TASSA SULLE GARE

12/12/2006

Mentre alcuni quotidiani nazionali ed alcuni portali sull’edilizia riportano con grande risalto la notizia dell’applicazione della tassa anche alle gare per servizi e forniture e dell’esenzione per quelle sotto i 150 mila euro, l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture con uno scarno avviso messo in evidenza sul sito smentisce in parte la notizia precisando testualmente:

«Si informano i soggetti di cui all’art.1 della deliberazione del Consiglio dell’Autorità del 26 gennaio 2006 che la notizia relativa alla presunta sospensione della stessa è priva di fondamento. Pertanto gli obblighi che da essa derivano sono tuttora vigenti».

Evidentemente l’Autorità vuole sgombrare il campo su possibili equivoci che potrebbero far pensare ad una sospensione della tassa mentre si tratta, invece di una modifica della situazione attuale scaturente dall’applicazione della tassa stessa anche alle gare per servizi e forniture con contestuale esenzione della tassa per le gare sotto i 150 mila euro; quindi nessuna sospensione ma soltanto modifiche di adeguamento al nuovo Codice degli appalti, in vigore dall’1 luglio scorso (tassa sulle gare per servizi e forniture) ma anche per venire incontro alle numerose richieste delle stazioni appaltanti e dell’Associazione nazionale comuni italiani (ANCI).
Molte amministrazioni ritengono la tassa sui contratti di modesta entità un adempimento sproporzionato rispetto all’importo dell’appalto ed i versamenti un appesantimento eccessivo per gare o affidamenti di portata minore.
Nella decisione hanno avuto un notevole peso le verifiche sul gettito di questi primi mesi di sperimentazione ed, infatti, dal 20 febbraio scorso ad oggi, la tassa sulle gare ha portato nelle casse dell’Autorità circa 23 milioni di euro, cifra superiore ai 19 milioni prima concessi sotto forma di contributo pubblico ma anche i fatto che l’importo complessivo è destinato a salire notevolmente, soprattutto grazie all’apporto della grande massa di gare di fornitura di beni.

La tassa sulle gare era stata prevista dalla Finanziaria 2006.
La manovra aveva tagliato i fondi all’Autorità ed aveva posto il “sostentamento” della stessa a carico degli utenti diretti e, quindi, delle amministrazioni pubbliche in quanto stazioni appaltanti e le imprese partecipanti alle gare, nonché delle società di attestazione (SOA).
Dal 20 febbraio scorso quindi è diventato obbligatorio, quindi, versare all’Autorità una quota stabilita in base alla fascia di importo dell’appalto, pena l’esclusione dalle gare stesse.
Gli importi variano, in atto, dai 50 euro per le stazioni appaltanti, per le gare fino a 150 mila fino ai 500 euro per importi oltre i 5 milioni ed a tutti i concorrenti, invece, viene richiesta una quota tra 20 e i 100 euro per le stesse fasce di importo.

Con la nuova rimodulazioe, le amministrazioni aggiudicatrici dovranno versare da 150 euro (per gare fino a 500mila euro) a 500 euro (per le gare oltre i 5 milioni) mentre le imprese partecipanti pagheranno da 30 euro (per le gare da 150 mila a 500 mila euro) fino a 100 euro (per le gare oltre i 5 milioni ).
Questa nuova rimodulazione, decisa dal Consiglio dell’Autorità, come abbiamo avuto modo già di precisare, dal fatto che dal primo luglio scorso (data di entrata in vigore del Codice dei contratti), la sorveglianza dell’Autorità è stata estesa anche alle gare relative agli appalti di servizi e forniture ai quali dovrà essere applicata la tassa.
La proposta dell’Autorità non è immediatamente operativa perché deve essere inviata alla Presidenza del Consiglio e al ministero dell’Economia che avranno 20 giorni di tempo per eventuali osservazioni e modifiche che l’Autorità dovrà, successivamente, recepire; se invece non ci saranno interventi scatterà il silenzio assenso e la nuova rimodulazione scatterà dal giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale o da quello stabilito dalla stessa delibera dell’Autorità.

Se l’iter non riserverà sorprese è possibile ipotizzare che la nuova rimodulazione avrà inizio con i primi giorni dell’anno prossimo, in coincidenza con la partenza del sistema di pagamento telematico; mentre, infatti, finora i versamenti si accettano solo su conto corrente postale o presso le Tesorerie provinciali, da gennaio dovrebbe partire la riscossione telematica che renderà possibile il pagamento on line tramite il codice informatico assegnato a ogni gara, affidata a Poste spa, che ha vinto l’asta per il servizio.

A cura di Paolo Oreto


© Riproduzione riservata