Quattro milioni di euro per un investimento in edilizia
ecocompatibile finanziato falla provincia autonoma di Trento e dal
Cnr.
Si chiama “progetto Sofie” ed è una iniziativa che si colloca
all’interno del contesto “Habitech” del ministero dell’università e
della ricerca scientifica e tecnologica.
Il direttore di Ivalsa (Istituto per la valorizzazione del legno e
delle specie arboree), Ario Ceccotti, che ha realizzato la ricerca
per il “progetto Sofie”, spiega che la stessa “è stata fatta perché
qualcuno ci ha creduto, con l’obiettivo di valorizzare il legno, le
sue potenzialità, in un’ottica sostenibile del bosco”.
Il sistema costruttivo è quello di un edificio di legno a diversi
piani realizzati con strutture portanti a pannelli di tavole di
legno a strati incrociati, leggeri, resistenti e facili da
lavorare.
Elevate solo le prestazioni meccaniche, basso il consumo energetico
ed ottima la resistenza ai terremoti ed al fuoco.
La sua realizzazione è stata fatta con legno proveniente da foreste
certificate e dopo il test antisismico eseguito nel luglio 2006,
una nuova prova di resistenza è stata eseguita: quella al
fuoco.
Nel caso del primo test venne effettuata una simulazione con scosse
di magnitudo fino a 7,2 della scala richter su un edificio di tre
piani e poiché il risultato è stato più che soddisfacente, il test
verrà ripetuto il prossimo luglio, su un edificio alto sette
piani.
Per la resistenza al fuoco, invece, “La casa Sofie è stata
sottoposta a una prova di incendio reale presso il Building
Research Institute di Tsukuba in Giappone”, spiega Giovanna
Bochicchio, responsabile del laboratorio di comportamento al fuoco
dell’Ivalsa-Cnr. “Il test ha dimostrato che un edificio realizzato
con il sistema X-Lam, completo dei materiali costruttivi di
rivestimento tradizionali, può resistere a un incendio della durata
di un’ora conservando le sue proprietà meccaniche e lasciando
inalterata la struttura portante, senza causare serio pericolo agli
occupanti. L’edificio è stato sottoposto a un carico di incendio
doppio rispetto a quello normalmente presente in una camera
d’albergo. In una stanza posta al primo piano, dotata di due
finestre semiaperte e una porta taglia-fuoco chiusa, è stato
inserito un letto e altre riproduzioni di arredo. Una volta che
l’incendio si è pienamente sviluppato, le fiamme sono fuoriuscite
dalle finestre, lambendo le pareti esterne, ma le strutture
dell’edificio sono state interessate solo marginalmente
dall’evento, mentre fumo e fuoco non si sono propagati alle camere
vicine e agli altri piani. La prova ha quindi confermato gli esiti
eccellenti dei test preliminari già effettuate presso il nostro
laboratorio”.
“La prova (...) dimostra in maniera inequivocabile”, continua
Bochicchio, “che un edificio a struttura portante di legno,
modernamente progettato e realizzato, non è maggiormente soggetto
al pericolo di incendio di altri edifici. Ciò vale in particolar
modo per la tipologia costruttiva considerata dalla nostra ricerca,
che prevede, negli edifici reali, il rivestimento della parete di
legno con strati di materiali isolanti e incombustibili. è vero che
altri prodotti usati in edilizia di per sé non sono infiammabili,
ma sotto l’azione termica alterano le proprie caratteristiche
meccaniche, compromettendo la stabilità della struttura”.
E queste affermazioni sono pienamente condivise anche da Roberto
Lenzi, funzionario dei Vigili del Fuoco della Provincia di Trento,
e dal direttore di Ivalsa, Ario Ceccotti.
“La prova”, afferma Roberto Lenzi “ci ha permesso di capire che
questo tipo di tecnologia non è particolarmente sensibile
all’incendio e può considerarsi altrettanto sicura di altre. E non
è un caso se gli edifici in legno siano ben visti dai Vigili del
fuoco più esperti, poiché danno la possibilità di prevedere i tempi
di cedimento e di programmare in tutta sicurezza
l’evacuazione”.
“L’esito positivo della prova”, prosegue Gianluca Salvatori,
assessore alla programmazione, ricerca e innovazione della
Provincia di Trento, che ha finanziato il progetto, “rappresenta un
ulteriore conferma della validità del progetto Sofie, Sistema
cOstruttivo FIEmme, e dell’ottimo lavoro svolto. Le case in legno
si inseriscono in modo coerente nel più ampio progetto di
investimento della Provincia autonoma di Trento nella
bioedilizia.”
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