Ai nostri giorni, grazie alla facilità negli spostamenti, viaggiare
è diventato molto semplice e veloce: il rischio è che spesso ci si
ritrovi in posti molto simili tra loro anche a latitudini
diverse.
L’obiettivo del turista viaggiatore si sposta, invece, nella
ricerca di un viaggio emozionale, possibilmente a contatto con la
realtà vera di un paese.
Ed in questo senso si stanno diffondendo progressivamente gli
alberghi diffusi: una speciale formula tutta italiana e di qualità
che, sicuramente, si distingue, dal turismo di massa.
La peculiarità di questi alberghi diffusi sta nell’orizzontalità
dell’organizzazione (camere in un edificio e servizi in quello
vicino) e nell’essere ubicati in centri molto piccoli, di grande
attrattiva dal punto di vista culturale e naturalistico, dove si
può vivere la vita quotidiana di quella specifica realtà
abitativa.
Punto di forza è, inoltre, la rispondenza al concetto di turismo
sostenibile: questi alberghi diffusi non vanno ad intaccare il
paesaggio con nuove costruzioni ma si sfrutta, in tutto e per
tutto, il costruito l’esistente.
Il target di turista al quale ci si rivolge è quello relativo
all’uomo alla ricerca della sua privacy in un ambiente autentico,
dove poter allacciare relazioni con gli abitanti del luogo: molti
stranieri, proprio per questa peculiarità, sono attratti da questa
tipologia di turismo che li fa sentire, anche se per pochi giorni,
abitanti di quel posto.
Il successo iniziale è stato evidente e, come ogni formula che
riscontra il favore degli utenti, dà adito ad imitazioni: i
titolari degli alberghi diffusi, quindi, un’ottica di tutela, si
sono riuniti insieme costituendo un’associazione a marchio
denominato ADI, con sede a Campobasso, al fine di definire una
legislazione omogenea che determini i criteri di
qualificazione.
Qualche settimana fa si è svolto il secondo convegno nazionale, nel
corso del quale si è fatto il punto della situazione sulla
normativa vigente in campo di classificazione regionale arrivando
alla conclusione che deve essere diffusa a livello nazionale.
Alla Sardegna, che è la prima ad adottare una serie di norme in
merito, si stanno, di fatto aggiungendo almeno una decina di
regioni che intendono usufruire di questo tipo di ricezione; anche
l’Umbria ha già varato una normativa specifica, senza considerare
il fatto che già circa 35 realtà possono essere ascritte a questo
tipo di strutture.
Peculiarità dell’albergo diffuso, inoltre, sta nell’apertura estesa
a tutto l’arco dell’anno, nella diversità data dalla localizzazione
territoriale e nel numero limitato di posti letto (generalmente non
più di 30 posti letto) con spese decisamente competitive rispetto a
qualsiasi altra struttura.
Ad oggi gli alberghi diffusi sono dislocati in Friuli Venezia
Giulia, Molise, Puglia e Sardegna; vengono prediletti, inoltre in
centri molto piccoli che assumono connotazione di paese
incantato.
Come tutte le situazioni positive, infine, l’espansione è ormai
alle porte.
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