Recenti studi condotti da Cittadinanzattiva e Legambiente hanno
evidenziato delle situazioni allarmanti per quanto concerne la
sicurezza delle strutture scolastiche italiane. In particolare su
40.000 strutture italiane circa 26.000 (il 65%) presentano carenze
strutturali più o meno pericolose. Le scuole rischiano di non
reggere eventuali scosse sismiche, gli edifici non sono conformi
alle attuali norme sulla sicurezza previste dalla legge 626/94,
hanno ancora barriere architettoniche e in parecchi casi non
possiedono le tre certificazioni obbligatorie (certificato di
agibilità statica, igienico-sanitaria, prevenzione incendi).
Nonostante il ricordo del crollo della scuola elementare di San
Giuliano sia ancora fresco nella memoria di molti, la situazione si
presenta particolarmente allarmante e ad oggi i fondi stanziati
riescono a coprire solo il 5% degli interventi, con il pericolo
fondato che si riproponga una tragedia come quella del 31 ottobre
2002, che sconvolse il Molise e l’Italia intera.
In questo contesto, arriva forte l’allarme della Protezione Civile
che lancia l’appello per l’istituzione di un piano pluriennale per
far fronte alla gravità della situazione. Come più volte
sottolineato, l’ammontare necessario per rendere sicure le scuole
da eventuali terremoti, in particolare nelle zone a maggior rischio
sismico (area appenninica, centro-sud e Friuli-Venezia Giulia), è
pari a quello di una Finanziaria. Per questo motivo non si pretende
che si risolvano tutti i problemi nel breve, ma che almeno si
pianifichi un piano di 15-20 anni, che sia un chiaro segnale di
ripresa.
Notevole rimane anche il problema dell’amianto. L’ultimo rapporto
di Legambiente indica che nel 10,28% delle scuole di base sono
ancora presenti strutture con amianto, mentre nelle scuole
superiori la presenza accertata o sospetta è pari al 7,33%.
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