latini lo chiamavano "do ut des", io lo chiamo teatrino Italia.

Ma, fortunatamente, non tutti la pensan male come me e la strada del rafforzamento dell'Autorità Nazionale Anticorruzione è piaciuta all'OICE. "Siamo convinti da tempo - ha affermato il Presidente OICE Ing. Patrizia Lotti - che il rafforzamento dei poteri dell'ANAC, già avviato con alcuni recenti provvedimenti normativi, sia essenziale per elevare l'attenzione sul sistema degli appalti pubblici. Se infatti si andrà verso una riforma dell'attuale codice dei contratti pubblici, che vedrà poche e snelle disposizioni con un apparato di soft law di dettaglio, sarà necessario potenziare la vigilanza dell'Authority per evitare eccessi e distorsioni sul fronte dell'esercizio della discrezionalità amministrativa".

Ma, ad avviso dell'OICE, occorre intervenire non soltanto sulla vigilanza, ma anche su altri punti: L'esperienza di questi ultimi anni ci dice che anche gli atti dell'ANAC di soluzione delle controversie attraverso il precontenzioso devono essere tali da vincolare le stazioni appaltanti, se no il rischio è che rimangano lettera morta. Così come l'attività di regolazione dovrà in qualche modo essere resa più cogente specialmente in un'eventuale attribuzione all'ANAC del potere di emanare quei provvedimenti di soft law coerenti con l'impostazione di un codice snello".

Il tutto però dovrà essere attentamente valutato e approfondito in sede parlamentare: Nel rispetto del Parlamento che sta esaminando la delega sugli appalti, auspichiamo che - al di là del modello scelto - il nuovo codice punti ad una decisa semplificazione delle norme e ad una forte valorizzazione della fase progettuale perché soltanto con un progetto ben fatto si possono evitare molte delle disfunzioni di oggi".

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