I consigli di amministrazione di
Autostrade e
Abertis
non vedono la possibilità per proseguire nel progetto di fusione
alla pari deliberato dalle assemblee in giugno e contrastato dal
governo italiano alla ricerca di garanzie su investimenti e
governance.
All'assemblea di Autostrade sarà dunque proposto di non deliberare
sulla distribuzione del dividendo straordinario di oltre 2 miliardi
di euro legato al progetto di incorporazione nella società
spagnola.
E' quanto si legge in una nota congiunta di Autostrade e Abertis in
cui si auspica che in futuro possano ricrearsi le condizioni per
una fusione che avrebbe creato il primo gestore mondiale a
pagamento di Autostrade.
”I cda di Autostrade e Abertis sono pervenuti - si legge nella nota
- alla comune constatazione della
impossibilità di procedere
alla esecuzione della fusione approvata dalle rispettive assemblee
il 30 giugno 2006”.
Agli azionisti di Autostrade verrà proposto di non deliberare sulla
distribuzione del dividendo straordinario “in quanto sono
sopravvenute insuperabili circostanze ostative all'attuazione della
fusione”.
Le due società considerano comunque valido il progetto e auspicano
“che in futuro si possano ricreare le condizioni per riconsiderare
il progetto e a tal fine intendono proseguire congiuntamente
nell'azione e nel dialogo a livello istituzionale”.
Tra le iniziative del governo che hanno ostacolato la fusione, la
modifica della normativa che regola le concessioni autostradali e
che impone, oltre a nuove regole per il calcolo delle tariffe, la
stesura di una nuova concessione entro un anno.
“E' esattamente quanto ci si aspettava. I tempi delle società erano
diversi da quelli della politica. Riuscire ad arrivare ad un
accordo prima di dicembre non era possibile”, commenta
Roberto
Mascarello di Kepler.
"Il titolo - ha aggiunto - potrebbe essere guidato dalle
dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture
Antonio Di
Pietro, che dovrà ora dire cosa ne sarà del settore autostrade
in Italia".
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