“La posizione che il ministero dell’ambiente ha assunto sui
termovalorizzatori in Sicilia è nota. Avevamo detto che c’erano
delle autorizzazioni irregolari e in base a ciò io ho già firmato
il provvedimento di revoca delle autorizzazioni dei
termovalorizzatori in Sicilia”.
È quanto ha dichiarato ai giornalisti il ministro dell’ambiente e
del mare
Alfonso Pecoraro Scanio (Verdi), intervenuto
all’incontro “Il clima cambia cambiamo l’Economia cominciando da
Palermo” tenutosi il
28 gennaio al Jolly Hotel di
Palermo.
Sull’emergenza ambiente siciliano il ministro dell’ambiente ha pure
precisato che “Dopo il provvedimento di revoca esecutivo, verranno
stabiliti i termini con cui saranno fatti in Sicilia quei
sopralluoghi sulle emissioni che non sono stati fatti. Ho notizia -
ha proseguito - che il ministro dello sviluppo economico e il
ministro della sanità hanno finalmente superato alcune resistenze e
spero che in questi giorni firmeranno, come ho già fatto io, il
provvedimento di revoca” .
“Il Provvedimento, che spetta al ministro dell'ambiente - ha poi
detto - è atto dovuto per verificare se le cose vengono fatte male,
e in questo caso la revoca delle autorizzazioni alle emissioni in
atmosfera è competenza mia. Il ministero all’ambiente controlla
sulle emissioni ma il Piano rifiuti rimane comunque di competenza
delle Regioni e non certo del ministro dell’ambiente”.
“Al momento - ha poi concluso il ministro prima di prendere parte
al dibattito sull’ambiente in Sicilia e a Palermo - il
provvedimento porta solo la mia firma. Io solo al momento risulto
il firmatario per le emissioni di quegli impianti, gli altri
ministeri non hanno ancora firmato. Considerato che noi soli
continuiamo ad insistere sulla revoca di quelle emissioni, che non
si possono autorizzare tali impianti senza le giuste verifiche, a
me sembra che per gli altri ministeri sia un atto dovuto”.
Rispondendo ai giornalisti sui quattro termovalorizzatori in
Sicilia, il ministro Pecoraio Scanio, non ha detto dunque che i
termovalorizzatori non si faranno più. Ma che se devono essere
fatti devono essere realizzati nel rispetto della salute e
dell’ambiente. Altra fiamma sul fuoco.
Rimane infatti aperta quindi la querelle che vede schierati i
sostenitori (il governo regionale) e i contrari (le associazioni
spontanee dei residenti) all’installazione dei quattro inceneritori
in Sicilia. Se i tre ministeri firmeranno la revoca alla
costruzione dei termovalorizzatori per irregolarità di emissioni in
atmosfera, si risolverà solo uno dei punti deboli di questi
sistemi. Rimangono tuttavia in sospeso tanti altri motivi legati al
forte impatto che questi impianti produrrebbero sul territorio
siciliano.
Specialmente nella zona di Bellolampo sopra Palermo e nel triangolo
dei veleni Augusta-Priolo-Melilli già tanto compromesso.
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