Il 18 gennaio scorso è stata presentata a Roma davanti il Ministro
dei trasporti, Alessandro Bianchi, il sindaco di Roma, Walter
Veltroni, l’assessore romano all’ambiente, Dario Esposito, il
sindaco di Catania, Umberto Scapagnini e i direttori dell’Arpa
locali, l’edizione 2006 del Rapporto APAT , nel quale il Ministro
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Alfonso
Pecoraro Scanio ha annunciato di stare lavorando ad un progetto di
riforma che punterà alla riduzione dei rifiuti urbani, al fine di
avvicinare l’Italia agli standard dell’unione Europea.
Il rapporto rappresenta uno strumento prezioso per la
pianificazione di politiche di sostenibilità, nella terza edizione
l’analisi è stata estesa a tutti i capoluoghi di provincia con
popolazione superiore a 150.000 abitanti.
Nel corso del dibattito, il ministro Alfonso Pecoraro Scanio ha
sottolineato l’esigenza di investire in ricerca e in strumenti
statistici in grado di consentire una veritiera analisi dei
risultati: “Abbiamo bisogno di freschezza dei dati perché in tema
di ambiente la disponibilità e la capacità di verificare il
riscontro è di massima importanza. Quindi occorre investire nella
costanza del riscontro per conoscere le esigenze e stilare delle
normative ma anche utilizzare le risorse.”
Il sindaco Veltroni ha, invece, sottolineato l’importanza della
qualità ambientale come “cuore sistemico delle scelte che si
operano in tutte le nostre città; sono stati messi in campo
interventi che hanno valore di merito e valore formativo per la
coscienza dei cittadini.” Il sindaco ha anche parlato delle cinque
emergenze ambientali per Roma:
- implementazione della metropolitana, cuore del nostro sforzo e
dei nostri impegni finanziari;
- la soluzione al problema della raccolta differenziata dei
rifiuti e degli imballaggi;
- la pedonalizzazione dei centri storici;
- l’utilizzo obbligatorio di energie rinnovabili;
- il sostegno alle tecnologie”.
Sintetizzando alcuni degli indicatori illustrati più
dettagliatamente nel Rapporto, si evince la necessità di ridurre le
concentrazioni di polveri sottili(PM10), ozono e biossido di azoto.
Già a fine giugno 2006 nel 77% dei punti di osservazione è stato
superato il valore limite giornaliero della concentrazione di PM10.
Per l’ozono, nel 2005, nel 75% degli agglomerati è stata superata
almeno una volta la soglia di informazione al pubblico. Nel 2005 si
sono registrati nel 95% degli agglomerati superamenti del limite
annuale di concentrazione del biossido di azoto che andrà in vigore
nel 2010.
Il trasporto su strada costituisce la principale sorgente
emissiva di PM10 per più della metà delle città considerate; per
Roma il contributo stimato del trasporto su strada sul totale delle
emissioni di PM10 è pari al 70%. Il contributo del settore
industriale è consistente in particolar modo per i comuni in cui
sono localizzati grandi poli industriali: Taranto (93%), Venezia
(75%) e Genova (49%). Il trasporto su strada è la principale
sorgente emissiva anche per gli altri inquinanti che contribuiscono
alle alte concentrazioni di PM10, ozono e biossido di azoto.
Più confortante la situazione relativa alle concentrazioni di
monossido di carbonio, benzene, piombo e biossido di zolfo che,
dall'analisi delle serie storiche dal 1993 al 2005, risultano
essere ormai sotto controllo con pressoché nessun superamento del
limite per monossido di carbonio, piombo e biossido di zolfo e un
trend decrescente, oramai consolidato, per il benzene. In
particolare, per il 2005 risulta la totale assenza di superamenti
per il monossido di carbonio, piombo e biossido di zolfo mentre
superamenti del valore limite per il benzene che andrà in vigore
nel 2010 sono stati registrati nel 25% delle aree urbane
analizzate.
© Riproduzione riservata