Pochi giorni fa, un articolo scritto dall'
Ing. Salvo
Garofalo presidente del
Sindacato Nazionale di Architetti ed
Ingegneri liberi professionisti (Inarsind) ha alzato un grosso
polverone in merito alla gestione del patrimonio della
Cassa di Previdenza di Architetti e Ingegneri,
meglio conosciuta con il nome di
Inarcassa, e alle cariche
del suo consiglio di amministrazione (
leggi l'articolo completo).
Com'è giusto che sia, ho ritenuto necessario interpellare il
delegato Inarcassa per gli Architetti di Palermo
Emanuele
Nicosia al fine di ricevere una replica diretta da parte
dell'interessata. Il Presidente Inarcassa
Paola Muratorio ha
gentilmente inviato alla nostra redazione una lettera titolata
"
Inarsind stai sereno". "Stai sereno" che ricorda
la ormai celebre frase rivolta da
Matteo Renzi all'allora
presidente del Consiglio
Enrico Letta, pochi giorni prima di
fargli le scarpe...ma questa è un'altra storia. Lascio come sempre
a voi ogni commento.
Risposta del Presidente Inarcassa Paola Muratorio
Guarda guarda chi si rivede. Dopo anni di quasi-silenzio Inarsind
torna a bussare alla porta di Inarcassa. Sarà il periodo elettorale
ad averlo risvegliato. L'Italia è così: "uno strano Paese" scriveva
Giuseppe Turani sul Corriere della Sera nel lontano '92 ricordando
come "
si sia un po' in troppi ad occuparsi tutti delle
stesse cose". E a forza di voler fare il lavoro degli altri ci
si dimentica poi di fare il proprio. Ma stia sereno Inarsind, così
come lo siamo noi. Perché a controllare il patrimonio di Inarcassa
ci pensano già in molti. La Cassa infatti gode di ben nove gradi di
controllo, interni ed esterni. Un impegno enorme che ci ripaga
ampiamente ponendoci oggi tra i migliori investitori istituzionali,
comparabili per natura e standing con i più importanti fondi
europei. E poi, i primi controllori della Cassa sono i nostri
Associati che ne conoscono il portafoglio dai dati, sia in forma
aggregata che di dettaglio. Può stare davvero sereno Inarsind, che
pure dimentica di aver controllato per 5 anni, attraverso il suo
presidente, la tanto deprecata Inarcheck e di aver beneficiato
delle sue sponsorizzazioni.
Nove gradi di controllo, dunque. Vediamo come funzionano e
perché.
Le scelte di investimento di Inarcassa seguono una rigorosa
procedura formalizzata che si basa su
beauty contest, a
cui vengono chiamati a partecipare i 10-12 principali gestori
specializzati. Una volta selezionati gli investimenti dal CdA, la
Direzione Amministrazione e Controllo della Cassa
verifica la conformità dell'esecuzione degli investimenti da parte
della Direzione Patrimonio alle delibere adottate. Siamo stati i
primi ad avere una
Banca Depositaria che monitora
quotidianamente tutti gli investimenti, li valorizza e ne controlla
la compatibilità con le normative in vigore e i limiti
contrattuali, in analogia a quanto previsto per i fondi
Complementari. Oltre alla banca depositaria c'è un
Controllore del rischio (Risk Manager) esterno che
misura, ogni mese, il rischio degli investimenti e ne verifica la
compatibilità con le scelte strategiche della Cassa. Da ultimo è
stata recentemente istituita un'unità di
Internal
Auditing, a diretto "riporto" del Consiglio di
Amministrazione e non del Presidente, a garanzia della separazione
dei ruoli, con funzioni di analisi e verifica del rischio di tutte
le attività, avendo accesso alle norme e ai processi per
assicurarne il pieno rispetto.
Tutti i Consigli di Amministrazione sono presidiati dal
collegio dei Sindaci/Revisori del quale fanno
parte i rappresentanti dei ministeri vigilanti: Lavoro ed Economia,
ma anche Giustizia. Il Presidente del collegio è espresso del
ministero del Lavoro. Saranno forse loro gli autori di quella
supposta
"eccessiva creatività" di cui Inarsind si fa
latore? Il
Ministero vigilante su Inarcassa è
quello del Lavoro e Politiche Sociali, ed il ministero
dell'Economia ne è il covigilante. Ogni anno infatti il bilancio di
previsione e il bilancio consuntivo vengono approvati previa
istruttoria di questi organi. Poi c'è la
Corte dei
Conti cui annualmente vengono trasferiti i bilanci
affinché emetta una Relazione con evidenze di natura previdenziale,
gestionale e finanziaria. Ed ancora, l
a Commissione
Bicamerale: c
ommissione parlamentare
di
controllo sull'attività
degli enti gestori di forme
obbligatorie di
previdenza e assistenza sociale, che gode
di amplissimi poteri e convoca periodicamente in audizione la Cassa
su qualsiasi tema e/o attività. Infine la
Covip
che esige un dettagliatissimo
report di schede specifiche
sulle attività e sugli investimenti suddivisi per tipologia, area
geografica e valuta. Questa assembla i dati e li trasmette ai
ministeri vigilanti con le sue osservazioni.
