A giorni il Comitato dei Delegati di Inarcassa, la cassa di
previdenza degli ingegneri ed architetti, sarà chiamato a
deliberare l'asset allocation per il 2015 proposta dal Cda. Come
sindacato ci siamo occupati dei problemi di sostenibilità ma mai
direttamente della gestione del patrimonio della nostra cassa
ritenuta da sempre in mani sicure. Purtroppo la lunga crisi
economica, l'aumento dei contributi, il passaggio dal retributivo
al contributivo, la riduzione attesa delle pensioni, la sofferenza
ormai cronica dei liberi professionisti tecnici e la eccessiva
"creatività" dimostrata negli ultima anni dal CdA dell'Ente ci
impongono una maggiore attenzione ai conti soprattutto a quelli che
fuoriescono dai normali "criteri di individuazione e ripartizione
del rischio" come ad esempio gli "investimenti in società non
quotate il cui oggetto sociale può essere di sviluppo alla
professione nella misura massima del 2% del patrimonio di
Inarcassa" la cui gestione, una volta approvata l'asset allocation,
è praticamente demandata al solo CdA.
Un esempio recente di questo tipo di investimenti è
ARPINGE,
una SPA creata dalle tre casse di area tecnica: Inarcassa, CIPAG
(geometri ) e EPPI (periti) con un capitale complessivo di 100
milioni di euro che potrebbero diventare 500 nei prossimi anni. Di
questa società gli iscritti di Inarcassa (quindi i veri proprietari
di un terzo della SPA) non sanno praticamente nulla hanno appreso
dai giornali però che nel periodo Gennaio-Agosto 2014 ha esaminato
133 progetti e che ne restano sotto esame 51 di cui 15 in fase più
avanzata, questi ultimi per un importo di 137 milioni di cui 50
milioni di competenza diretta. Visto che gli iscritti a Inarcassa
sono Architetti e Ingegneri sarebbe stato corretto e utile che gli
stessi fossero stati informati di questa iniziativa anzi invitati a
produrre progetti da finanziare in via prioritaria. Invece, ancora
oggi, non si sa come questa selezione sia avvenuta, attraverso
quali canali e su che basi.
Come sindacato ci siamo sentiti in obbligo di approfondire la
questione venendo a conoscenza che l'Amministratore Delegato è il
Dott. Federico Merola che, pur ricoprendo numerosi incarichi in
altri enti (privati e pubblici) per questo incarico, percepisce un
compenso di 400.000 euro l'anno e che il presidente del CdA è il
Vicepresidente di Inarcassa Arch. Giuseppe Santoro. Che strano
paese è l'Italia dove una carica tira l'altra come per il
Presidente del CdA del nostro ente di previdenza, Arch. Paola
Muratorio, che dallo scorso anno è anche Presidente del CdA di ENEL
rete Gas SPA, Consigliere di Enel Green Power Spa e Presidente del
Comitato Consultivo di Inarcassa RE.
Esaminando poi lo statuto abbiamo riscontrato che ARPINGE si
attiene alle linee guida di Confindustria a cui fa riferimento. In
pratica le tre casse tecniche hanno creato una sorta di piccola
"banca/impresa" tant'è che nell'atto costitutivo è specificato che
gli scopi sociali sono " la compravendita, l'amministrazione, la
costruzione, la ristrutturazione, il restauro di immobili di tutte
le tipologie". In pratica in un momento di piena crisi del settore
dove, per non rischiare troppo, le banche e le imprese vere stanno
a guardare, attendendo tempi migliori, Inarcassa sceglie di
investire solo per dare un virtuoso esempio e provare che le casse
tecniche sono capaci sempre anche quando fanno l'investitore,
tant'è che l'AD sostiene che ARPINGE si attende un ritorno
dell'8-10% sul capitale impiegato. Questa idea di dimostrare la
propria bravura, purtroppo, è una invariante degli ultimi anni
della gestione di Inarcassa.
Si parte con la costituzione di
Inarcheck SpA ( società di
ingegneria costituita nel 2002 unitamente alla cassa dei Geometri
ed altri soggetti, per erogare servizi di ispezione, controllo e
verifica di progetti) i cui risultati sono stati sempre negativi
tant'è che la stessa Inarcassa, qualche anno fa, ha ridotto
drasticamente all'1,42% la sua partecipazione.
Si prosegue con
Inarcommunity, una comunità virtuale che
doveva mettere in rete ingegneri ed architetti ma che in verità non
è mai "decollata" e oggi viene frequentata e gestita da pochi
colleghi, per lo più delegati, e non produce praticamente nulla se
non costi e polemiche. I costi, diretti ed indiretti, di
Inarcommunity sommati negli anni già nel 2012 superavano i 600.000
euro.
Nel 2011 è nata la
fondazione ingegneri e architetti liberi
professionisti iscritti ad Inarcassa che fronte di pochissimi
iscritti ha ricevuto dalla sua costituzione ad oggi oltre 700.000
euro per simulare un attività parasindacale di cui nessuno sentiva
il bisogno. Queste ultime due iniziative però traggono le risorse
finanziarie dai fondi per "la promozione e sviluppo della
professione" e quindi sono state approvate dal Comitato dei
Delegati. In pratica Inarcassa si ritiene idonea a fare tutto
tant'è che nel 2013 ha costituito anche
Parching s.r.l. una
società a socio unico con oggetto sociale "lo studio, il
coordinamento, la realizzazione, la commercializzazione e la
gestione di infrastrutture e spazi per la sosta di mezzi di
trasporto, di parcheggi e ricoveri per natanti, etc".
Per non parlare della partecipazione del 2007 per 4 milioni di euro
(5,16% del capitale iniziale oggi ridotta al 3,6% con ovvie
perdite) al
Campus Biomedico Spa la cui nascita è stata
ispirata nel 1988 da Mons. Àlvaro Del Portillo primo successore di
San Josemaría Escrivá alla guida dell'Opus Dei.
Concludendo
Inarsind ribadisce la necessità di autonomia
gestionale di Inarcassa ma chiede nel contempo una forma di
autoregolamentazione chiara e trasparente sulla gestione del
capitale mobiliare e immobiliare che tenda a minimizzare i fattori
di rischio, non sia arbitraria e soprattutto obblighi ad operare
entro i fini statutari anche se solo per il 2% annuo del patrimonio
(quasi 7 miliardi) che rappresenta pur sempre circa 140 milioni di
euro l'anno di "sudatissimi" contributi degli iscritti. Inarsind è
per l'autonomia di gestione entro limiti stabiliti e verificati in
continuo prima dal Comitato dei Delegati e poi dalle Assemblee
periodiche degli iscritti perché non vuole che ci siano aree che
godano di libertà assoluta e incondizionata. In pratica non
vogliamo una Cassa che si trasformi in banca, impresa, società di
parcheggi, società di ingegneria, community, pseudo sindacato o
supporter di campus biomedici vari mentre chiediamo decisamente un
Presidente che si occupi di Inarcassa e dei suoi iscritti al meglio
delle sue capacità e con tutto il suo tempo disponibile visto che
per tale scopo viene eletto e retribuito.
Ing. Salvo Garofalo
Presidente Inarsind
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