Inizia male, presso le competenti
Commissioni di Camera e
Senato, l’esame dello
schema di decreto legislativo
concernente
modifiche al decreto legislativo 12 aprile 2006, n.
163, recante il
codice dei contratti pubblici relativi a
lavori, servizi e forniture.
Alla
Commissione Lavori Pubblici (VIII Commissione) del
Senato, il
26 giugno scorso, il relatore del
provvedimento
Paolo Brutti ha riferito sul provvedimento in
argomento che costituisce il secondo decreto correttivo, emanato in
attuazione dell'articolo 25, comma 3 della legge delega n. 62 del
2005, finalizzato a proseguire l'opera di “revisione progressiva”
della complessa disciplina in materia di appalti adottata nel 2006
precisando che il decreto non soltanto non risolva talune questioni
problematiche, ma rinvii l’entrata in vigore di alcune norme del
codice al momento dell'adozione di un successivo regolamento di
attuazione.
Dopo aver dato conto delle vicende che hanno preceduto la
formulazione dell’intervento correttivo, nonché delle
modifiche
normative che hanno interessato, in
modo non sempre
adeguatamente coordinato, il codice dei contratti pubblici,
rileva in modo critico che il Ministero, nonostante le
numerose proposte formulate dai principali operatori del settore,
in sede di predisposizione dello schema di decreto
ha tenuto
solo parzialmente conto di tali contributi, rimettendo
l’accoglimento delle suddette proposte emendative alla valutazione,
fra l’altro, delle Commissioni parlamentari consultate.
Il relatore, dopo aver posto in luce le posizioni espresse dalle
associazioni rappresentative dei diversi livelli di governo in seno
alla Conferenza unificata, procede alla illustrazione, articolo per
articolo, delle disposizioni di cui si compone lo schema di decreto
in esame ricordando che il provvedimento interviene su numerosi
articoli e procedure del codice stesso.
Dopo l’intervento del relatore, il seguito dell’esame è stato
rinviato a nuova data.
Ricordiamo, poi, che nei giorni 27 e 28 giugno l’Ufficio di
Presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi parlamentari ha
proceduto all’audizione dei vertici dell’
ANCE,
dell’
AGI e dell’
IGI ed all’audizione dei vertici di
CNA e
CONFARTIGIANATO.
Alla
Commissione Ambiente, Lavori Pubblici e Territorio
(VIII Commissione) della
Camera dei Deputati, il 27 giugno
scorso, il relatore Tino Iannuzzi ricorda preliminarmente che lo
schema di decreto legislativo in esame è stato predisposto dal
Governo in attuazione della norma di delega contenuta nell'articolo
25, comma 3, della legge 18 aprile 2005, n. 62, che consente di
emanare disposizioni integrative e correttive del decreto
legislativo 12 aprile 2006, n. 163 entro due anni dalla sua data di
entrata in vigore.
Si tratta di un provvedimento che prosegue l'attività di revisione
del codice avviata dall'attuale Governo con la sospensione di
alcuni istituti (decreto-legge n. 173 del 2006 convertito con
modificazioni nella legge n. 228 del 2006) e con l'emanazione del
primo decreto legislativo correttivo (decreto legislativo n. 6 del
2007),.
Il relatore ricorda che sullo schema di decreto legislativo la
Conferenza unificata ed il Consiglio di Stato hanno espresso i
rispettivi pareri nella riunione del 15 marzo 2007 e nella adunanza
generale del 6 giugno 2007 e rileva che il decreto contiene
contiene una pluralità di norme finalizzate:
- a garantire una maggiore aderenza dell'ordinamento interno al
dettato comunitario e, comunque, all'apertura dei mercati e alla
promozione di una effettiva e corretta concorrenza fra gli
operatori di mercato;
- ad accrescere la trasparenza e la verificabilità delle
procedure e dei comportamenti sia degli operatori economici che
delle stazioni appaltanti e degli altri soggetti operanti nel
settore;
- a snellire le procedure amministrative, soprattutto se non
funzionali al perseguimento delle esigenze di trasparenza e
apertura del mercato.
