MakING: Avanguardie e innovazioni dell’ingegneria al servizio dell’Italia

Si sono chiusi il 29 aprile 2016 con la terza tavola rotonda i lavori di MakING, convegno organizzato dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri con l'obiettivo...

04/05/2016

Si sono chiusi il 29 aprile 2016 con la terza tavola rotonda i lavori di MakING, convegno organizzato dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri con l'obiettivo di trovare soluzioni pratiche affinché l'ingegneria italiana possa trovare sbocchi nel nostro Paese.

"Molto spesso - ha affermato Armando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri - noi ingegneri ci sentiamo sottovalutati rispetto alle responsabilità che comporta la nostra attività. Per questo abbiamo concepito MakING. Non tanto un modo per autocelebrarci. Sappiamo già di essere bravi. Ce lo dicono tutti. Il nostro problema è far sì che la nostra eccellenza non rimanga fine a se stessa ma sia davvero messa a disposizione del Paese. Purtroppo, nonostante la nostra disponibilità, spesso da parte della politica e delle istituzioni avvertiamo una scarsa attenzione nei confronti nostri e delle nostre proposte. In questo senso, in questo sforzo comune di far diventare l’ingegneria una delle più importanti risorse del Paese, MakING non rappresenta un punto d’arrivo ma è solo l’inizio di un percorso".

Durante la prima tavola rotonda si è parlato di "Infrastrutture e grandi opere" si è parlato del futuro dell’ingegneria e il Presidente Zambrano ha affermato che qualunque esso sia "il computer non potrà mai sostituire l’uomo in termini di capacità e creatività e gli ingegneri continueranno a recitare un ruolo da protagonisti". La giornata ha visto l'intervento di Enzo Siviero (Réseau mediterranée des écoles d’ingegnieurs, RMEI) che ha illustrato l’elevato numero di grandi opere che, con realismo ma talvolta anche con spirito visionario, vengono progettate per riunire terre vicine e lontane. A cominciare dalle opere che in un futuro potrebbero avvicinare ulteriormente i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, come, ad esempio, il ponte di Messina, quello del Mediterraneo tra Tunisia e Sicilia, il tunnel di Gibilterra o il ponte tra Puglia e Albania. Ma anche opere dal fascino esotico come il corridoio africano che parte dal Sudafrica per arrivare sul Mediterraneo o il tunnel sullo stretto di Bering. Progetti che dimostrano come l’ingegneria possa fare molto per eliminare le distanze fisiche e psicologiche tra gli uomini.

Il dibattito vero e proprio ha avuto per titolo “Idee e progetti per il Paese” e ha avuto come protagonisti tre importanti rappresentanti del mondo delle imprese: Giovanni Costa (RFI Gruppo Ferrovie dello Stato), Fulvio Maria Soccodato (Anas) e Alessandro Zerboni (Enel). Costa ha fatto un profilo delle attività future delle Ferrovie dello Stato, oscillanti tra il risanamento del bilancio e la grande innovazione tecnologica. Ha accennato ai progetti per la costruzione di tre nuovi tunnel ferroviari, oltre ai numerosi interventi nelle grandi città. “Non solo treni più efficienti – ha detto - ma riqualificazione del territorio“. Soccodato ha fornito alcuni significativi numeri su Anas quali, ad esempio, i 25mila km di strade gestite, gli investimenti di 2,2 miliardi di euro in questa attività, i 26 miliardi di euro spesi in nuove opere negli ultimi anni. Ma soprattutto ha rivendicato la visione di Anas di quelle che dovranno essere le infrastrutture in Italia nei prossimi anni. Zerboni, infine, ha confermato come la banda larga rappresenterà “il piano più ambizioso e rivoluzionario di cui sarà protagonista Enel”. Ha chiarito come l’azienda abbia messo in preventivo un investimento di 2,5 miliardi nei prossimi 36 mesi e che questo grande progetto creerà anche diversi nuovi posti di lavoro per ingegneri e tecnici: circa 200 stabili e un centinaio a progetto.

L'ultima giornata si è chiusa con le riflessioni di Stefano Baietti (Link Campus University) che, partendo dai dati economici, ha proposto la sua ricetta per passare dall’economia della carta all’economia reale. La soluzione “non sta, ad esempio, nel raddoppio della produzione industriale che, alla lunga, è senza sbocchi. Quanto piuttosto nello sviluppo delle infrastrutture che possono raddoppiare, triplicare o addirittura quintuplicare, senza causare squilibri al sistema economico”.

A seguire si è tenuto il dibattito finale, coordinato dal giornalista Rai Franco Di Mare, a cui hanno partecipato: Luciano Vasques (Eni Tecnomare), Sergio Greco (Thales Alenia Space) e Marcella Verzilli (FCA Centro Ricerche Fiat). Vasques, nel descrivere l’attività di Eni Tecnomare, ha sottolineato come la sua azienda abbia invertito la vecchia tendenza di gestire in outsourcing le attività di ingegneria, riportando all’interno della società le competenze necessarie. Testimonianza simile a quella della Verzilli che ha raccontato di essere diventata responsabile della progettazione della scocca delle vetture del gruppo dopo una lunga trafila che le ha permesso di veder crescere progressivamente le proprie competenze. Greco, infine, ha illustrato le attività della sua azienda, concentrata sulla realizzazione di prodotti “difficili” come quelli satellitari che necessitano di grande e costante innovazione.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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