Istat: Indici prezzi al consumo marzo 2015

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Marzo 2015; l'indice dei prezzi al consumo per le fami...

14/04/2015
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Marzo 2015; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati si è, dunque, attestato per il mese di marzo 2015 con la nuova base 2010 sul valore di 107,00 con una variazione positiva rispetto a quello del mese precedente.
La variazione mensile è stata del + 0,2 % e quella annua del - 0,2 %. Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Marzo 2015 ed il 14 aprile 2015, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2014 del + 0,250000 %.
Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2011, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2010 (la precedente era il 1995).
Il coefficiente di raccordo dalla base 1995 alla base 2010 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,373.

La stabilità della flessione tendenziale dell’indice generale è la sintesi del ridimensionamento del calo tendenziale dei prezzi degli Energetici non regolamentati (-9,0%, da -12,8% di febbraio) e del rallentamento della crescita su base annua dei prezzi dei servizi, con particolare riguardo a quelli relativi ai Trasporti (+0,5%, da +1,4% di febbraio).
Al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, l’“inflazione di fondo” scende a +0,4% (da +0,6% di febbraio); al netto dei soli beni energetici si porta a +0,6% (era +0,7% il mese precedente).
Il rialzo mensile dell’indice generale è da ascrivere principalmente al sensibile aumento dei prezzi degli Energetici non regolamentati (+3,9%), per effetto dei marcati rialzi dei carburanti; a contenere l’aumento è la diminuzione – influenzata da fattori stagionali – dei prezzi dei Vegetali freschi (-3,1%).

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al - 0,150 % e l'indice biennale al + 0,075 %.

L'Istat spiega che, nel mese di marzo 2015, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nei capitoli Trasporti (+ 1,3 %), Servizi ricettivi e di ristorazione (+ 0,3 %), Abbigliamento e calzature, Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+ 0,2 % per tutti e due), Bevande acoliche e tabacchi, Mobili articoli e servizi per la casa, Servizi sanitari e spese per la salute (+ 0,1 % per tutti e tre).

Variazioni nulle si sono registrate nel cinque capitolo Istruzione.

Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli Comunicazioni, Ricreazione, spettacoli e cultura (- 0,6 % per tutti e due) e Prodotti alimetari e bevande analcoliche (- 0,2 %).

Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrate nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi (+ 3,0 %), Istruzione (+ 1,8 %), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+ 1,1 %), Servizi ricettivi e di ristorazione (+ 0,8 %).

Quelli più contenuti si sono registrati nei capitoli Abbigliamento e calzature, Mobili articoli e servizi per la casa, Servizi sanitari e spese per la salute (+ 0,4 % per tutti e tre).

Incrementi tendenziali nulli si sono registrati nel capitolo Altri beni e servizi.

Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli Trasporti (- 2,1 %), Abitazione, acqua elettricità e combustibili (- 1,3 %), Comunicazioni (- 0,9 %), Ricreazione, spettacoli e cultura (- 0,8 %).

Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati soltanto nelle città di Bolzano (+ 0,6 %), Potenza (+ 0,4 %) L’Aquila, Roma e Napoli (+ 0,2 % per tutte e tre), Genova ed Aosta (+ 0,1 per tutte e due) mentre nella città di Bari gli aumenti tendenziali sono risultati nulli e nelle altre città sono tuti negativi e precisamente a Trieste, Torino e Venezia (- 0,2 % per tutte e tre), ad Ancona e Milano (- 0,3 per tutte e due), a Catanzaro e Perugia (- 0,4 % per tutte e due), a Cagliari e trento (- 0,5 % per tutte e due),a Firenze e Palermo (- 0,6 % per tutte e due) a Bologna (- 0,9 %).

I prossimi indici saranno pubblicati il 13 maggio 2015.
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