Istat e Indici prezzi al consumo novembre 2016: Lieve ripresa dell’inflazione

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Novembre 2016; l'indice dei prezzi al consumo per le f...

15/12/2016

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Novembre 2016; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati si è, dunque, attestato per il mese di novembre 2016 con la nuova base 2015 sul valore di 100,00 con nessuna variazione rispetto a quello del mese precedente.
La variazione mensile è stata dello 0,0 % e quella annua del +0,1%. Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Novembre 2016 ed il 14 Dicembre 2016, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2015 del +1,445093%.

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

Nel mese di novembre 2016, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,1% su base mensile e registra un aumento dello 0,1% rispetto a novembre 2015 (era -0,2% a ottobre). La stima preliminare è confermata.

La lieve ripresa dell'inflazione è dovuta soprattutto agli andamenti dei prezzi dei servizi, tra i quali spiccano la ripresa dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,7%, la variazione era nulla a ottobre) e l’accelerazione della crescita di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (+0,9, da +0,6% di ottobre). Tra i beni, contribuiscono al ritorno in territorio positivo dell’inflazione sia i prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+0,3%, da -0,9% di ottobre) sia quelli degli Alimentari non lavorati (+0,2%, da -0,4%), bilanciati però dal rallentamento dei prezzi dei Beni durevoli (+0,2%, da +0,6%).

Pertanto, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si amplia rispetto a ottobre 2016, portandosi a 0,9 punti percentuali,, con i prezzi dei beni che fanno registrare una flessione pari a -0,4% come quella di ottobre, mentre il tasso di crescita dei prezzi dei servizi sale a +0,5, da +0,1% del mese precedente.

Sia l’“inflazione di fondo”, calcolata al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, sia l’inflazione al netto dei beni energetici, segnano un’accelerazione della crescita attestandosi entrambe a +0,4%, da +0,2% di ottobre. L’inflazione acquisita per il 2016 risulta pari a -0,2% (era -0,1 a ottobre).

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dello 0,4% su base mensile e registrano una diminuzione dello 0,1% su base annua (era -0,2% a ottobre).

I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto aumentano dello 0,3% in termini congiunturali e registrano una crescita su base annua dello 0,5%, da +0,2% del mese precedente.

L’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA) diminuisce dello 0,2% su base mensile e aumenta dello 0,1% su base annua (da -0,1% di ottobre), confermando la stima preliminare.

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +0,075% e l'indice biennale al +0,075%
L'Istat spiega che, nel mese di novembre 2016, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nei capitoli Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,5%), Abbigliamento e calzature, Abitazione, acqua, elettricità e combustibili, Istruzione, Altri beni e servizi  (+0,1% per tutti e quattro).

Variazioni nulle si sono registrate nei sei capitoli Mobili articoli e servizi per la casa, Servizi sanitari e spese per la salute.
Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli Servizi ricettivi e di ristorazione (-1,3%), Comunicazioni (-0,7%), Trasporti (-0,4%), Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,3%).

Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi (+1,9%), Trasporti, Servizi ricettivi e di ristorazione, Altri beni e servizi (+0,7% per tutti e tre).

Quelli più contenuti si sono registrati nei capitoli Abbigliamento e calzature (+0,5%), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,4%), Mobili articoli e servizi per la casa, (+ 0,2%).
Incrementi tendenziali nulli si sono registrati nel capitolo Prodotti alimentari e bevande analcoliche.
Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli Comunicazioni (-2,5%), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-1,9%), Istruzione (-0,9%).
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati soltanto nelle città di Trieste (+0,8%), Firenze e Venezia (+0,6% per entrambe), Bologna, Napoli e Bolzano (+0,5% per tutte e tre), Aosta e Cagliari (+0,2% per tutte e due), Genova e Perugia (+0,1% per tutte e due); nelle città di Bari, Trento, Catanzaro e Palermo non si sono registrati aumenti tendenziali, mentre nelle altre città sono tutti negativi: ad Ancona e Milano (-0,1%), Potenza, Torino e Roma (-0,2% per tutte e tre).
I prossimi indici saranno pubblicati il 16 Gennaio 2017.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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