UNIARCH adesso è realtà: con la firma del patto si dà avvio alla
libera rappresentanza degli operatori del progetto.
Si tratta del nuovo patto nazionale tra gli operatori del progetto,
finalizzato a contrastare gli Ordini professionali, divenuti gli
unici interlocutori dello stato in materia di riforma delle
professioni intellettuali protette.
Questo il manifesto ufficiale.
“Numerosi professionisti tecnici (architetti ed ingegneri)
considerano non più accettabile che in un Paese dell'Unione Europea
i liberi professionisti vengano ancora sottoposti alla
rappresentanza coatta affidata agli Ordini professionali, in virtù
di una iscrizione obbligatoria agli Albi e di una prassi, ormai
consolidata dallo Stato, che considera l'Ordine alla stregua di un
sindacato unico di categoria ad iscrizione obbligatoria.
Ciò che sarebbe inconcepibile e considerato un abuso di potere tra
i lavoratori dipendenti, non desta allarme invece se si verifica
nel mondo delle libere professioni.
Per questo motivo, con riferimento alle iniziative messe in campo
dai Consigli Nazionali delle professioni intellettuali protette
riunitisi nel CUP (Comitato unitario degli Ordini e dei Collegi
professionali), con riferimento alla riforma delle professioni
intellettuali che verrà sottoposta all'esame delle Commissioni
parlamentari congiunte della Giustizia e delle Attività Produttive,
i professionisti e le associazioni che si riuniscono attorno ad
Uniarch intendono dare vita ad un nuovo soggetto nazionale che
rappresenti la volontà dei professionisti e si opponga alle
politiche degli Ordini professionali, ovvero di enti disciplinari
ad iscrizione obbligatoria per chiunque intenda esercitare una
professione protetta.
Uniarch contesta innanzitutto la pretesa degli Ordini delle
professioni tecniche di essere messi in grado di poter svolgere con
autorevolezza istituzionale la funzione di presìdi della qualità
del progetto, della formazione continua e permanente e dell'accesso
alla professione attraverso la verifica della permanenza dei
requisiti professionali legati alla formazione permanente ed
intende impedire che i Consiglieri degli Ordini possano decidere a
loro insindacabile giudizio chi deve entrare e chi deve uscire dal
mercato delle libere professioni tecniche e del progetto.
Si è capito ormai da tempo che il modello che gli Ordini intendono
imporre è quello del Farmacista italiano.
Sappiamo infatti che i farmacisti abilitati si dividono in due
categorie distinte: farmacisti di serie A (quelli con licenza di
esercizio) e farmacisti di serie B (quelli senza licenza di
esercizio).
La penalizzazione dei secondi nei confronti dei primi, che hanno la
stessa base formativa di questi ultimi ma non gli stessi diritti, è
una delle peggiori discriminazioni che ancora vigono nel nostro
Paese e che ha fatto scattare più di una indagine delle Autorità
Antitrust per l'evidente contrasto con il diritto comunitario sulla
concorrenza.
Ecco quindi che gli Ordini degli architetti e degli ingegneri,
preoccupati soltanto di ridurre gli effettivi all'interno del mondo
professionale, per timore delle conseguenze sul reddito dei
professionisti più affermati e protetti dal vecchio sistema
corporativo, intendono, con la formazione continua e permanente, la
verifica della permanenza dei requisiti professionali e la
certificazione di qualità professionale, a loro affidate in
esclusiva dallo Stato, introdurre nuove barriere di accesso alla
professione, ponendole sotto l'esclusivo controllo di
professionisti concorrenti operanti sullo stesso mercato dei
colleghi controllati”.
Il primo incontro di coordinamento si è svolto a Roma il
16 dicembre 2006, ed ha avuto come tema principale l'equilibrio del
mercato professionale e la necessità di garantire la concorrenza
tra i professionisti del progetto così come imposta dal Trattato
della Comunità Europea e dalle norme Antitrust in vigore in Italia
sin dal 1990.
UNIARCH intende portare avanti i seguenti punti:
A. Rappresentanza dei professionisti attraverso libere associazioni
aderenti al principio di pluralismo sindacale;
B. Applicazione delle norme antitrust a tutela della
concorrenza;
C. Terzietà del giudice disciplinare.
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