Dopo l’approvazione in via preliminare da parte del Consiglio dei
Ministri del 25 gennaio scorso di un secondo decreto correttivo al
Codice dei contratti che per diventare legge dello Stato dovrà
superare i passaggi alla Conferenza Stato-Regioni, al Consiglio di
Stato ed alle competenti Commissioni parlamentari ma che contiene
già importanti modificazioni al Codice stesso, a distanza di oltre
un mese dall’approvazione del Decreto stesso non abbiamo notizie
sul primo importante passaggio relativo alla Conferenza
Stato-Regioni; anzi abbiamo segnali negativi ed infatti in un
documento approvato dalla Commissione in data 25 gennaio 2007, si
legge testualmente:
“La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome con
riferimento al Decreto Legislativo 12 aprile 2006, n.163 , recante
Codice dei Contratti Pubblici:
- ribadisce, come già rappresentato nelle varie sedi istituzionali,
la necessità di modificare il testo del decreto legislativo, in
modo da salvaguardare le competenze riconosciute alle Regioni dal
Titolo V della Costituzione;
-evidenzia le difficoltà riscontrate nel concordare tali modifiche
col Governo, come già rappresentato nella seduta della Conferenza
Unificata del 30 novembre 2006. Questo nonostante l’apertura di un
tavolo tecnico Stato – Regioni - Autonomie locali sulla scorta
degli impegni presi nella seduta della Conferenza Unificata del 27
luglio 2006;
-sottolinea la disponibilità delle Regioni al confronto sia col
Parlamento, sia con i vari livelli di Governo, imperniato sui
principi della leale collaborazione, al fine di addivenire ad una
soluzione condivisa delle problematiche applicative del
Codice.”
E’ evidente che il braccio di ferro con le Regioni continua e
continuerà sini quando le stesse non avranno ottenuto un testo di
proprio gradimento ed è presumibile, quindi, che il secondo decreto
correttivo avrà da parte della Conferenza unificata un parere
negativo che, però, potrà essere non condizionante per
l’approvazione del decreto stesso.
Ma attendiamo con pazienza che l’accanimento terapeutico di tutti
verso il codice scemi e che, passata la prima sbornia, il Codice
stesso più che essere un morto che cammina resusciti a nuova
vita.
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