Il 31 maggio è alle porte: le prossime audizioni sono vicine.
Al di là delle precedenti dichiarazioni di Pierluigi Manti, gli
Ordini chiedono, comunque, di passare dalle parole ai fatti. In tal
senso lo scorso 22 maggio si è tenuto a Roma un incontro con i
professionisti democratici i quali hanno dimostrato, per la prima
volta, un atteggiamento collaborativo piuttosto che di lotta.
Nel frattempo ecco che appare anche il vicepremier Francesco
Rutelli che porta avanti un messaggio di conciliazione: a nessuno
serve questa guerra.
Questo lo scenario nel quale Rutelli, in nome e per conto del
governo si è dovuto imbattere. Il commento a caldo è stato: “senza
il sostegno di autonomi e professionisti il centro-sinistra non
vince le elezioni e quindi dobbiamo fare capire che non siamo
nemici di queste categorie”.
Ed a breve, si fa per dire, si attende il tanto sospirato testo
unificato che cerchi di spingere fuori dalle sabbie mobili questa
riforma.
Pierluigi Mantini cerca, così, di fare un passo avanti, fissando i
seguenti cinque punti fondamentali:
1. regioni con competenze professionali ma solo per ciò che
riguarda la formazione e la loro valorizzazione;
2. esclusione del socio di puro capitale nelle società di
professionisti composte da avvocati;
3. riconoscimento delle nuove professioni, seppur con
qualche obbligo ulteriore per determinate realtà associative già
affermate sul mercato (si veda, ad esempio i tributaristi);
4. determinazione del tetto al patto di quota lite;
5. determinazione di limiti precisi alla pubblicità
informativa, soprattutto per quanto concerne le categorie
mediche.
La prima scadenza per il testo unificato era prevista per la fine
di giugno; tra i corridoi, però, si dà per scontato che ci si
sposti alla fine di luglio, con un passaggio obbligato ad ottobre
per esigenze temporali di iter di definizione.
Nel frattempo anche il forum delle professioni intellettuali
(coordinamento di 37 cup provinciali e 6 regionali del nord italia,
per un totale di 800mila professionisti) prende la sua strada,
raccogliendo firme per chiedere al governo lo spostamento
dell’entrata in vigore della riforma in seguito a recepimento della
direttiva europea sulle qualifiche professionali.
Il tutto nasce dalla convinzione che lo slittamento è necessario in
quanto entro il prossimo mese di ottobre lo stato italiano dovrà
recepire la direttiva Zappalà che prevede contenuti ben diversi
dalla riforma Mastella: un’entrata in vigore del testo Mastella,
quindi, provocherebbe un contrasto con la normativa Ue.
Il documento potrà essere sottoscritto fino al prossimo 30 di
giugno, da ogni maggiorenne cittadino italiano che abbia interesse
al rinvio dell’entrata in vigore della riforma delle
professioni.
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