IL CUP INIZIA LA RACCOLTA DELLE FIRME

19/06/2007

Giovedì 14 giugno scorso, presso il Visconti Palace Hotel di Roma si è tenuta la conferenza stampa nazionale per l'inizio della campagna di raccolta delle firme per il disegno di Legge di Iniziativa Popolare “Riforma dell'ordinamento delle professioni intellettuali” proposto dal CUP.
L'obiettivo dell'incontro è stato duplice: da un lato si è voluto mettere a disposizione il patrimonio di conoscenza rappresentato dal settore su una materia così complessa, dall'altro si è dato l'avvio alla raccolta delle firme.
La proposta del CUP tende a mantenere l'attuale configurazione degli ordini professionali che, però, vengono chiamati ad assolvere nuovi ed importanti compiti che affondano sul principio di sussidiarietà: chiedono, quindi, che siano rispettate le peculiarità di ciascuna professione intellettuale, facendo una netta distinzione tra attività professionale e quella dell'impresa, e che vengano vagliati i minimi tariffari inderogabili almeno per le procedure ad evidenza pubblica e per le prestazioni riservate.
Si tratta di un progetto che riguarda innanzitutto le 29 professioni intellettuali regolamentate che raccolgono circa 2 milioni di professionisti, un patrimonio di conoscenze indispensabile per la competitività e la crescita.

“I professionisti - ha dichiarato il portavoce del comitato promotore, nonché presidente, Raffaele Sirica - rappresentano un patrimonio di conoscenze di inestimabile valore per il nostro Paese. Abbiamo perciò scelto uno strumento costituzionale, democratico e partecipativo, per portare sul tavolo dei lavori parlamentari una riforma finalmente organica, che si distingue dai tentativi precedenti per l'apporto di idee nuove, a cominciare dal principio di sussidiarietà. Vorremmo che fosse ben chiaro, infine, che il professionista non può essere assimilato all'impresa, noi agiamo secondo l'etica e non secondo il profitto”.
La richiesta del Comitato di mantenere gli Ordini e gli Albi professionali, inoltre, non deve essere interpretata come una difesa di posizioni di rendita, bensì come la volontà di assicurare al cittadino un livello qualitativo ineccepibile del professionista al quale sono richieste puntuali e competenti prestazioni intellettuali, che devono essere ispirate al valore assoluto della conoscenza, dell'etica e della deontologia professionale.

Chi si ferma, invece, è il Coordinamento delle libere associazioni che, tramite il presidente Lupoi, ha fatto sapere che “ormai è tutto inutile, mancano le condizioni perché la nostra richiesta possa essere presa in considerazione. Questi tempi non sono ammissibili: si era prospettato di finire entro marzo e ora siamo quasi a luglio. In più il ddl Mastella sembra sia stato cestinato. Se dobbiamo dare retta a tutte le lobby non si farà mai giorno”.

La riforma delle professioni, però, non si ferma e all'indomani del termine delle audizioni (sette sedute in tre mesi) parte una nuova iniziativa, già annunciata.
Da subito, infatti, il governo è alle prese con la stesura di un testo di base che si presume verrà ultimato entro gli inizi del mese di luglio, per essere discusso, con eventuali emendamenti, entro la metà del mese di settembre in modo tale che, alla ripresa dei lavori parlamentari, si possa procedere immediatamente alla votazione del testo proposto.
E questo non è una chimera: l'annuncio ufficiale viene da Pierluigi Mantini della Margherita. “Perché i tempi della riforma vadano assolutamente ristretti. Il termine per gli emendamenti verrà fissato a metà settembre in modo tale da guadagnare tutta l'estate. Così alla ripresa dei lavori potremo votare subito il testo in Commissione”.
E c'è anche la conferma di una legge quadro, senza deleghe fatte su carta bianca e con più garanzie per gli attuali Ordini professionali.
Inoltre, come ribadito dal segretario Renato Borzone, si propone lo stralcio della professione forense che, secondo la Cgil, invece, non va estraniato da questa riforma.
Sull'argomento, poi, è interessante la posizione di Confprofessioni che, concordando sulla necessità di un ammodernamento del sistema professionale, pensa che sia importante la definizione del libero professionista del terzo millennio, diviso tra le diverse forme di professione, nel rispetto dei principi di equità, trasparenza, sostenibilità e solidarietà fiscale, il cui ruolo andrà valorizzato anche nell'ambito delle politiche pubbliche, ai vari livelli territoriali, di incentivo all'innovazione o alla ricerca.

A cura di Paola Bivona




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