Lauree professionalizzanti, dal Cnpi piena soddisfazione sul nuovo documento Miur

“Il documento sulle lauree professionalizzanti elaborato dalla cabina di regia voluta dal ministro dell’Istruzione, università e ricerca Valeria Fedeli - che...

11/08/2017

Il documento sulle lauree professionalizzanti elaborato dalla cabina di regia voluta dal ministro dell’Istruzione, università e ricerca Valeria Fedeli - che ringrazio insieme al sottosegretario Gabriele Toccafondi - è un ottimo testo da cui partire per costruire il nuovo percorso accademico”.

Queste le parole del presidente del Consiglio nazionale dei periti industriali e dei periti industriali laureati Giampiero Giovannetti in riferimento al documento elaborato dal Miur e finalizzato a coordinare l’offerta formativa degli ITS (Istituti tecnici superiori) con le lauree professionalizzanti delle Università.

"Il documento - precisa il presidente del Cnpi - recepisce molte delle istanze della categoria, in particolare quella di rendere il percorso abilitante, al pari di ciò che accade attualmente per le professioni sanitarie. Un altro elemento per noi positivo è il chiaro riferimento alle Direttive europee e in particolare al Quadro europeo delle qualificazioni (Eqf) su cui come categoria non solo ci battiamo da anni ma abbiamo costruito la nostra riforma ordinamentale. Lo sosteniamo da tempo ormai: per esercitare una professione intellettuale e mantenere il VI livello Eqf è necessaria una laurea triennale. Il percorso professionalizzante va esattamente nella direzione di creare una formazione a misura di professione tecnica, ricucendo quello strappo evidente tra questo mondo e quello della formazione”.

"Del resto - ricorda ancora il presidente Giovannetti citando i dati del Rapporto del centro studi di categoria - l’introduzione delle lauree professionalizzanti in ambito tecnico ingegneristico, potrebbe coinvolgere annualmente circa 10 mila studenti: di questi più di 4mila provenienti dal recupero dei fenomeni di dispersione che si registrano nelle discipline ingegneristiche, (a 6 anni dall’immatricolazione in un corso di laurea triennale di ingegneria il 29% ha abbandonato gli studi, il 50% si è laureato, mentre il 21% risulta ancora iscritto); quasi 4 mila invece nuove immatricolazioni di diplomati tecnici che rischiano di non lavorare e non studiare".

Guai - continua ancora Giovannetti - a considerare queste lauree come delle mini lauree o come un percorso di serie B, perché non è così. Si tratta di corsi che puntano a formare, chiavi in mano, quei tecnici che richiede il mercato -si parla di 2milioni di opportunità occupazionali per questi profili nei prossimi 10 anni- e che spesso non si trovano a causa di un sistema formativo inadeguato. Né bisogna confonderli con gli Istituti tecnici superiori perché, come sottolinea lo stesso documento, i primi sono “Scuole speciali per le tecnologie applicate” e le seconde, cioè le lauree professionalizzanti “percorsi di studio orientati verso le professioni regolamentate”.

Siamo così convinti del successo di quest’iniziativa - conclude il Presidente del CNPI - che contribuiremo in ogni modo, come invita la stessa bozza di documento, alla costruzione concreta dei percorsi nei singoli atenei. Sia con la collaborazione dei nostri organismi territoriali per la sottoscrizione delle convenzioni, sia mettendo a disposizione i nostri professionisti per lo svolgimento dei tirocini professionalizzanti. Certo il successo dell’operazione dipenderà anche da come la filiera università-impresa-professioni sarà capace lavorare in sinergia. Questa è una grande occasione per il sistema formativo, è una sfida per il Paese che non possiamo permetterci di perdere”.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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