Dalla privatizzazione il patrimonio di Inarcassa è cresciuto di 6
volte, certamente grazie agli iscritti - aumentati di 3,2 volte -
ma anche grazie a politiche di investimento reale e finanziario
selettive, guidate da un'ottica di lungo periodo tipica di un
sistema previdenziale e rese possibili da un corretto uso
dell'autonomia che la legge ci ha a suo tempo conferito. Oggi
abbiamo in portafoglio 8.500 titoli, lavoriamo con 40 gestori
differenti, di cui 16 tra i maggiori 20 mondiali. Il nostro sistema
di controllo del rischio è su base trimestrale, viene anch'esso
eseguito dalla nostra banca depositaria, e calcoliamo
quotidianamente il Net Asset Value (NAV) del nostro
portafoglio.
Abbiamo mantenuto fede agli impegni, sostenendo le esigenze degli
associati e al tempo stesso affrontando le difficoltà dei tempi,
senza perdere di vista il rispetto degli indirizzi di organi e
istituzioni. Abbiamo identificato settori di sviluppo ricchi di
opportunità di lavoro, prima ancora che la politica stessa se ne
rendesse conto. E lo abbiamo fatto con la consapevolezza che in
tempo di crisi fosse necessario mettere in campo tutti gli sforzi
possibili per il sostegno della professione. La
Fondazione costituita nel 2011 opera ogni giorno
per sanare vuoti normativi "dimenticati" anche da quel sindacato
che oggi le "rimprovera" il lavoro svolto. Senza di essa,
probabilmente, non ci sarebbe neanche la ricostruzione della città
della Scienza di Napoli, che poco importa ad Inarsind ma importa, e
molto, al nostro Paese. E cosa fa invece Inarsind per contrastare
la recente esclusione dei liberi professionisti dai bandi del MISE
destinati alle piccole e medie imprese? Chi tutelava Inarsind nel
conflitto dei pubblici dipendenti che una volta sono RUP e un'altra
volta contraenti?
Inarcassa non ha la "bacchetta magica" né pretende di saper fare
tutto, ma agisce solo in un'ottica di rendimento sia finanziario
sia professionale. Così è per la società
Parching
srl, comunicata al CND nella seduta del 27-28 giugno 2013 e
costituita per le potenzialità emerse in un settore connotato da
una elevata redditività per valorizzare asset già presenti nel
nostro portafoglio. Così è per il
Campus
Biomedico, società per azioni che ha realizzato il più
grande ospedale del Centro Italia, un'eccellenza a livello
nazionale che ha creato valore. Anche in questo caso e come sempre
avviene alle soglie di una campagna elettorale si fa "confusione"
tra ciò che è e ciò che sembra: tra la società per azioni che ha
costruito la struttura edilizia da un lato e, dall'altro,
l'Università del Campus che è senza scopo di lucro. Così è per
Arpinge, società per azioni, resa pubblica - va
ricordato - sin dai suoi albori nel 2011, passando dal tradizionale
workshop di apertura del CND del 27-28 marzo scorso e fino alla
presentazione della Società alla stampa del 10 settembre a Roma.
Così è, infine, per
Inarcommunity fortemente
voluta come elemento di innovazione dallo stesso CND nel lontano
febbraio 2009, per creare una "rete di raccolta delle informazioni
e dei suggerimenti degli iscritti" che offrisse anche opportunità
di lavoro. Un progetto sostenuto da Inarcassa per favorire la
libertà di espressione quando facebook quasi non esisteva.
Non siamo una banca e non siamo un'impresa. Siamo una Cassa di
previdenza. Applichiamo modelli che non lasciano spazio alla
"creatività" ma sono frutto di un impegno incessante, che ci ha
permesso di gestire senza costi e senza ristrutturazioni questa
lunghissima crisi economica e finanziaria, e questo ci viene
riconosciuto. Siamo virtuosi e, perché no, ne siamo fieri.
Dov'era invece il nostro sindacato durante le battaglie contro le
gare fatte al massimo ribasso? E dov'è oggi per contrastare il
mercimonio dei crediti formativi, che ai liberi professionisti
costano assai cari
? Lo sa Inarsind che gli
architetti romani devono sborsare 790 euro + Iva per un corso di
formazione? Ora che Inarcassa glielo dice siamo certi saprà
intervenire presso tutte le sedi competenti. Come si confà a un
sindacato che, seppur piccino, aspira a fare il sindacato. Lo
aspettiamo alla prova dei fatti, per "stare sereni" anche noi.
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