Codice Appalti e Direttive europee, Rete Professioni Tecniche Vs OICE

01/03/2016

Prosegue lo scontro tra l'OICE, associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria, e la Rete delle Professioni Tecniche (RPT), sovrastruttura ordinistica creata ai principali Consigli Nazionali dell'area tecnica (architetti ppc, chimici, agronomi, geologi, geometri, ingegneri, periti agrari, periti industriali, tecnologi alimentare).

Dopo le questioni che hanno riguardato la Legge annuale per il mercato e la concorrenza (c.d. Ddl Concorrenza), il nodo della discordia questa volta riguarda i contenuti del nuovo decreto legislativo che riscriverà le regole degli appalti pubblici. Da una parte la RPT che con il suo coordinatore nazionale, Armando Zambrano, denuncia il "tentativo di sanatoria per le società di ingegneria", dall'altra il Presidente OICE, Gabriele Scicolone, che insieme al presidente dell’Alleanza delle cooperative di produzione e lavoro, Carlo Zini, commenta con incredulità queste affermazioni affermando che "non c’è proprio nulla da sanare: esse operano legittimamente nel settore pubblico dal 1994 e in quello privato dal 1996, quando fu abrogato il divieto di svolgere attività professionale in forma di impresa, come da anni sostiene la giurisprudenza e come è nei fatti”.

Il commento della Rete delle Professioni Tecniche

In realtà, il commento della RPT è molto più articolato e, oltre a parlare delle società di ingegneria, prende (finalmente) una posizione netta contro l'operato del Governo che nelle ultime bozze del nuovo Codice degli Appalti non ha previsto una disciplina organica dei servizi di ingegneria e architettura. Ma non solo, Zambrano ha denunciato il mancato coinvolgimento dei professionisti al momento della definizione del decreto. "Noi professionisti tecnici siamo stati correttamente coinvolti nella fase di definizione della legge delegacommenta Zambranoma al momento di passare all’attuazione e alla redazione dell’articolato i nostri contributi sono stati in gran parte ignorati".

Come ho avuto modo di scrivere qualche giorno fa (leggi articolo), i professionisti non sono neanche stati messi nelle condizioni di analizzare un testo definitivo, e hanno dovuto formulare le loro osservazioni su una bozza "acquisita dal web". "Ad oggi - continua Zambrano - non abbiamo avuto la possibilità di valutare alcuna bozza di articolato e siamo costretti a fare le nostre valutazioni sulla base di documenti che circolano in maniera informale. Se quello che leggiamo in questi documenti è vero siamo in totale disaccordo con i contenuti dell’articolato. Se per ridurre il numero di articoli del Codice contratti si deve sacrificare una disciplina organica dei servizi di ingegneria e architettura, allora noi non ci stiamo!”.

In riferimento ad una disciplina speciale per i servizi di Architettura e Ingegneria, il Coordinatore delle RPT ne evidenzia l'assoluto valore, necessario "per dare centralità al progetto, come chiaramente espresso nella legge delega. Attualmente le misure risultano sparse all’interno dell’articolato e sono del tutto incomplete”.

Per quanto concerne le Società di ingegneria, facendo riferimento all’art. 42 bis della bozza Codice dei contratti, Zambrano conclude affermando “Come se non bastasse in totale negazione di quanto espresso nella legge delega, viene inserito nel comma 3 dell’articolo 42 bis la sanatoria per le società di ingegneria. Questo è inaccettabile! Ci opporremo con tutte le nostre forze nei confronti di una disposizione semplicemente indecente che va non solo contro la centralità del progetto, ma che affosserà centinaia di migliaia di professionisti e società tra professionisti. Ci auguriamo si tratti solo di una svista e che il Governo vi ponga subito rimedio”.

Il commento dell'OICE

Le parole di Zambrano sono state accolte con incredulità dal presidente OICE, Gabriele Scicolone, che insieme al presidente dell’Alleanza delle cooperative di produzione e lavoro, Carlo Zini, ha affermato “è semplicemente incredibile sentire parlare di una fantomatica sanatoria per le società di ingegneria, visto che non c’è proprio nulla da sanare: esse operano legittimamente nel settore pubblico dal 1994 e in quello privato dal 1996, quando fu abrogato il divieto di svolgere attività professionale in forma di impresa, come da anni sostiene la giurisprudenza e come è nei fatti”.

OICE e Alleanza delle cooperative italiane di produzione e lavoro hanno precisato che “le società di ingegneria sono uno strumento moderno ed al passo con i modus operandi internazionali, ed anzi scontano in Italia un ritardo dovuto alla continua contrapposizione ed alle polemiche sterili che le riguardano; se continuiamo di questo passo siamo destinati a perdere le sfide cruciali che i mercati internazionali ci chiedono e ci offrono; continuare a scagliarsi contro società come le nostre che, analogamente a quanto accade nel resto d'Europa e del mondo, da decenni operano in Italia e all'estero nell'architettura e nell'ingegneria anche integrata, fino alla realizzazione "chiavi in mano", dando lavoro a decine di migliaia di giovani professionisti che difficilmente troverebbero sbocchi professionali dignitosi altrove, significa semplicemente che non si vuole il bene del settore ma soltanto la sua divisione e la sua contrapposizione. Questo, semmai, sarebbe indecente e inaccettabile. A nostro avviso società di ingegneria e professionisti o società tra professionisti sono strumenti diversi e che intercettano mercati diversi; si può coesistere ed occorre che lavoriamo insieme per riportare l’ingegneria italiana, oggi più che mai depressa e mortificata, al ruolo che da sempre rappresenta nell’immaginario collettivo in tutto il mondo”.

Il Presidente Scicolone e l’ing. Zini hanno, infine, sottolineato che “le esternazioni dei giorni scorsi da parte della Rete delle professioni tecniche intendono strumentalmente intimidire chi sta lavorando con impegno e professionalità ad un testo complesso e articolato, che nelle ultime versioni, pur perfezionabili, ha recuperato buona parte dei principi oggi vigenti in materia di affidamenti di servizi di ingegneria, salvaguardando quella centralità del progetto fortemente voluta dalle nostre Associazioni e realizzata nella legge 11/2016. Auspichiamo un clima di collaborazione e di confronto aperto e trasparente”.

A cura di Ing. Gianluca Oreto



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