Rappresentanza: il Consiglio Nazionale Ingegneri risponde al Comitato delle Professioni Tecniche

Con una nota del 7 ottobre scorso indirizzata al Ministero della Giustizia ed al Consiglio Nazionale degli Ingegneri, il Comitato delle professioni tecniche,...

25/11/2016

Con una nota del 7 ottobre scorso indirizzata al Ministero della Giustizia ed al Consiglio Nazionale degli Ingegneri, il Comitato delle professioni tecniche, chiedeva un parere del Ministero sui Compiti e funzioni del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e della Rete delle Professioni Tecniche (leggi news). In pratica, nella citata nota, il Comitato delle Professioni Tecniche ha chiesto al Ministro della Giustizia Andrea Orlando di chiarire in modo circostanziato ed inequivocabile:

  • se sia nel diritto di tale ente costituirsi a nome degli iscritti in un'associazione che ne estende il compito ad ambiti non contemplati dalla legge;
  • se sia possibile per CNI esprimersi a nome degli iscritti agli Ordini su argomenti tecnici, ovvero che non riguardano strettamente lo svolgimento della professione;
  • se sia lecito che il CNI si esprima senza una specifica richiesta da parte della Pubblica Amministrazione.

La risposta del Consiglio nazionale degli Ingegneri non si è fatta attendere ed in un nota dell’11 novembre scorso, inviata al Ministro Orlando ed al Presidente del Comitato per le professioni tecniche il CNI ha fatto alcune semplici considerazioni con le quali è stato ribadito che è precipuo compito istituzionale del CNI fornire pareri “sui progetti di legge e di regolamento” concernenti la professione di ingegnere e sulla loro interpretazione. E’ stato, inoltre, confermato come ogni iniziativa assunta dal CNI, laddove sia stato chiamato, autonomamente o tramite la Rete delle professioni tecniche, a fornire un parere, è sempre stata finalizzata alla tutela e allo sviluppo del titolo professionale di ingegnere e alla promozione degli interessi di categoria. E’ stato, per ultimo, osservato che il CNI è stato consultato e chiamato a intervenire in sedi istituzionali (come ad es. le audizioni nelle competenti commissioni parlamentari) e ha, quindi, fornito pareri solo a seguito di una specifica ed espressa richiesta delle istituzioni e delle amministrazioni interessate.

Il CNI ha aggiunto, anche, che è evidente che l'ampliamento delle attribuzioni  riservate  ai  Consigli nazionali degli ordini e collegi, ivi incluso il Consiglio nazionale degli Ingegneri, riflette pienamente l'accresciuta rilevanza sul piano economico-sociale del ruolo degli ordini e dei collegi professionali, quali enti pubblici non economici chiamati, in ultima analisi, a vigilare sulla tutela del titolo professionale a beneficio sia dei professionisti iscritti, sia del legittimo affidamento dell'utenza sulla qualità delle prestazioni professionali rese. Ha, poi, precisato come appaia singolare la preoccupazione formulata dal Comitato per le professioni tecniche, che il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, autonomamente ovvero per il tramite della Rete delle professioni tecniche, possa aver agito al di fuori delle competenze riconosciute dalla legge, per interessi non riconducibili a quelli della categoria professionale rappresentata e in assenza di una specifica richiesta da parte della pubblica amministrazione.

Il CNI ha concluso, quindi, ritenendo che la nota trasmessa dal Comitato professioni tecniche al Ministro vigilante sia errata nei suoi presupposti e nelle sue prospettazioni e rifletta una poco comprensibile volontà di svalutare l'attività e la funzione esercitata dal CNI stesso nell'interesse della categoria.

Non si è fatta attendere la risposta del Comitato delle Professioni Tecniche. "Premesso che la richiesta formulata dal Comitato Professioni Tecniche non ha la finalità di sminuire o screditare l'operato del Consiglio Nazionale - ha precisato Michele Privitera, Presidente del Comitato - si è voluto mettere in evidenza un'impostazione che pone, a nostro avviso, un grosso limite alle azioni sindacali della categoria".

Come precisato dal Presidente Privitera "Il CNI risponde che l'azione "è sempre stata finalizzata alla tutela e allo sviluppo del titolo professionale di ingegnere e alla promozione degli interessi di categoria". Tale risposta non è, a nostro avviso pertinente, perché il Comitato ha voluto attirare l'attenzione sul problema della rappresentanza. I Consigli nazionali degli Architetti e degli Ingegneri sono dirette emanazioni del Ministero della Giustizia (anomalia tutta e solo italiana); questi Consigli hanno costituito un Coordinamento chiamato Rete delle Professioni Tecniche pertanto che si pone come interlocutore del Governo. Ciò che si eccepisce è l'autoreferenzialità di questo sistema. Convinti che le istanze della categoria si debbano portare avanti con un'azione combinata degli Ordini e delle libere associazioni, rimaniamo in attesa di conoscere la corrispondenza tra il Ministero ed il CNI o di ricevere una risposta dal Ministero stesso".

Certi che la questione non si chiuderà facilmente rimettiamo come sempre a voi l'ultima parola.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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