Calabria: la giunta ha approvato il Piano Regionale dei Rifiuti

Su proposta dell'Assessore all'Ambiente Antonella Rizzo la Giunta della Regione Calabria ha approvato il "Piano regionale di gestione dei Rifiuti". Il nuovo ...

20/07/2016

Su proposta dell'Assessore all'Ambiente Antonella Rizzo la Giunta della Regione Calabria ha approvato il "Piano regionale di gestione dei Rifiuti". Il nuovo Piano parte da una considerazione molto semplice: "La raccolta differenziata è la base di tutto il sistema di gestione dei rifiuti urbani, purché sia attuata a livelli quantitativi, ma anche qualitativi, elevati, e rappresenta uno dei temi strategici per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità europei".

Come riportato all'interno delle Linee guida (allegate), la raccolta differenziata consente di preparare al meglio il rifiuto domestico a tutte le successive fasi di trattamento, permettendo alle risorse presenti nei rifiuti di rientrare nei cicli di produzione e consumo, nel contesto della massima efficienza nell’utilizzo delle risorse, obiettivo dettato dalla nuova strategia europea sull’economia circolare.

Ricordiamo che i sistemi a economia circolare sono quelli in cui i prodotti mantengono il loro valore aggiunto il più a lungo possibile e non ci sono rifiuti. Il prodotto, quindi, non si esaurisce mai e quando raggiunge la fine del ciclo di vita per il quale è stato pensato, le sue risorse restano all'interno del sistema economico, in modo da poter essere riutilizzate più volte a fini produttivi e creare così nuovo valore. Come illustrato nella comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo del 25 settembre 2014, per poter passare ad un'economia circolare occorre apportare cambiamenti nell'insieme delle catene di valore, dalla progettazione dei prodotti ai modelli di mercato e di impresa, dai metodi di trasformazione dei rifiuti in risorse alle modalità di consumo: ciò implica un vero e proprio cambiamento sistemico e un forte impulso innovativo, non solo sul piano della tecnologia, ma anche dell'organizzazione, della società, dei metodi di finanziamento e delle politiche. Anche in un'economia fortemente circolare permane qualche elemento di linearità, poiché non si arresta la domanda di risorse vergini e si producono rifiuti residui che vanno smaltiti.

Obiettivo Zero Discariche

La stessa Regione Calabria specifica che "Ottenere un alto livello sia quantitativo che qualitativo di raccolta differenziata influenza in maniera determinante la fattibilità tecnologica ma anche l’efficienza ambientale, economica ed energetica del sistema di gestione nel suo complesso. Si fa però spesso confusione, considerando la raccolta differenziata il fine ultimo di un sistema di gestione, mentre è invece “solo” un mezzo, il passaggio principale e insostituibile attraverso cui migliorare la filiera del riciclo, al fine di ottenere il massimo recupero di materia e, soprattutto, ridurre il consumo di volumi di discarica, tendendo all’obiettivo zero discariche".

Il Piano Regionale della Regione Calabria mira a raggiungere l’obiettivo di “Zero discariche”, nella concezione dell’utilizzo delle discariche solo come ultima ratio del ciclo dei rifiuti e solo limitatamente al conferimento degli scarti di lavorazione non altrimenti utilizzabili. Per arrivarci i primi attori di questa nuova strategia dovranno essere i Comuni e i cittadini tramite la raccolta differenziata “spinta”.

Le linee guida rappresentano lo strumento che la Regione fornisce ai Comuni per lo sviluppo efficace di strategie di pianificazione volte al potenziamento delle raccolte differenziate al fine di raggiungere gli obblighi nazionali del 65% di raccolta differenziata imposti dal D.Lgs. n. 152/2006 che all'art. 205 (Misure per incrementare la raccolta differenziata), comma 1 aveva previsto per il comuni il raggiungimento delle seguenti percentuali di raccolta differenziata:
a) almeno il trentacinque per cento entro il 31 dicembre 2006;
b) almeno il quarantacinque per cento entro il 31 dicembre 2008;
c) almeno il sessantacinque per cento entro il 31 dicembre 2012.

Il successivo comma 1-bis ha, però, previsto che nel caso in cui, dal punto di vista tecnico, ambientale ed economico, non sia realizzabile raggiungere i suddetti obiettivi, il comune può richiedere al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare una deroga. Verificata la sussistenza dei requisiti, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare può autorizzare la deroga, previa stipula senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica di un accordo di programma tra Ministero, regione ed enti locali interessati, che stabilisca:
a) le modalità attraverso le quali il comune richiedente intende conseguire gli obiettivi di cui all’articolo 181, comma 1 del D.Lgs. n. 152/2006. Le predette modalità possono consistere in compensazioni con gli obiettivi raggiunti in altri comuni;
b) la destinazione a recupero di energia della quota di rifiuti indifferenziati che residua dalla raccolta differenziata e dei rifiuti derivanti da impianti di trattamento dei rifiuti indifferenziati, qualora non destinati al recupero di materia;
c) la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, da destinare al riciclo, che il comune richiedente si obbliga ad effettuare.

Ricordiamo pure che l'art. 181 (Riciclaggio e recupero dei rifiuti), comma 1 del D.Lgs. n. 152/2006 prevede che al fine di promuovere il riciclaggio di alta qualità e di soddisfare i necessari criteri qualitativi per i diversi settori del riciclaggio, sulla base delle indicazioni fornite dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, le regioni stabiliscono i criteri con i quali i comuni provvedono a realizzare la raccolta differenziata in conformità a quanto previsto dall’articolo 205. Le autorità competenti realizzano, altresì, entro il 2015 la raccolta differenziata almeno per la carta, metalli, plastica e vetro, e ove possibile, per il legno, nonché adottano le misure necessarie per conseguire i seguenti obiettivi:
a) entro il 2020, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti quali, come minimo, carta, metalli, plastica e vetro provenienti dai nuclei domestici, e possibilmente di altra origine, nella misura in cui tali flussi di rifiuti sono simili a quelli domestici, sarà aumentata complessivamente almeno al 50% in termini di peso;
b) entro il 2020 la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e altri tipi di recupero di materiale, incluse operazioni di colmatazione che utilizzano i rifiuti in sostituzione di altri materiali, di rifiuti da costruzione e demolizione non pericolosi, escluso il materiale allo stato naturale definito alla voce 17 05 04 dell’elenco dei rifiuti, sarà aumentata almeno al 70 per cento in termini di peso.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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