Dopo un’attenta disamina degli articoli di cui si compone il
provvedimento, il relatore conclude ricordando che la Commissione è
tenuta ad esprimere il proprio parere entro e non oltre il prossimo
24 luglio visto che il 31 luglio è in scadenza anche la proroga
degli istituti che si intendono modificare con il testo in
esame.
Il Presidente della Commisione
Ermete Realacci dopo aver
ringraziato il relatore, ricorda che vi siano almeno due questioni
sulle quali il lavoro della Commissione può efficacemente
raccogliere le istanze e le esigenze diffuse che provengono dai
soggetti che operano nel settore.
La prima questione attiene in particolare alla prevenzione delle
infiltrazioni mafiose e alla tutela delle condizioni di sicurezza e
dei diritti dei lavoratori; la seconda riguarda la tutela delle
piccole e medie imprese nel settore degli appalti, per la quale
occorre individuare possibili soluzioni normative.
La Commissione riprenderà l’esame del provvedimento Martedì 3
luglio con le audizioni informali dei rappresentanti di
organizzazioni di ingegneria e di ordini professionali e
deirappresentanti di associazioni delle piccole e medie imprese ed
il 4 luglio con le audizioni informali dei rappresentanti delle
autonomie territoriali e dei rappresentanti di associazioni delle
imprese di costruzione.
Mentre le competenti commissioni parlamentari di Camera e Senato
hanno iniziato il lungo percorso che, a nostro avviso, non si
concluderà entro il 24 luglio, (data ultima per dare la possibilità
al Governo di varare il provvedimento correttivo entro il 31 luglio
prossimo) e che porterà ad ulteriore rinvio delle disposizioni in
atto sospese, si ha notizia che il
Ministero delle
Infrastrutture ha predisposto una
bozza di Regolamento di
attuazione del Codice dei contratti; si tratta di un testo
enciclopedico (365 articoli che, sommati ai 257 del Codice
contratti, formano una sorta di Testo unico di 622 articoli).
Il nuovo Regolamento, in molte parti, ricalca quello esistente (Dpr
n. 554/1999) ma ricomprende al suo interno anche le norme sulla
qualificazione (Dpr n. 34/2000) e sul capitolato speciale d`appalto
(Dpr n. 145/2000).
Ricordiamo che tra le tante novità
la disciplina della
validazione del progetto che diventa obbligatorio per i tre livelli
di progettazione.
Per la validazione le stazioni appaltanti potranno rivolgersi a
strutture pubbliche accreditate o al mercato con l’obiettivo di
migliorare la qualità dei progetti e ridurre il contenzioso sulle
varianti.
La bozza regolamenta poi i due istituti che il ministro
Antonio
Di Pietro intende sospendere proprio fino all’entrata in vigore
del Regolamento stesso: il dialogo competitivo e l’appalto
integrato di progettazione e costruzione. Per il primo, una sorta
di trattativa pre-gara utilizzata per opere complesse, viene
precisato che ai candidati ammessi al dialogo è assegnato un
termine per presentare una o più proposte, con uno studio di
fattibilità.
Il testo del nuovo Regolamento che sostituirà integralmente il
Regolamento emanato con Dpr n. 554/1999 è, ovviamente, ancora
suscettibile di modifiche e integrazioni e dovrebbe, dopo il parere
del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici approdare, nel mese di
luglio, in Consiglio dei ministri per il primo sì per passare,
successivamente, al Consiglio di Stato.
Ovviamente è palese che non saranno rispettati i tempi previsti
all’articolo 196 del D.Lgs. n. 163/2006 ed, infatti è impossibile
che il Regolamento, come previsto al comma 1 del citato articolo,
sia adottato entro un anno dell’entrata in vigore del codice stesso
81 luglio 2007). .
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