Servizi di Ingegneria: a Teggiano ribasso record dell'86,1%

Nel 2014 l'importo medio della gare per i servizi di ingegneria affidati a professionisti è di 28mila euro, contro i quasi 366mila euro di quelle assegnate a...

29/07/2015

Nel 2014 l'importo medio della gare per i servizi di ingegneria affidati a professionisti è di 28mila euro, contro i quasi 366mila euro di quelle assegnate alle società e i 440mila di quelli "vinte" dai consorzi.

Questo, in sintesi, il contenuto di un'interessante analisi condotta dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri relativo al "Monitoraggio sui bandi per i servizi di ingegneria Anno 2014" e redatto da un gruppo di lavoro coordinato da Massimiliano Pittau e composto da Emanuele Palumbo e Maria Morgillo. Analisi che certifica, al paragrafo 4 relativo ai bandi per servizi di ingegneria (senza esecuzione) aggiudicati certifica la criticità relativa agli importi delle gare aggiudicate, che l'importo medio delle gare affidate ai professionisti è pari a 28mila euro, contro i quasi 366mila di quelle assegnate alle società e i 440 di quelli "vinte" dai consorzi. Si tratta di importi abbastanza esigui tanto che ai liberi professionisti (singoli, studi di ingegneria, RTI/ATI di professionisti e società di professionisti) è stato aggiudicato appena il 14,6% del totale degli importi.

Altra criticità evidenziata dal Centro Sudi è quella relativa ai ribassi. Mentre nel 2014 è aumentato il numero di gare aggiudicate con il massimo ribasso (1.383 a fronte delle 1.179 gare dell'anno precedente), il ribasso medio si mantiene quasi sui livelli del 2013 (35,2% nel 2014 contro il 34,5% dell'anno precedente), ma, a differenza delle scorse indagini, la categoria dei liberi professionisti non è più quella che offre i ribassi maggiori. Tutt'altro: i liberi professionisti concedono in media ribassi inferiori rispetto agli altri (33%,contro il 40,5% rilevato tra le società e il 43,9% dei consorzi).

A livello regionale, pur annoverando l'appalto aggiudicato con il ribasso più elevato (86,1%), la Campania è tra quelle in cui le gare vengono affidate con i ribassi più contenuti: in media il 24%, valore superiore solo al 22,6% registrato nelle Marche.
Al contrario, Friuli Venezia Giulia e Umbria, con ribassi medi che si aggirano intorno al 48% sono le Regioni in cui i contraenti si aggiudicano i servizi di ingegneria offrendo i ribassi più consistenti.
Le regioni con i maggiori ribassi medi sono cinque: Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Umbria e Puglia, e per le stesse il ribasso medio è compreso tra il 40 e il 50%. Hanno un ribasso medio tra il 35 e il 40%, invece, altre 7 regioni e, precisamente: Valle d'Aosta, Piemonte, Emilia Romagna, Abruzzo, Basilicata, Calabria e Sicilia.

In pratica, ben dodici regioni si collocano sopra la media nazionale del 35,2%.

Relativamente ai ribassi il Record spetta al Comune di Teggiano in provincia di Salerno con l'affidamento di un incarico per la progettazione definitiva ed esecutiva, la direzione lavori, il coordinamento per la sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione per un liceo con un ribasso record dell'86,1%. La procedura del prezzo più basso, ancora una volta, ha prodotto un ribasso record.
"L'aumento degli affidamenti nelle gare per la realizzazione di opere pubbliche - ha commentato Luigi Ronsivalle, Presidente del Centro Studi CNI - indubbiamente induce ad un moderato ottimismo. Del resto, i primi consistenti segnali di crescita economica sono evidenziati anche dai dati sull'incremento dell'occupazione degli ingegneri rispetto agli anni scorsi".
"Va anche aggiunto - ha proseguito Ronsivalle - che permane la situazione di svantaggio dei liberi professionisti. Eppure dei piccoli professionisti non si può fare a meno perché sono certamente più adatti a gestire la miriade di piccole opere che difficilmente riscuoterebbero l'interesse delle grandi società. Tuttavia, a causa degli eccessivi ribassi e della esclusione di fatto dalle gare maggiori, essi non sono adeguatamente valorizzati".
"La soluzione - ha concluso Ronsivalle - sarebbe trovare forme di aggregazione diverse e più agili che consentano ai singoli di mantenere un'autonomia amministrativa e strutture operative molto snelle, pur non perdendo la possibilità di partecipare alle gare più importanti. Penso ad esempio a qualcosa di simile alle reti di piccole e medie imprese, che vedano un riconoscimento nelle norme per gli appalti pubblici, tema che il Centro Studi si è ripromesso di approfondire".

La marginalizzazione sottolineata da Ronsivalle è determinata soprattutto da due fattori:

  • da un lato le stazioni appaltanti in media chiedono alle società la presenza di almeno sei professionisti, il che taglia fuori dagli appalti più importanti gran parte degli studi professionali;
  • d'altra parte, la quasi totalità dei bandi, in violazione delle indicazioni dell'Anac, richiede ai partecipanti un fatturato superiore al doppio dell'importo messo a gara, altro elemento che taglia le gambe ai piccoli studi di professionisti.

 

A cura di Gianluca Oreto
     

 

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