SEMPRE MENO VANNO IN PORTO

18/04/2007

Spesso sono annunciati in Italia, in modo sensazionale, con montepremi interessanti e partecipanti o giurie di indiscussa nomea, bandi di gara e concorsi di cui poi, nella realtà, si perde ogni traccia, alle volte ancora prima della proclamazione del vincitore.
Altri pretesti a che i concorsi vengano bloccati sono l’apertura di dibattiti pubblici, nel caso, ad esempio, che una determinata opera non piaccia a qualche autorità o alla popolazione stessa; la possibilità che si ripieghi sulla trattativa privata; che si indica una seconda edizione del concorso.

E’ capitato, poi, che a distanza di anni vengano recuperati progetti, opere di “archistar”, come è successo con il progetto di Arata Isozaki per la pensilina degli Uffizi: per la loggia di acciaio e pietra, che dovrà coprire la galleria fiorentina su piazza Castellani, l’architetto giapponese dovrà presentare, entro un mese e dopo 9 anni, il progetto esecutivo che sarà assolutamente identico a quello originale.
Stesso destino per il concorso della Piazza del Mediterraneo di Genova, vinto dagli olandesi di UNStudio Van Berkel & Bos: dopo sette anni, con scadenza 2011, sembra che venga realizzato.

In Italia gli esiti dei concorsi, quindi, sono sempre gli stessi: le opere realizzate sono poche; le pubbliche amministrazioni incompetenti; il collegamento tra l’idea vincente ed il progetto da mandare in appalto debole; le giurie inadatte; gli incarichi di progettazione affidati a soggetti diversi dal vincitore; i bandi effimeri; mancano regole, criteri ed enti di controllo per la gestione dei risultati; c’è, infine, difficoltà di accesso a questi grandi concorsi per i progettisti più giovani soprattutto perché le spese di partecipazione si attestano tra i 10 mila e i 40 mila euro.
In Italia, infatti, tra i concorsi che, dopo essere stati aggiudicati, hanno subito lo stop dell’iter ci sono quelli banditi dall’Anas per un tunnel a Mestre o per un museo sulla Salerno-Reggio Calabria, così come per i ponti sull’Arno a Firenze. Senza vincitore, invece, è rimasto il concorso per la riqualificazione della scuola dell’infanzia ‘Diana’ a Reggio Emilia.
E per concludere, viene indetto un nuovo concorso, questa volta di idee e non di progetto, il cui premio viene ridotto ad un terzo del bando precedente, per la realizzazione della nuova sede dell’Ipost.

Molteplici le motivazioni che determinano i risultati: il cambio delle amministrazioni, la mancanza di finanziamenti o l’indifferenza delle amministrazioni che, in precedenza, avevano indetto la gara.
Ad esempio, possiamo citare il progetto di Francesco Cellini per la valorizzazione del teatro romano a Spoleto: il progetto resta sulla carta perché non ci sono i fondi per la realizzazione nemmeno in stralci, per come era stato ideato.
Per la stessa motivazione sono fermi tre concorsi per altrettanti punti di ristoro dei musei napoletani; e ferme sono la realizzazione della cittadella scolastica di Locri aggiudicata a Mario Botta, il nuovo auditorium di Isernia e la cittadella di Alessandria.
I problemi non sono mancati nemmeno a Venezia dove la realizzazione della nuova sede della facoltà di Architettura dello IUAV si è arenata, dove è stato cestinato il progetto per la piazza Barche a Mestre che non è mai stato digerito dal sindaco Cacciari (il comune sta infatti redigendo un masterplan per un nuovo concorso di progettazione, possibilmente ad inviti), dove si sta cambiando location per il progetto del nuovo Palazzo del Cinema di Venezia (gara bis), vinto dallo studio 5+1AA e Rudy Ricciotti.
Per quanto riguarda il progetto per l’Agenzia Spaziale Italiana, il cui concorso era stato vinto da Massimiliano Fuksas, verrà affidato a questo stesso studio 5+1AA, affinché venga realizzato, però, in un'altra sede della capitale; Fuksas, realizzerà, invece, il masterplan del lungomare di Ostia, opera che era stata oggetto di quattro distinti concorsi.

Alla luce di tutto questo il rischio è che i progetti vengano realizzati senza che vengano banditi i concorsi: esempio è l’ampliamento della Sapienza affidato direttamente ai dipartimenti per la realizzazione intera della progettazione; la realizzazione della Città dello Sport affidata a Calatrava, per non parlare dell’ampliamente del Museo Pecci a Prato affidato all’olandese Maurice Nio.
Per quanto riguarda, infine, il mezzogiorno, pochi sono i concorsi: a Palermo, ad esempio, molti sono i concorsi annunciati ma mai banditi, mentre sono stati affidati direttamente a Dominique Perrault i progetti per la realizzazione dei ponti urbani.

A cura di Paola Bivona


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