Tirare le fila delle numerosissime iniziative realizzate in tutta
Italia a maggio dal sistema Ance per il “Mese della sicurezza
nei cantieri” (oltre 120 manifestazioni in 67 città), ma anche
valutare - attraverso il coinvolgimento e il contributo di
sociologi, economisti, politici, sindacati e imprese - quanto si è
fatto e quanto resta ancora da fare per affrontare in modo più
incisivo, attraverso soluzioni innovative ed efficaci, il problema
della sicurezza.
E` stato questo l’obiettivo del convegno nazionale sul tema
“Sicurezza nei cantieri: un impegno per la vita”, promosso
dall’Ance presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma e a cui
sono intervenuti, oltre ai vertici dell’Associazione nazionale
costruttori e a centinaia di imprenditori delle costruzioni
provenienti da tutta Italia, il ministro del Lavoro Cesare
Damiano, il segretario generale della Uil Luigi
Angeletti, i segretari generali dei sindacati dell’edilizia
Franco Martini (Fillea Cgil), Giuseppe Moretti
(Feneal Uil) e Giuseppe Virgilio (Filca Cisl), il sociologo
del lavoro Domenico De Masi, il presidente Cnel Antonio
Marzano, Stefania Prestigiacomo, componente della
Commissione Lavoro e previdenza della Camera, Tiziano Treu e
Maurizio Sacconi, rispettivamente presidente e
rappresentante della Commissione Lavoro del Senato.
L’evento è stato aperto dal presidente dell’Ance Paolo
Bozzetti, che nel suo intervento non solo ha rilanciato con
forza l’enorme impegno che la categoria porta avanti da anni sul
fronte della tutela e della sicurezza dei lavoratori, ma ha anche
illustrato le nuove azioni e proposte dell’Associazione per ridurre
concretamente gli infortuni nei cantieri. Proposte che, se da un
lato sono tese a rafforzare l’attenzione, la formazione e
l’informazione degli imprenditori delle costruzioni sugli obblighi
e le prescrizioni per la sicurezza, dall’altro puntano a
sollecitare le istituzioni competenti a incrementare verifiche e
controlli in tutti i cantieri. “Siamo assolutamente convinti - ha
dichiarato, infatti, Buzzetti - che proprio sulla vigilanza e sui
controlli si giochi in misura maggiore la concreta possibilità di
ridurre gli infortuni, correggendo e impedendo le infrazioni,
quando non addirittura gli illeciti, che sono la prima causa della
scarsa sicurezza”. Ma per vincere la battaglia della legalità e
della trasparenza non servono, come ha sottolineato il presidente
dell’Ance, nuovi interventi normativi. “Le leggi ci sono e vanno
applicate - ha detto Buzzetti - mettendo finalmente gli ispettori
del ministro del Lavoro nelle condizioni di svolgere concretamente
i propri compiti”. Ispettori che, ha evidenziato il presidente
dell’Ance, vanno formati adeguatamente e la cui attività di
controllo va sostenuta e rafforzata, rendendola più frequente e
capillare soprattutto nelle zone che oggi sfuggono completamente
alle verifiche. Ma tra i punti cruciali affrontati dal presidente
dell’Ance nel suo intervento, e che rappresentano il “cuore” delle
proposte del cosiddetto Progetto sicurezza messo a punto dai
costruttori, anche la necessità di corsi di formazione base per gli
imprenditori sulla gestione della sicurezza nei cantieri; il
supporto “tecnico” alle imprese sul fronte dei piani di sicurezza e
dei sistemi di gestione della sicurezza sul lavoro, l’introduzione
di meccanismi di premialità per le aziende virtuose.
Posizioni, quelle espresse dal presidente dell’Ance, che hanno
visto la piena condivisione da parte del segretario della Uil Luigi
Angeletti. “Prima di mandare gli ispettori a controllare le aziende
sane e che rispettano le regole - ha detto Angeletti tornando sul
tema delle ispezioni - bisognerebbe intensificare i controlli nelle
situazioni di forte illegalità, in cui gli abusi sono
macroscopici”. Il segretario della Uil si è anche espresso sulla
necessità di far funzionare le norme che esistono, senza cedere
alla tentazione tutta italiana di moltiplicare le leggi. “E`
inutile sovraccaricare il sistema di regole, sempre più complicate
e onerose, che rischiano poi di venire puntualmente disattese. La
macchina pubblica va fatta funzionare più efficacemente - ha detto
ancora Angeletti - e questo è l’unico modo per ridurre le
violazioni e debellare il sommerso e la criminalità, che purtroppo
in alcune aree del Paese rappresentano una piaga fatta sistema”.
Significative le dichiarazioni del sindacalista anche sulla
riduzione del costo del lavoro. “Se il lavoro è la vera ricchezza
del Paese, quella su cui possiamo contare per crescere ed essere
competitivi - ha dichiarato Angeletti - allora bisogna detassare
questa risorsa. La tassa migliore da ridurre oggi, insomma, è
proprio quella che grava sul lavoro”.
