Lo
stop a nuovi alberghi sulla costa è arrivato del
commissario dello Stato.
I 5 articoli impugnati dinanzi alla Corte Costituzionale erano già
stati inseriti nella
Finanziaria regionale 2007 e approvati
dall'Assemblea regionale siciliana lo scorso 28 gennaio sotto la
voce “Disposizioni programmatiche e finanziarie per l’anno
2007”.
Gli articoli presentati dal governo, impugnati e sospesi dal
commissario prevedevano:
- la proroga del Comitato regionale per le comunicazioni;
- la composizione degli organi di amministrazioni delle
fondazioni costituite con l'apporto finanziario della Regione;
- il personale Cefpas;
- due articoli riguardanti l'applicabilità delle L.R. n. 10/1991
alle Aziende unità sanitarie locali e alle Aziende
ospedaliere;
- ed infine l'articolo riguardante la materia urbanistica.
L’ultimo dei cinque articoli, in particolare quello urbanistico,
avrebbe consentito se approvato di
realizzare strutture
ricettive alberghiere, entro i 150 metri dalla battigia in
pieno vincolo costiero e inoltre in zona “B” immediatamente fuori i
centri storici.
Prima di passare alle dichiarazioni all’articolo si ricorda il
clima in cui si sarebbe venuto ad inserire l’articolo. Infatti, la
Sicilia è ancora priva di un Piano Regionale Urbanistico, metà dei
comuni siciliani sono senza Piano regolatore, la maggioranza degli
edifici abusivi si trovano sulla costa, le concessioni vengono
rilasciate attraverso conferenze di servizi dell’assessorato
all’urbanistica in deroga ai piani comunali e Provinciali.
L’articolo impugnato dal commissario recitava : “
Articolo 48 –
Norme in materia urbanistica. In tutte le zone B degli strumenti
urbanistici vigenti, per gli edifici da destinate ad albergo o ad
altre attività di interesse pubblico, le ristrutturazioni edilizie
mediante demolizioni e ricostruzione sono consentite per volumi
pari alla cubatura esistente dell’edificio, ancorché in atto
parzialmente demolito. Nelle aree di cui alla lettera a)
dell’articolo 15 della legge regionale 12 giugno 1976, n. 78, per
gli edifici preesistenti all’entrata in vigore della medesima
legge, è consentito il cambio di destinazione d’uso finalizzato a
realizzare strutture turistico-ricettive”
La frase, “
attività di interesse pubblico”, in particolare è
quella con la quale in Sicilia i progetti possono essere approvati
in deroga a qualunque strumento urbanistico in conferenza di
servizi presso la Regione.
Un argomento, quello degli alberghi non nuovo e che ha già
sollevato non poche polemiche riempiendo pagine intere di cronaca.
Alberghi fortemente voluti dal governo e osteggiati
dall’opposizione ed in particolare dagli ambientalisti. A
contendersi la fascia costiera siciliana (comprese le isole
dell’isola come le Eolie) ci sono imprenditori che vogliono
lanciare il settore alberghiero grazie alla possibilità di avere
modificati gli strumenti urbanistici in sede di conferenza di
servizi, e gli ambientalisti che in questi interventi vedono una
mera operazione speculativa verso i paesaggi costieri che tuttavia
riescono ancora a conservare un loro aspetto “rurale”.
In termini urbanistici la legge di tutela nazionale di fatto fissa
il divieto di costruire entro i 350 metri (150 in Sicilia) della
battigia. Legge alla quale hanno fatto spesso riferimento gli
ambientalisti facendo demolire ecomostri come le palazzine a
Bari.
Il
Commissario dello Stato ha ribadito il principio secondo
il quale l’articolo impugnato “
Non tiene conto del piano
regolatore generale e degli eventuali vincoli posti a tutela
dell’ambiente e del paesaggio”. Proseguendo, “È un palese
vulnus dell’autonomia dell’Ente locale nella potestà di programmare
e gestire l’assetto del proprio territorio”.
Da parte degli ambientalisti è stato dichiarato che “In nome di una
pseudo-promozione del territorio, il governo e l’Ars avrebbero
voluto completare lo scempio delle coste”. Da parte del governo.
"Ritengo - ha commentato un rappresentante della maggioranza - che
le osservazioni sugli articoli della Legge Finanziaria da parte del
Commissario dello Stato, costituiscano un atto dovuto e non
inficiano l'impianto legislativo della manovra approvata dal
Parlamento… possiamo comunque essere soddisfatti in quanto solo
pochi articoli su un totale di 61 norme sono state bloccate dal
Commissario”.
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