Terremoto centro-Italia: analisi e report fotografico

Nell'era della comunicazione 2.0 e dei social network tutti siamo diventati tuttologi con la conseguenza che ad ogni evento mediatico chiunque sia armato di ...

31/08/2016

Nell'era della comunicazione 2.0 e dei social network tutti siamo diventati tuttologi con la conseguenza che ad ogni evento mediatico chiunque sia armato di tastiera o smartphone si sente in diritto di commentare, aumentando l'entropia dell'universo con pareri, critiche o opinioni di diversa caratura.

La tragedia del 24 agosto scorso non si è potuta esimere da questa regola e, purtroppo, piuttosto che piangere i morti e armarsi di buona volontà, in molti hanno ritenuto di dover lasciare il proprio contributo nell'etere parlando di aspetti tecnici senza la dovuta preparazione e competenza. La velocità con la quale ormai viaggia la comunicazione ha fatto il resto.

Al fine di bilanciare (o almeno provarci visto la quantità!) la cattiva comunicazione passata in questi giorni, ho deciso di pubblicare il report messo a punto da Andrea Barocci, un ingegnere strutturista di quelli tosti che, piuttosto di star dietro ai commenti sui social, è partito dalla sua Rimini verso il cratere del sisma, provando a dare un aiuto concreto.

Riporto di seguito il suo report unitamente alle fotografie da lui scattate nei giorni scorsi.

Il commento di Andrea Barocci

Il sisma è avvenuto pochi giorni fa, troppo pochi per fare considerazioni "accettabili", ma comunque un numero di giorni sufficienti che, senza dormire, potrebbero far perdere la lucidità. Prendete quindi queste riflessioni come vengono, con ASSOLUTO beneficio di inventario. Mi sono permesso di caricare qualche foto ad alta definizione (in modo da poter trovare soddisfazione con lo zoom …) e scrivere qualche considerazione dopo la giornata di oggi trascorsa negli abitati.

Norcia
L’abitato di Norcia ha pochissimi danni. Tutti gli abitanti che ho incontrato sono concordi sul fatto di aver imparato la lezione: l’abitato fu infatti pesantemente danneggiato nel terremoto del 19 settembre 1979 (Mag 5.9) e a seguire tutte le case rimaste in piedi furono rinforzate con catene, l’abbondanza delle quali si può ammirare nelle foto. Come ho avuto modo già di scrivere, la catena è anarchica: funziona senza avere il rigoroso assenso dei software di calcolo.

Particolare - Nelle foto 9128 e 9129 si vede anche che la bontà di un particolare è sancito anche da cosa accade in mancanza di quest’ultimo: catene a piano Primo (buono) e mancanza di catene in copertura (no buono).
Particolare - Nella foto 9135 potete vedere come la lezione del 1979 sia stata imparata anche per gli “elementi non strutturali”; si nota anche la parziale rotazione delle guglie laterali.

Strada, gallerie e viadotti a Forca Canapine
L’area è stata interessata da numerosi rotolamenti di massi e scivolamenti, e l’accesso è interdetto. La galleria credo abbia subito una deformazione trasversale dell’arcata con espulsione dei ferri per spinta a vuoto. Su tutti i viadotti, inclusi quelli di fondovalle, è stato necessario creare delle rampe in catrame, tanto che sembra si siano sollevati; in realtà credo sia avvenuta una sorta di compattazione del terreno delle spalle e circostante. Non credo troppo alla teoria che ho sentito oggi (dalla bocca di un geologo) che l'abbassamento deriva dall'allargamento dell'Appennino... Comunque, vi riporto parte dell'intervista che ho sentito: "A occhio nudo il fenomeno non si può vedere - spiega Stefano Gori, ricercatore dell'INGV - ma l'Appennino si sta allargando e questo determina dei collassi locali di alcune zone, istantanei, che a loro volta determinano i terremoti".

