La redazione del New York Times ha traslocato in blocco dalla
storica sede neo-gotica alle spalle di Times Square, la piazza a
cui il quotidiano ha dato il nome, nel nuovo grattacielo
futuristico disegnato da Renzo Piano. L’edificio, situato
sull’Ottava Avenue, è alto 52 piani (più del Chrysler), ed è a
pochi isolati dal vecchio quartier generale al 229 della 43esima
Strada West. Il trasloco ai piani bassi della torre di Piano ha
tuttavia il senso di un viaggio alla Giulio Verne verso il giornale
del futuro. Il confronto tra le due sedi è paradigmatico del
cambiamento: il vecchio edificio era un palazzo industriale che un
tempo tremava quando nel cuore della notte partivano le
rotative.
Il grattacielo di Piano, sulla Ottava Avenue all’angolo con la
Quarantunesima Strada, è l’incarnazione ariosa e trasparente
dell’era del giornale post-gutemberghiano decantato da Arthur
Sulzberger Jr., l’editore, che un anno fa aveva pronosticato nello
spazio di un lustro la “fine della stampa”. Simbolico della
metamorfosi è la sorte della “Morgue” o “Obitorio”, l'immenso
archivio cartaceo del quotidiano di proprietà della famiglia
Sulzberger.
Milioni di ritagli, affascinanti fotografie (gli articoli scritti a
macchina sull’assassinio del presidente John F. Kennedy, il
cantante Pete Seeger a due anni, la foto di fidanzamento della
fotografa Diane Arbus) cambieranno casa per spostarsi nelle cantine
di un palazzo limitrofo - non più all’interno della sede del
giornale - perché ai reporter dell’era del Web, francamente, non
servono più di tanto. Il trasloco richiederà invece un cambiamento
nel Dna della testata: grazie al nuovo assetto consentito nella
newsroom di Piano, il prodotto del New York Times non sarà più solo
un giornale di carta, ma una catena di notizie prodotte in mille
forme diverse per diverse piattaforme contemporaneamente dai
reporter del settore cartaceo seduti accanto ai guru di
Internet.
Fonte: www.demaiore.it
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