Impianti sportivi nelle periferie urbane: 100 milioni per la realizzazione e rigenerazione

Stanziati 100 milioni di euro per il triennio 2015-2017 per potenziare gli impianti sportivi nazionali e sviluppare la relativa cultura in aree svantaggiate ...

27/11/2015
Stanziati 100 milioni di euro per il triennio 2015-2017 per potenziare gli impianti sportivi nazionali e sviluppare la relativa cultura in aree svantaggiate e zone periferiche urbane, con l'obiettivo di rimuovere gli squilibri economico sociali e incrementare la sicurezza urbana.

Lo ha previsto il Decreto-Legge 25 novembre 2015, n. 185 recante "Misure urgenti per interventi nel territorio" pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 275 del 25 novembre 2015 che tra le altre cose ha istituito il Fondo Sport e Periferie che segue la falsariga dello stanziamento di 500 milioni di euro che il Governo sta predisponendo per il recupero delle periferie urbane e che ha già registrato la soddisfazione del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. Intervenuto a Roma al convegno per i 50 anni del CEnsu, il Presidente del CNI Armando Zambrano ha, infatti, commentato l'annuncio del Premier Matteo Renzi affermando: "Con la rivoluzione digitale si arriverà ad una nuova organizzazione delle nostre città. E anche le nostre periferie, da zone troppo spesso degradate, potranno trasformarsi in luoghi di socializzazione, culla delle idee innovative e dello sviluppo imprenditoriale. È fondamentle dunque che questa opera di riqualificazione porti ad un contrasto all'esclusione sociale da cui spesso nascono casi di criminalità. I fondi stanziati dal Governo rappresentano un'occasione davvero importante per l'inclusione sociale e per il miglioramento della sicurezza dei cittadini, che non può prescindere da un corretto governo del territorio sia dal punto di vista sismico che del dissesto idrogeologico".

Entrando nel dettaglio, l'art. 15 (Misure urgenti per favorire la realizzazione di impianti sportivi nelle periferie urbane) del D.L. n. 185/2015, per potenziare l'attività sportiva agonistica nazionale e lo sviluppo della relativa cultura in aree svantaggiate e zone periferiche urbane, e con l'obiettivo di rimuovere gli squilibri economico sociali e incrementare la sicurezza urbana, ha istituito il Fondo Sport e Periferie che autorizza la spesa complessiva di 100 milioni di euro nel triennio 2015-2017, di cui 20 milioni nel 2015, 50 milioni di euro nel 2016 e 30 milioni di euro nel 2017.

Il Fondo è finalizzato ai seguenti interventi:
  • a) ricognizione degli impianti sportivi esistenti sul territorio nazionale;
  • b) realizzazione e rigenerazione di impianti sportivi con destinazione all'attività agonistica nazionale, localizzati nelle aree svantaggiate del Paese e nelle periferie urbane e diffusione di attrezzature sportive nelle stesse aree con l'obiettivo di rimuovere gli squilibri economici e sociali ivi esistenti;
  • c) completamento e adeguamento di impianti sportivi esistenti, con destinazione all'attività agonistica nazionale e internazionale;
  • d) attività e interventi finalizzati alla presentazione e alla promozione della candidatura di Roma 2024.

Per la realizzazione degli interventi, il CONI dovrà presentare alla Presidenza del Consiglio dei ministri per l'approvazione, entro quindici giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legge (quindi entro il 10 dicembre 2015), un piano riguardante i primi interventi urgenti e, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge (quindi entro il 25 dicembre 2015), il piano pluriennale degli interventi, che può essere rimodulato entro il 28 febbraio di ciascun anno. I piani dovranno poi essere approvati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Per la predisposizione e attuazione del piano pluriennale, il Comitato Olimpico Nazionale Italiano può avvalersi del personale in servizio presso altre pubbliche amministrazioni in possesso delle specifiche competenze tecniche in materia.

Al di fuori degli interventi previsti dal Piano, le associazioni e le società sportive senza fini di lucro possono presentare al Comune, sul cui territorio insiste l'impianto sportivo da rigenerare, riqualificare o ammodernare, un progetto preliminare accompagnato da un piano di fattibilità economico finanziaria per la rigenerazione, la riqualificazione e l'ammodernamento e per la successiva gestione con la previsione di un utilizzo teso a favorire l'aggregazione sociale e giovanile. Se il Comune riconosce l'interesse pubblico del progetto affida la gestione gratuita dell'impianto all'associazione o alla società sportiva per una durata proporzionalmente corrispondente al valore dell'intervento.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it
     
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