INDICI DICEMBRE 2006

18/01/2007

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Dicembre 2006; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati si è, dunque, attestato per il mese di Dicembre 2006 sul valore di 128,4 con una piccola variazione positiva rispetto a quello del mese precedente.
La variazione mensile è stata dello +0,100% e quella annua dell’1,8%. Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Dicembre 2006 ed il 14 Gennaio 2007, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2005 dello 2,74703%. Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato all'1,275% e l'indice biennale al 2,700%.

L’Istat spiega che, nel mese di dicembre 2006, per quanto concerne l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, gli aumenti congiunturali più significativi si sono verificati nei capitoli Ricreazione, spettacoli e cultura (più 0,4 per cento per tutti e quattro) e Prodotti alimentari e bevande analcoliche (più 0,2 per cento per tutti e quattro).
Variazioni nulle si sono verificate nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi, Abbigliamento e calzature, Istruzione, Servizi ricettivi e di ristorazione e Altri beni e servizi.
Variazioni negative si sono registrate nei capitoli Comunicazioni (meno 0,7 per cento) e Servizi sanitari e spese per la salute (meno 0,2 per cento).
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi (più 5,0 per cento), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (più 4,8 per cento) e Prodotti alimentari e bevande analcoliche (più 2,7 per cento).
Variazioni tendenziali negative si sono registrate nei capitoli Comunicazioni (meno 4,8 per cento) e Servizi sanitari e spese per la salute (meno 2,4 per cento).

Nell’ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati si sono verificati nelle città di Bari (più 2,3 per cento), Genova (più 2,1 per cento), Torino, L’Aquila e Cagliari (più 2,0 per cento per tutte e tre); quelli più moderati hanno riguardato le città di Trieste e Campobasso (più 1,1 per cento per entrambe), Aosta (più 1,4 per cento) e Trento (più 1,5 per cento).

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