Mentre alcuni quotidiani nazionali ed alcuni portali sull’edilizia
riportano con grande risalto la notizia dell’applicazione della
tassa anche alle gare per servizi e forniture e dell’esenzione per
quelle sotto i 150 mila euro, l’
Autorità per la vigilanza sui
contratti pubblici di lavori, servizi e forniture con uno
scarno avviso messo in evidenza sul sito smentisce in parte la
notizia precisando testualmente:
«Si informano i soggetti di cui all’art.1 della deliberazione
del Consiglio dell’Autorità del 26 gennaio 2006 che la notizia
relativa alla presunta sospensione della stessa è priva di
fondamento. Pertanto gli obblighi che da essa derivano sono tuttora
vigenti».
Evidentemente l’Autorità vuole sgombrare il campo su possibili
equivoci che potrebbero far pensare ad una sospensione della tassa
mentre si tratta, invece di una modifica della situazione attuale
scaturente dall’applicazione della tassa stessa anche alle gare per
servizi e forniture con contestuale esenzione della tassa per le
gare sotto i 150 mila euro; quindi
nessuna sospensione ma
soltanto modifiche di adeguamento al nuovo Codice degli
appalti, in vigore dall’1 luglio scorso (tassa sulle gare per
servizi e forniture) ma anche per venire incontro alle numerose
richieste delle stazioni appaltanti e dell’Associazione nazionale
comuni italiani (ANCI).
Molte amministrazioni ritengono la
tassa sui contratti di
modesta entità un adempimento sproporzionato rispetto all’importo
dell’appalto ed i versamenti un appesantimento eccessivo per
gare o affidamenti di portata minore.
Nella decisione hanno avuto un notevole peso le verifiche sul
gettito di questi primi mesi di sperimentazione ed, infatti,
dal
20 febbraio scorso ad oggi, la tassa sulle gare ha portato
nelle casse dell’Autorità circa
23 milioni di euro, cifra
superiore ai 19 milioni prima concessi sotto forma di contributo
pubblico ma anche i fatto che l’importo complessivo è destinato a
salire notevolmente, soprattutto grazie all’apporto della grande
massa di gare di fornitura di beni.
La tassa sulle gare era stata prevista dalla Finanziaria 2006.
La manovra aveva tagliato i fondi all’Autorità ed aveva posto il
“sostentamento” della stessa a carico degli utenti diretti e,
quindi, delle amministrazioni pubbliche in quanto stazioni
appaltanti e le imprese partecipanti alle gare, nonché delle
società di attestazione (SOA).
Dal 20 febbraio scorso quindi è diventato obbligatorio, quindi,
versare all’Autorità una quota stabilita in base alla fascia di
importo dell’appalto, pena l’esclusione dalle gare stesse.
Gli importi variano, in atto, dai 50 euro per le stazioni
appaltanti, per le gare fino a 150 mila fino ai 500 euro per
importi oltre i 5 milioni ed a tutti i concorrenti, invece, viene
richiesta una quota tra 20 e i 100 euro per le stesse fasce di
importo.
Con la nuova rimodulazioe, le amministrazioni aggiudicatrici
dovranno versare da 150 euro (per gare fino a 500mila euro) a 500
euro (per le gare oltre i 5 milioni) mentre le imprese partecipanti
pagheranno da 30 euro (per le gare da 150 mila a 500 mila euro)
fino a 100 euro (per le gare oltre i 5 milioni ).
Questa nuova rimodulazione, decisa dal Consiglio dell’Autorità,
come abbiamo avuto modo già di precisare, dal fatto che dal primo
luglio scorso (data di entrata in vigore del Codice dei contratti),
la sorveglianza dell’Autorità è stata estesa anche alle gare
relative agli appalti di servizi e forniture ai quali dovrà essere
applicata la tassa.
La proposta dell’Autorità non è immediatamente operativa perché
deve essere inviata alla Presidenza del Consiglio e al ministero
dell’Economia che avranno 20 giorni di tempo per eventuali
osservazioni e modifiche che l’Autorità dovrà, successivamente,
recepire; se invece non ci saranno interventi scatterà il silenzio
assenso e la nuova rimodulazione scatterà dal giorno successivo
alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale o da quello stabilito
dalla stessa delibera dell’Autorità.
Se l’iter non riserverà sorprese è possibile ipotizzare che la
nuova rimodulazione avrà inizio con i primi giorni dell’anno
prossimo, in coincidenza con la partenza del sistema di pagamento
telematico; mentre, infatti, finora i versamenti si accettano solo
su conto corrente postale o presso le Tesorerie provinciali, da
gennaio dovrebbe partire la riscossione telematica che renderà
possibile il pagamento on line tramite il codice informatico
assegnato a ogni gara, affidata a Poste spa, che ha vinto l’asta
per il servizio.
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