Costruzioni: irregolare il 15,9% dei lavoratori

L’ISTAT, nel recente studio “L’economia non osservata nei conti nazionali”, ha certificato che il 15,9% dei lavoratori nelle costruzioni è irregolare. Nel 20...

20/10/2016

L’ISTAT, nel recente studio “L’economia non osservata nei conti nazionali”, ha certificato che il 15,9% dei lavoratori nelle costruzioni è irregolare. Nel 2014, l’economia non osservata (sommersa e derivante da attività illegali) vale 211 miliardi di euro, pari al 13,0% del Pil.

In verità le costruzioni non si trovano, poi, tanto male ed, infatti, il tasso di irregolarità dell’occupazione risulta particolarmente elevato nel settore dei Servizi alla persona (47,4% nel 2014, 2,4 punti percentuali in più del 2013), seguono a grande distanza l’agricoltura (17,5%), il Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (16,5%) e le Costruzioni (15,9%).

Nel 2014 le unità di lavoro irregolari sono 3 milioni 667 mila, in prevalenza dipendenti (2 milioni 595 mila), in significativo aumento sull'anno precedente (rispettivamente +180 mila e +157 mila). Il tasso di irregolarità, calcolato come incidenza delle unità di lavoro (ULA) non regolari sul totale, è pari al 15,7% (+ 0,7 punti percentuali rispetto al 2013).

Il valore aggiunto generato dall'economia non osservata nel 2014 deriva per il 46,9% (47,9% nel 2013) dalla componente relativa alla sotto-dichiarazione da parte degli operatori economici. La restante parte è attribuibile per il 36,5% all'impiego di lavoro irregolare (34,7% nel 2013), per l'8,6% alle altre componenti (fitti in nero, mance e integrazione domanda-offerta) e per l'8% alle attività illegali. L'incidenza sul valore aggiunto dei flussi generati dall'economia sommersa è particolarmente elevata nei settori delle Altre attività dei servizi (33,6% nel 2014), del Commercio, trasporti, attività di alloggio e ristorazione (25,9%) e delle Costruzioni (23,5%).

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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