Professione Ingegnere: crolla il numero di abilitati

Dopo aver acclarato la crisi di reddito degli Ingegneri (leggi articolo), cominciata nel lontano biennio 2006/2008 e andata avanti inesorabilmente fino ai no...

24/11/2016

Dopo aver acclarato la crisi di reddito degli Ingegneri (leggi articolo), cominciata nel lontano biennio 2006/2008 e andata avanti inesorabilmente fino ai nostri giorni, l'ultimo rapporto del Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha fatto il punto sulle abilitazioni professionali e quindi sulla quota dei laureati che ha sostenuto l'esame di abilitazione.

Nel 2015 sono complessivamente 9.421 gli abilitati (ingegneri e ingegneri iuniores), il numero più basso registrato negli ultimi 18 anni, praticamente la metà dei valori rilevati tra gli anni 2003 e 2006, quando il numero di abilitati ha anche superato la soglia dei 20mila laureati. L'abilitazione si è attestata, infatti, al 35,5% a fronte del 38,2% rilevato nel 2014 e del 41,3% del 2013. Nel complesso gli abilitati nel 2015 sono stati 9.421, uno dei valori più bassi registrati negli ultimi anni. Dal punto di vista regionale i dati parlano di una riduzione, soprattutto, nel Meridione e nel Centro Italia, mentre aumenta nelle regioni del Nord.

L'interpretazione dei dati fornita dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri parla di ribasso dovuto principalmente alla scelta dei giovani di intraprendere l'attività libero-professionale (per la quale è necessaria l'abilitazione e iscrizione all'albo e considerato che la maggior parte di questi proviene dalle classi di laurea in Ingegneria Civile e Ambientale) sono se "fortemente motivati".

"La libera professione - ha commentato Luigi Ronsivalle, Presidente del Centro Studi CNI - è diventata molto meno attrattiva di un tempo. Basti pensare che la redditività di uno studio professionale oggi non supera il 30/35. Va aggiunto che i compensi medi per le prestazioni di ingegneri e architetti si sono ridotti drasticamente negli ultimi anni per una molteplicità di fattori che vanno dall’abolizione della tariffa minima, che ha comportato una corsa a ribassi impensabili, all’enorme concorrenza: numerose figure professionali - ingegneri, architetti, geometri, periti - spesso si contendono lavori di modesta entità applicando sconti talvolta insostenibili. Infine va considerato che l’attività del professionista tecnico è gravata oggi da responsabilità e incombenze notevolmente superiori rispetto al passato. Pertanto non ci si può meravigliare del fatto che negli ultimi dodici anni il numero di nuove abilitazioni e iscrizioni all’Albo si sia dimezzato. In questo scenario gli Ordini devono diventare più attrattivi ampliando la loro gamma di servizi. Da parte loro i professionisti dovrebbero rivolgere l’attenzione a nuovi ruoli, campi e attività di consulenza, propri dell’ingegnere che possono aprire prospettive di lavoro in ambiti nei quali la concorrenza di altre figure professionali è meno forte (PMI, BIM, Risk Management, ecc. )".

L'analisi del Centro Studi evidenzia, inoltre, come il trend al ribasso risulti essere più marcato nei laureati di primo livello, i quali in pochi prendono in considerazione l’ipotesi di conseguire l’abilitazione professionale (ogni 100 laureati triennali si registrano appena 2,9 abilitati).

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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