Valutazioni immobiliari e linee guida ABI: il commento della Rete delle Professioni Tecniche (RPT)

Sono state presentate a Roma lo scorso dicembre le nuove Linee guida ABI per la valutazione degli immobili in garanzia delle esposizioni creditizie, il cui a...

13/01/2016

Sono state presentate a Roma lo scorso dicembre le nuove Linee guida ABI per la valutazione degli immobili in garanzia delle esposizioni creditizie, il cui aggiornamento è stato necessario per rinnovare il mercato italiano del credito ipotecario, rendendolo ancora più efficiente, dinamico ed integrato.

Il netto incremento delle nuove erogazioni di mutui del 2015 rispetto all'anno precedente (oltre il +94,9%) ha, infatti, obbligato all'aggiornamento delle linee guida e al loro adeguamento ai più recenti standard europei di valutazione, all'insegna della qualità ed efficienza delle perizie immobiliari che diventano fondamentali per garantire i requisiti di massima trasparenza, certezza ed economicità.

Come riportato in una recente nota della Rete delle Professioni Tecniche (RPT), trasmessa tramite la Circolare del Consiglio Nazionale degli Ingegneri 30 dicembre 2015, n. 647, nelle nuove linee guida viene confermato il ruolo e la figura del professionista iscritto agli Albi/Ordini professionali e l'aggiornamento alla direttiva europea sui mutui (di prossimo recepimento in Italia) che pone la responsabilità della correttezza della valutazione in ordine ai creditori.

Attraverso le nuove linee guida sarà, infatti, possibile avere una corretta valutazione a tutela sia dei consumatori che degli istituti di credito. L'affidabilità della valutazione (non più legata ad aspetti aleatori) renderà il processo trasparente, a vantaggio dei titoli e delle obbligazioni che derivano dalla fusione del mercato immobiliare con quello finanziario.

Come precisato dalla RPT, malgrado sia riconosciuta a livello internazionale, e le buone prassi introdotte da ABI concorrono tutte a promuovere in Italia il requisito del valore di mercato, la figura del valutatore immobiliare in Italia può ancora essere svolta da innumerevoli figure professionali lasciando ancora aperta la questione dell’aggiornamento e della qualifica professionale in assenza di un albo specifico. Al momento, chi intraprende questo percorso professionale ha due possibilità per dimostrare le proprie capacità professionali: la norma ISO 17024 e la qualifica REV (Recognised European Valuer) di Tegova. In tutto ciò però restano ancora disattesi i criteri di obiettività e di indipendenza inclusi nel codice di condotta ABI, se l’ordinamento professionale a cui appartiene il tecnico non abilita per legge il suo operato.
Segue un’analoga considerazione sul compenso e sullo svolgimento dell’incarico: elementi che devono essere entrambi adeguati alla complessità della valutazione, in considerazione anche della natura e dell’ubicazione territoriale dei beni.

I principi e i concetti generali per svolgere una valutazione in base a metodi e prassi definiti richiedono un aggiornamento costante delle conoscenze professionali. Pari almeno a 60 ore ogni 3 anni.
Questo al fine di assicurare quei parametri di certezza del prezzo e di trasparenza dell’operazione che rappresentano la garanzia del credito, in un’ottica che porta alla modernizzazione del mercato italiano delle valutazioni immobiliari, rendendolo più efficiente, dinamico e integrato a livello europeo.

Grazie al lavoro svolto dalla Rete delle Professioni Tecniche - ha affermato il Coordinatore della RPT Ing. Armando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri - l’Italia ha le carte in regola in tema di regole e certificazione del professionista, anche se ci sono ancora delle società che assumono incarichi, anche in subappalto, affidandoli ai professionisti, proponendo onorari che non coprono neppure i costi della prestazione. Un iter che genera una ripercussione profonda: abbassa la qualità della prestazione resa, danneggia il committente inconsapevole di quanto avviene e coinvolgendo il sistema bancario creando, di conseguenza, un danno per la collettività. Gli standard internazionali non consentono che una valutazione sia formulata da una società anche se è accettabile l’uso dell’espressione "per conto di" unitamente all’apposizione della firma del professionista responsabile”.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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