Pescara del Tronto
Sicuramente uno dei centri maggiormente colpiti; stamattina i VVF erano alla ricerca dell’ultimo disperso del paese. Per folklore, i VVF mi hanno riferito che al momento né loro né il parroco sono stati in grado di individuare con precisione le macerie della chiesa, sotto le quali si cela un prezioso dipinto.

Particolare – In tutte le strade si notano pesanti crepe per scivolamento verso valle, evidenziate da cordoli e scavi dei sottoservizi.
Particolare – Nella foto 9153 vedete come i tetti in c.a. su “sasso variegato” si faccia sempre riconoscere.
Particolare – Nella foto 9169 si vede un bello scivolamento sui ricorsi di malta di blocchi di cemento, da confrontare poi con il seguente Accumoli (06).
Particolare – Nella foto 9181 i pochi tamponamenti.
Particolare – Nella 9187 anche le cataste di legna sono soggette alle azioni orizzontali.
Particolare – Nella 9188 la casa “scivolata”.
Particolare – Nella 9201 scale e cordoli in c.a. rimasti integri.

Grisciano
Il paese, sul fondovalle, è praticamente spaccato in due: una parte devastata ed una completamente sana.

Particolare – Foto 9253 no comment.
Particolare – Sul perché è necessario che i cordoli in copertura siano chiusi (foto 9238).
Particolare – Come tamponare correttamente una nicchia nella muratura portante (foto 9270).
Particolare – Dove vanno i cordoli (foto 9367).

Accumoli
Altro centro duramente colpito.

Particolare – Una bella lastra in c.a. su muratura (foto 9374).
Particolare – Testa troppo pesante; notare il piedistallo e il sistema di fissaggio (foto 9382).
Particolare – Dove vanno i cordoli (foto 9367).
Particolare – Dove vanno i cordoli in copertura e ci sono i cordoli agli altri piani (foto 9339).
Particolare – Nella foto 9290 si vede un bello scivolamento sui ricorsi di malta di blocchi di tufo (?), da confrontare poi con il precedente Pescara del Tronto (03).
Particolare - Nella foto 9358 si vede un tipico edificio strategico.

Tino, frazione di Accumoli
Si segnalano i restauri di (solo) porzioni di aggregato.

Particolare – Dove vanno i cordoli (foto 9319)

Ulteriore approfondimento di alcuni edifici del centro di Accumoli
In tutto il paese si nota la grande differenza di comportamento tra edifici nobili, anche molto antichi, ma con catene (e murature decenti), e edifici "popolari" anche recenti ma non incatenati.

Le foto da 9385 a 9399 mostrano l'edificio sopra il quale è crollato il campanile facendo 4 vittime (la famosa "vulnerabilità esterna" di cui le NTC chiedono che si tenga conto); su tutti i giornali si affermava che l'edificio era stato consolidato ed era sicuro. Zoomando sulle foto si possono notare diversi particolari interessanti.
Nella foto 9409 si può vedere il generoso strato di prezioso intonaco e le finiture, tutto fatto per tenere nascosti quegli orrendi muri; finché non si sono liberati.
Nella foto 9412 vediamo un solaio alleggerito, ma nessun ritegno contro il ribaltamento della parete frontale (pare). Il ritegno era assente anche nella 9447.
Nella foto 9467 il crollo di una porzione di volta.
Nelle foto dalla 9471 alla 9488 trovate l'epilogo di una casa rimaneggiata in ogni maniera (si dovrebbero vedere tutti i particolari). L'ho chiamata "il disastro perfetto" perché, ammettendo che i lavori siano stati svolti prima del 1996, non mi sembra che in essa sia stata violata alcuna norma.

