Martedì 26 giugno scorso nella
Sala della Lupa, alla
Camera dei Deputati il Presidente dell’Autorità garante
della concorrenza e del mercato,
Antono Catricalà ha
presentato la Relazione annuale sull’attività svolta nel corso
dell’anno 2006.
Nella presentazione il Presidente Catricalà ha trattato:
- lo stato delle liberalizzazioni;
- la tutela della concorrenza;
- la tutela dei consumatori.
Nelle premesse e prima di parlare dello stato delle
liberalizzazioni, Catricalà ha precisato che “Durante l’anno
trascorso nel Paese è cresciuto l’interesse per le
liberalizzazioni. Ordinamenti giuridici di settore hanno subito
modifiche e si sono rinforzati gli intendimenti di tutti coloro che
credono nella libertà di mercato.
Tuttavia, per il poco tempo trascorso, non è ancora possibile
apprezzarne gli effetti.
Anche per questo la cultura che ha ispirato le riforme non è
pienamente accettata.
Resistenze sono opposte all’attuazione dei nuovi principi e
l’Autorità è tuttora impegnata a contrastare i comportamenti
elusivi delle nuove regole approvate dal Parlamento.”
Per quanto concerna il tema relativo allo
stato delle
liberalizzazioni ed in particolare quello delle
libere
professioni, il Presidente ha precisato che “Alcune attività
contribuiscono alla diffusione dell’innovazione scientifica e
tecnologica nell’interesse del Paese; altre sono preposte alla
tutela di beni rilevanti a livello costituzionale.
Ma i principi della competizione possono essere applicati in modo
compatibile con la tutela degli interessi pubblici garantiti dalla
regolazione.
Occorre costruire i percorsi di accesso alla professione sì da
assicurare l’adeguata preparazione del professionista senza
bloccare l’ingresso di nuovi concorrenti.
Non è necessario abolire gli ordini, ma riformarli. Il loro
compito precipuo è la promozione della qualità delle prestazioni,
il continuo aggiornamento dei professionisti, la tutela dei clienti
prima che degli iscritti.”
Nelle conclusioni viene precisato che “Regole certe e trasparenti
sono la base di un mercato efficiente. È un’esigenza che l’opinione
pubblica italiana avverte a tutti i livelli e che deve trovare
risposta in Parlamento. Non è una questione astratta ma ha ricadute
sulla nostra economia.
Esiste una crescente convinzione all’estero che le regole di
mercato in Italia siano troppo spesso asservite alle ragioni della
politica.”
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