Il 13 febbraio scorso un provvedimento firmato da tre ministri,
Pecoraro Scanio per l’Ambiente e dagli altri due ministri, Livia
Turco per la Salute e Pierluigi Bersani per lo Sviluppo economico,
bloccava la costruzione di quattro termovalorizzatori siciliani:
Bellolampo, Augusta, Paterno e Casteltermini.
Successivamente, a sorpresa, il Tar del Lazio accoglie in via
cautelare il ricorso presentato dalle ditte che avevano già vinto
le gare d’appalto per gli impianti. Il provvedimento del Tar,
sospende una precedente sospensiva ministeriale rendendola non più
esecutiva.
L’Atto di blocco dei lavori voluto da tre ministri del governo
Prodi, congelava le autorizzazioni ai termovalorizzatori, per una
riscontrata irregolarità nella procedura di valutazione delle
emissioni in atmosfera degli inceneritori.
La società Actelios (gruppo Falck) che sta realizzando i
termovalorizzatori siciliani (su progetto dell’architetto
giapponese Poul Tange, figlio del noto Kenzo Tange) ha annunciato
di avere ripreso i lavori tranne che per l'impianto di
Casteltermini bloccato dal Cga per un altro ricorso.
Il provvedimento del Tar Lazio, anche se di valore “pre cautelare”,
è una decisione che si pone di traverso tra i delicati interessi
privati e pubblici: quelli che mirano a tutelare la salute e
l’ambiente, e quelli delle ditte aggiudicate che devono sbloccare
gli ingenti investimenti bloccati. Una empasse, in attesa
dell’udienza finale attesa fra giorni, che ha fatto esultare il
governatore della Sicilia, Totò Cuffaro, grande sostenitore degli
inceneritori, e incupire i comitati per il NO agli inceneritori
vincitori per il monento di una battaglia ma non della guerra.
“Il provvedimento del giudice amministrativo - commenta il
presidente Totò Cuffaro - dimostra che la sospensiva governativa
era una decisione politica, con nulla a che vedere con
l’illegittimità dei provvedimenti adottati dal precedente
governo.”
“Attendiamo - replica il ministro Pecoraro Scanio - l'udienza
finale dinanzi al Tar per ribadire le ragioni che hanno portato
alla sospensione delle autorizzazioni per le emissioni in atmosfera
da parte dei tre ministeri, dell'Ambiente, dello Sviluppo economico
e della Salute. Quello del Tar Lazio è un provvedimento pre
cautelare senza contraddittorio tra le parti”.
Il provvedimento che bloccava i 4 temovalorizzatori, si ricorda,
era stato firmato il 13 febbraio scorso da Pecoraro Scanio e dagli
altri ministri, Livia Turco (Salute) e Pierluigi Bersani (Sviluppo
economico). Provvedimento che però non mirava ad interrompere i
termovalorizzatori ma aveva solo lo scopo di sospendere di sessanta
giorni le autorizzazioni alle emissioni in atmosfera dei quattro
impianti del piano regionale dei rifiuti in attesa di una decisone
definitiva.
La partita decisiva, la patata bollente, quella “fisiologica”
passata al Tar del Lazio, è quindi rinviata al 4 aprile prossimo,
quando il tribunale amministrativo del Lazio dopo l’udienza finale,
si troverà a decidere se confermare lo stop imposto dal Governo
Prodi o dare l’avvio definitivo ai lavori come voluto dalla
Regione.
© Riproduzione riservata