Conclusioni

  • I particolari sono importanti. In questi giorni in cui tutti parlano del libretto del fabbricato (che per le nuove costruzioni va benissimo), come fare a redigerlo correttamente per gli edifici esistenti? Quale casellina occorre barrare per un cordolo interrotto? Quale per una nicchia tamponata? E quale casellina ci metterà in riparo da procedimenti giudiziari se l'edificio che abbiamo certificato verrà investito da una scossa?
  • Ho visto/sentito tanti commenti sull'accelerazione alta che ha investito i centri abitati, facendo il paragone con quella da NTC. Non mi sembra però di aver visto in nessun "trattato" che nell'accelerazione da NTC si sia tenuto conto di effetti di sito e categoria di sottosuolo; se prendiamo Amatrice, prendiamo un coefficiente topografico (facciamo di 1,4), prendiamo un terreno che non sia A, allora abbiamo che le NTC (che io comunque non amo) ci danno un'accelerazione del tutto paragonabile a quella che ha investito gli edifici; invece che dire che le norme sottostimano l'accelerazione, forse è meglio dire che gli edifici fanno schifo (o che comunque sono almeno dieci volte più vecchi delle NTC). Comunque l'influenza dei coefficienti topografici è evidente, con danni maggiori salendo lungo i due versanti DX e SX (a fondovalle i danni sono minori).
  • Mi sento di confermare la zona del cratere, abbastanza limitata rispetto ai recenti terremoti. Percorrendo la SS4 "Salaria" in direzione Ascoli-Roma, i danni iniziano (nettamente) a Acquasanta e terminano (altrettanto nettamente) a Cittareale. Dal fondovalle ci sono poi a DX e a SX i due monti di Norcia e Amatrice.
  • La vulnerabilità era estremamente alta e molti edifici crollati erano un mucchio di sassi prima e mucchio di sassi rimangono adesso; la "prestazione richiesta" (come adesso è di moda chiamarla) per quelle costruzioni era pari a quella di un anziano di 90 anni che deve correre i 100m contro Bolt.
  • [confermo la parte cinica del discorso] A fronte di un territorio abbastanza limitato, con un basso numero di sfollati (meno di 3000, attualmente) legato alla poca antropizzazione, occorre tenere conto dei quasi 300 morti; la percentuale rispetto agli sfollati è molto alta e secondo me questo dato potrebbe essere letto come indicatore di Rischio Simico al contrario, ora che tutti i dati (esposizione, rischio, vulnerabilità) sono stati "cristallizzati".
  • [confermo l'incarico al collaudatore uber alles] Fa un gran parlare della scuola crollata dopo l'intervento di adeguamento eseguito con i soldi del Decreto "salva Abruzzo"; secondo me la cosa potrebbe avere risvolti interessanti se qualcuno avrà voglia di andare a vedere come questi soldi hanno "migliorato l'Italia". Di sicuro in questo caso vi è stata la certezza che un intervento strutturale può essere utile, non solo sulla carta... Altrettanto di sicuro dobbiamo essere consapevoli che dal 2009 ad oggi in tutta l'Italia sono stati realizzati numerosi interventi simili alla scuola di Amatrice, ma quest'ultima è l'unica che abbia subito il collaudo ufficiale.
  • In questi giorni ognuno si sente autorizzato a parlare (me compreso) e ognuno si sente esperto di terremoti e strutture, ma leggere frasi come quelle di chi accusa di aver utilizzato più sabbia che cemento (n.d.r. dichiarazione rilasciata dal Procuratore capo di Rieti Giuseppe Saieva e poi smentita) fa male a tutti quelli che si impegnano per fare il proprio lavoro e cercare di dormire sereni di notte. Il problema è che, per la società, tutto quello che è scritto dopo la parola "Procuratore" corrisponde al vero; chissà se il Procuratore conosce l'età della casa in cui vive, e chissà se conosce le Norme Tecniche oltre alla Giurisprudenza.

Prima di concludere e al fine di chiarire parzialmente il nodo relativo alla scuola di Amatrice, l'ing. Barocci fa notare che su questa sono stati effettuati lavori per un importo complessivo di 700mila euro, di cui solo 160mila per MIGLIORAMENTO sismico (e non ADEGUAMENTO) svolti sulle parti dell'edificio rimaste in piedi.

Ringrazio l'ing. Andrea Barocci, uomo dalle grandi capacità professionali e umane, per il prezioso contributo e per il valido aiuto che sta fornendo direttamente presso i territori colpiti dal sisma.

A cura di Ing. Gianluca Oreto

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