Edilizia residenziale sovvenzionata: ecco il nuovo progetto per la
città di Milano che vede in arrivo 2.300 case attraverso
un’apposita convenzione tra privati e comune, con un progetto,
comunque, molto più ampio e la previsione, entro il 2010, di 45mila
nuovi alloggi.
Attraverso la convenzione vengono fissate le caratteristiche
urbanistiche degli interventi, il prezzo di vendita o locazione
degli immobili ed i requisiti per accedere alle graduatorie per le
quali vengono privilegiate nuove coppie, immigrati, famigle
numerose ed anziani.
L’argomento non soltanto sta a cuore a tutti i cittadini, ma per un
sistema “onda” si espande con proporzioni sempre più ampie. Ed è
per tale motivo che la scorsa settimana l’associazione lombarda dei
costruttori dell’Ance ha organizzato un incontro specifico su
questo tema all’interno del ciclo “Conversazioni per una città
migliore”, al quale ha preso parte l’assessore allo sviluppo del
territorio del comune di Milano Carlo Masseroli, gli architetti
Giorgio Goffi e Raffaello Cecchi, il responsabile del laboratorio
di ricerca progetti e politiche del territorio del politecnico di
Milano Franco Infussi ed Assimpredil di Ance.
Proprio Masseroli ha illustrato come il principio che anima il
progetto prevede la ricerca di soluzioni organiche con le linee
guida della città, secondo una direttiva diametralmente opposta
rispetto alla precedente giunta comunale di Albertini.
Già Abitare Milano 1 e 2 si sono avvalsi della formula del social
housing attraverso due specifici bandi emanati dopo l’approvazione
della legge urbanistica regionale (legge n. 12/2005) e questo nuovo
bando, senza nulla togliere alle precedenti realizzazioni, tende a
diversificare quanto fatto fino ad ora. Verranno assegnate, così,
nuove aree cittadine per costruire nell’immediato 2.300 alloggi che
tendano a riqualificare periferie ed a riorganizzare aree con
abitazioni obsolete e difficilmente ristrutturabili a causa dei
costi elevati di manutenzione straordinaria.
Il prezzo di vendita di questi alloggi si aggirerà intorno ai mille
euro a metro quadrato e per rientrare nei costi prefissati, si è
alla ricerca di soluzioni modulari con pareti mobili che consentano
facili trasformazioni dei singoli moduli per l’adattabilità alle
esigenze familiari: giovani coppie, famiglie numerose, anziani.
La presenza di Goffi è la testimonianza che uno studio progettuale
di base appropriato può portare a soluzioni innovative ed
economiche al tempo stesso: è il caso da lui progettato per la
provincia di Brescia, con un costo complessivo a metro quadrato di
650 euro ed al contempo l’utilizzo di materiali eleganti quali
vetro, mattoni e legno.
Social housing, quindi, tende a riqualificarsi ed a riqualificare
ambienti urbani destinati all’abbandono, nella ricerca di una lotta
al caro affitti da un lato ed alla dispersione dalle città
dall’altro.
Speriamo, però, che tali soluzioni progettuali modulari non si
trasformino in ghetti riconoscibili soltanto per il fatto che la
successiva manutenzione ordinaria affidata ai cittadini, degrada
ancor di più il territorio.
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