Valutatori certificati qualificati secondo gli standard comuni
europei di valutazione: è questa l’esordiente figura professionale
che nell’arco di poco tempo diverrà indispensabile per le stime di
immobili.
Tra le mansioni principali ricadono la valutazione di un immobile
ed il rischio che lo stesso può dare all’investitore.
Le competenze richieste sono la capacità dei cash flow relativi
alla gestione degli asset immobiliari e la conoscenza specifica di
normativa in materia di edilizia, urbanistica ed ambiente.
La retribuzione prevista è funzione del patrimonio immobiliare da
valutare e varia, in ogni caso, da uno stipendio di un dirigente
fino a quello di un rapporto di consulenza (da 50 a 100 mila
euro).
Una cosa è certa: oggi non è da escludere che un giovane possa
intraprendere questa nuova professione che, attraverso uno
stipendio di tutto rispetto, porta ad diminuzione del rischio per
gli investitori ed alla migliore tutela per i risparmiatori.
Osserva Frederique Meyer, partner di D&G Amrop Hever: “Per
operazioni di vaste dimensioni la tendenza alla progressiva
integrazione con il comparto immobiliare e quello finanziario
comporterà una crescente richiesta di professionisti della
valutazione di alto livello. In questo caso, però, le strutture che
maggiormente avranno bisogno di queste figure, ovvero le banche
d’affari, i fondi immobiliari, le agenzie di rating e i promoter
preferiranno, piuttosto che assumere al loro interno figure di
valutatori, affidarsi a società indipendenti, ritenute
assolutamente affidabili dalla comunità finanziaria
internazionale”.
E ancora, Antonio Zagarol, della Tecnocasa: “Gli ultimi anni hanno
visto l’affermazione sempre crescente delle professionalità legate
al mondo del real estate. Le grandi operazioni di cessioni dei
portafogli Npl e Real estate, la nascita dei fondi immobiliari ed
il massiccio arrivo in Italia dei maggiori investitori
istituzionali sono stati tra i dattori che hanno portato a questa
affermazione. Un ruolo chiave assume in questo contesto la figura
del valutatore immobiliare, ovvero colui che assegna un valore
economico all’asset immobiliare”.
Il background di studi di questa figura professionale è certamente
quello di un geometra, di un architetto, di un ingegnere che,
comunque, abbiano anche predisposizione agli studi economici,
essenziali per porre in essere le valutazioni.
Se da un lato, infatti, è impossibile slegare la valutazione di un
immobile dalle caratteristiche tecniche dello stesso
(realizzazione, uso e manutenzione) è anche vero che è essenziale
guardare l’aspetto economico, fonte di reddito non
indifferente.
In Italia, ad oggi non esiste questa figura professionale (seppur
già avviata) e ancor di più, ovviamente, non esiste un albo
professionale di tal genere.
I corsi di aggiornamento per coloro che si sono avviati a questo
lavoro sono generalmente organizzati dal Politecnico di Milano e
sono coordinati dal comitato tecnico-scientifico dell’Istituto
italiano di valutazione immobiliare.
Andrea Pettinelli, dipendente di una società di ricerca del
personale, commenta: “Il profilo del valutatore immobiliare è
quello di un professionista di 35-40 anni, laureato in discipline
economiche o statistiche o in architettura. Il livello del
contratto è generalmente di quadro o dirigente; in alcuni casi
vengono presi in considerazione rapporti di consulenza”.
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