Agli interventi del presidente dell’Ance e del segretario della Uil
sono seguite le relazioni “tecniche” degli architetti Alfonso
Mercurio e Masino Valle, che hanno fatto il punto, anche
sulla base delle rispettive esperienze professionali, sulle
soluzioni progettuali più adeguate per evitare il verificarsi degli
infortuni.
I lavori del convegno sono poi proseguiti con due tavole rotonde.
La prima, sul tema “Gli enti bilaterali per la sicurezza”, è
stata condotta dal giornalista del Sole 24 Ore Massimo
Mascini e ha avuto come protagonisti imprese e sindacati, che
si sono confrontati sul ruolo fondamentale, nella lotta
all`irregolarità e nella prevenzione degli infortuni, svolto dal
sistema degli enti paritetici dell’edilizia, e cioé Casse Edili,
Scuole Edili e Cpt. Dal dibattito - a cui hanno preso parte il
presidente del Comitato Sicurezza dell’Ance Edoardo Bianchi,
il presidente della Commissione sindacale Ance Giorgio
Forlani, Franco Martini per Fillea Cgil, Giuseppe
Moretti per Feneal Uil e Giuseppe Virgilio per Filca
Cisl - è sostanzialmente emerso che nel settore delle costruzioni
le parti sociali hanno saputo fare di un’esperienza “antica” come
la bilateralità un presidio forte di regolarità, qualità e
sicurezza, un vero e proprio “steccato” capace di dividere le
imprese serie da quelle improvvisate. Condivisione e appoggio è
arrivato inoltre dai sindacalisti rispetto alle proposte dell’Ance,
tra le quali in particolare quella relativa alla sottoscrizione di
un Protocollo d’intesa mirato a rafforzare e incrementare le
attività ispettive già svolte dai Cpt, rendendole obbligatorie
prima dell’avvio dei cantieri.
La seconda tavola rotonda, che ha visto salire sul palco i
politici, ha avuto come tema “Responsabilità, formazione e
regolarità, cardini della sicurezza”. Al dibattito, condotto
dal direttore del Messaggero Roberto Napoletano, hanno
partecipato il coordinatore della Consulta delle Regioni dell’Ance
Salvatore Arcovito, il sociologo del lavoro Domenico De
Masi, il presidente Cnel Antonio Marzano, Stefania
Prestigiacomo (Commissione Lavoro e previdenza della Camera),
Tiziano Treu e Maurizio Sacconi (rispettivamente
presidente e componente della Commissione Lavoro del Senato).
Ampio spazio, nel corso della discussione, è stato dedicato al ddl
delega per il Testo unico sulla sicurezza sul lavoro. Un
provvedimento di cui il senatore Treu ha sottolineato non solo lo
sforzo di semplificazione rispetto a una materia così vasta e
complessa come la sicurezza sul lavoro, ma anche il tentativo di
dare efficacia e coordinamento all’attività dei tanti organi
preposti alla vigilanza (Asl, ispettorati del Lavoro). Espresse
invece, da Sacconi, diverse perplessità sulla legge, che non
porterebbe a una vera riduzione degli adempimenti formali per le
imprese e che soprattutto andrebbe rivista sul fronte dell’apparato
sanzionatorio, eccessivamente aspro e per questo incapace di
rappresentare un vero deterrente contro gli abusi. Sollevata,
infine, la questione della quota di disabili addetti all’edilizia:
quota che, secondo l’Ance, va scorporata dal conteggio degli operai
in cantiere.
A chiudere i lavori del convegno è stato l’intervento del ministro
del Lavoro Cesare Damiano, che per prima cosa ha puntato il
dito contro il problema del lavoro sommerso. “Chi opera fuori dalla
legalità - ha detto il ministro - non solo non è attento alla
sicurezza dei propri lavoratori, ma fa concorrenza sleale rispetto
alle imprese oneste. E questo è il primo, buon motivo per creare
un’alleanza forte, tra governo e parti sociali, che sia mirata a
ridurre drasticamente questo fenomeno”. E sempre in tema di
legalità e trasparenza, Damiano ha affrontato il problema del
massimo ribasso negli appalti. Massimo ribasso che, ha affermato il
ministro, non deve comprendere il costo della sicurezza né quello
del lavoro. Un forte impegno è stato annunciato da Damiano anche
sul fronte della formazione dei nuovi ispettori, dell’incremento
del loro numero (oggi sono 6.000 a fronte di 4 milioni di cantieri
attivi nel Paese) e del rafforzamento della loro attività, che oggi
si svolge sul 60% del territorio nazionale. Sul ddl delega, infine,
il ministro ha manifestato un’importante apertura: “Anche sul nodo
delle sanzioni - ha concluso Damiano - le modifiche sono possibili.
Il nostro principale obiettivo è quello di arrivare, in tempi
rapidi, a una legge che interpreti concretamente le esigenze delle
parti, che sia concepita cioé nel reale interesse tanto delle
imprese che dei lavoratori”.
Fonte: Ance
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