Debiti PA: I fornitori hanno crediti per 65 miliardi di euro

La Confederazione Generale Italiana degli Artigiani (CGIA) di Mestre torna a denunciare il mancato pagamento dei debiti da parte della nostra Pubblica ammini...

23/08/2016

La Confederazione Generale Italiana degli Artigiani (CGIA) di Mestre torna a denunciare il mancato pagamento dei debiti da parte della nostra Pubblica amministrazione (PA) in un articolato documento integralmente allegato alla presente notizia.

 “Anche se a nostro avviso il dato è sottodimensionato - segnala il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo - dall’ultima stima elaborata dalla Banca d’Italia emerge che i mancati pagamenti della Pa ammontano a 65 miliardi di euro: 34 a causa dei ritardi di pagamento e gli altri 31 sono di natura fisiologica. Ovvero, legati ai tempi di pagamento contrattuali che, secondo la Direttiva europea entrata in vigore nel 2013, non possono superare i 30-60 giorni dall’emissione della fattura”.

La conferma delle difficoltà in cui versano le imprese che lavorano per la pubblica amministrazione arriva, anche, dal fatto che la Commissione Ue non ha ancora “ritirato” la procedura d'infrazione avviata nel giugno del 2014 nei confronti dell’Italia a seguito della non corretta applicazione della direttiva Ue. La Pubblica amministrazione italiana, infatti, è stata accusata di saldare i conti con grave ritardo e non  come previsto dalle regole Ue entro i 30-60 giorni dall’emissione della fattura.

Il procedimento di ingìfrazione è stato, anche, avviato perché molti enti utilizzavano contratti dove venivano applicati interessi significativamente inferiori al limite imposto dalla direttiva; cioè il tasso di riferimento Bce aumentato dell'8 per cento. In altri casi ancora, c’era il malcostume, spesso ricorrente ancora adesso, di posticipare i report d'avanzamento dei lavori e di conseguenza ritardare i pagamenti.

Anche se gli ultimi 3 Governi (Monti, Letta e Renzi) che si sono succeduti in questi ultimi anni abbiano messo a disposizione più di 56 miliardi di euro per abbassare lo stock, lo smaltimento dei debiti nel nostro Paese rimane ancora un problema irrisolto.

In Europa - segnala il segretario della CGIA Renato Mason - nessuna altra Pubblica amministrazione si comporta peggio di quelle italiane. Sebbene negli ultimi anni le cose siano migliorate, il gap con i nostri principali partner economici rimane, ancora, molto elevato. In Francia, ad esempio, i fornitori vengono pagati mediamente dopo 58 giorni, nel Regno Unito dopo 30 e in Germania addirittura dopo 15 giorni. La media dei 27 paesi Ue, invece, è di 45 giorni”.

Secondo Intrum Justitia, che monitora annualmente i ritardi di pagamento di tutte le Pa d’Europa, l’Italia rimane fanalino di coda nella graduatoria dei 27 paesi Ue - aggiunge Zabeo - con un tempo medio di pagamento registrato quest’anno di 131 giorni. Un arco temporale più che doppio rispetto al limite fissato da Bruxelles. In altre parole, a differenza di quanto sostiene la Banca d’Italia, noi riteniamo che anche una buona parte di questi 31 miliardi di euro siano ascrivibili alla cattiva abitudine della nostra Pa di pagare con grave ritardo i propri fornitori

In allegato la nota integrale della CGIA di Mestre.

A cura di LavoriPubblici.it

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