Una disciplina speciale, semplificata nelle procedure ed essenziale
nei contenuti, che consentirà di realizzare celermente il complesso
degli interventi ricostruttivi, in particolare per quanto riguarda
i centri storici.
Sono questi gli obiettivi generali contenuti nel progetto di legge
– varato nell’ultima seduta della Giunta regionale - illustrato a
sindaci delle zone terremotate dal Commissario delegato alla
ricostruzione e presidente della Regione Vasco Errani e
dall’assessore regionale alle attività produttive Gian Carlo
Muzzarelli. La proposta di legge ('Norme per la ricostruzione nei
territori interessati dal sisma del 20 e 29 maggio 2012') inizia
così l’iter di approvazione e già nelle prossime settimane sarà al
vaglio dell’Assemblea legislativa regionale.
L’intervento normativo - salvaguardando il diritto dei cittadini
alla ricostruzione degli immobili distrutti dal sisma, nelle
condizioni e nel luogo in cui si trovavano - consentirà di
accompagnare gli interventi di riparazione o ricostruzione con il
miglioramento delle prestazioni sismiche ed energetiche degli
edifici e della qualità urbana perseguendo, quanto più è possibile,
la tutela del patrimonio storico-culturale. Per immobili, edifici
pubblici e privati, infrastrutture nonché dotazioni territoriali
che costituiscono beni culturali la Giunta regionale predisporrà,
d’intesa con il Commissario delegato, un programma specifico.
Cosa prevede il progetto di legge
Nei centri storici, nei nuclei storici non urbani e negli edifici
vincolati dalla pianificazione, l’attività di ricostruzione dovrà
essere finalizzata, quanto più possibile, alla conservazione dei
tessuti edilizi preesistenti al sisma, con il miglioramento delle
loro prestazioni sismiche ed energetiche. Viceversa, quando gli
edifici siano completamente crollati (oppure danneggiati in modo
gravissimo e dunque recuperabili solo attraverso interventi di
demolizione e ricostruzione), la proposta di legge precisa che si
dovranno considerare decadute le previgenti disposizioni della
pianificazione urbanistica che vincolavano l’edificio
originario.
Resta invariata l’eventuale disciplina urbanistica operante per la
tutela dei caratteri peculiari dei tessuti storici, urbani e non
urbani, in cui la nuova costruzione si colloca.
Una specifica disciplina è prevista per gli aggregati urbani da
recuperare attraverso una progettazione unitaria degli interventi
stabilendo la necessità per il Comune di individuare le Unità
minima di intervento (Umi), che dovranno presentare un’unica
istanza di finanziamento e un unico progetto di riparazione e
ricostruzione del complesso edilizio.
La proposta di legge prevede anche la definizione di uno strumento
urbanistico di natura operativa, il ‘Piano della ricostruzione’,
diretto a disciplinare, in modo coordinato ed omogeneo, gli
interventi attinenti alla ricostruzione, perseguendo nel contempo
il miglioramento della funzionalità e qualità dei servizi urbani e
una maggiore qualificazione del patrimonio edilizio, in termini di
sicurezza ed efficienza energetica. Il Piano potrà stabilire la
delocalizzazione degli edifici distrutti o danneggiati che
risultino collocati in ambiti inidonei alla edificazione, per
ragioni geomorfologiche o ambientali, ovvero da ricostruire in una
diversa posizione per consentire di realizzare significative
trasformazioni fisiche e funzionali dei tessuti urbani. La
formazione e l’approvazione del piano avvengono con procedure
estremamente celeri e semplificate. La proposta prevede anche la
riduzione dello sprawl nelle campagne. Per il territorio rurale ci
sono speciali disposizioni che consentono di ridurre la densità
insediativa, ammettendo l’accorpamento degli edifici rurali sparsi
facenti parte di un’unica azienda agricola e la delocalizzazione
dei fabbricati non più funzionali all’attività agricola. Ci sarà
anche la possibilità di modificare la sagoma degli edifici (non
sottoposti a qualche vincolo) e ridurne la volumetria. Per gli
edifici vincolati dalla pianificazione, che siano stati solo
danneggiati dal sisma, la proposta di legge non ammette
trasformazioni che ne compromettano il valore storico culturale o
testimoniale. Prevede, inoltre, appositi incentivi per il fedele
recupero degli edifici, da stabilirsi attraverso il Piano della
ricostruzione. In assenza di tali misure premiali si prevede la
possibilità di aumentare il numero delle unità immobiliari, se ciò
risulti compatibile con la disciplina di tutela.
a cura di www.regione.emilia-romagna.it
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