Rompere una volta per tutte con la cronica incapacità
decisionale che paralizza il Paese condannandolo a ritardi e
arretratezze inaccettabili,
Rendere più sicuro e spedito il cammino verso la completa
liberalizzazione del mercato,
Garantire certezza e continuità nei trasferimenti delle
risorse per le opere pubbliche,
Puntare con decisione sul rilancio delle città.
Sono queste le quattro richieste forti che il presidente
dell’Ance Paolo Bozzetti, di fronte a una platea
affollatissima di imprenditori giunti da tutta Italia, ha rivolto
al governo nella sua relazione all’Assemblea annuale
dell’Associazione.
Ai lavori, che si sono svolti presso l’Auditorium Parco della
Musica di Roma e che hanno visto peraltro l’intervento del ministro
delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, erano presenti tra
gli altri il presidente del Consiglio Romano Prodi, il
ministro per gli Affari regionali Linda Lanzillotta e
numerosissimi esponenti dei partiti di maggioranza e
opposizione.
Il primo, forte monito all’esecutivo da parte del presidente dei
costruttori è stato proprio sulla necessità di “saper
decidere”. “E’ paradossale - ha detto Buzzetti - che le
capacità decisionali della politica abbiano raggiunto il minimo
storico nel momento in cui i molti e complessi problemi del Paese
richiederebbero scelte rapide”.
Scelte impedite in troppi casi, secondo il presidente dell’Ance,
dalla logica del consenso unanime ad ogni costo, dalla “politica
del no” elevata a sistema. Una situazione pericolosa, che
condanna il Paese all’immobilismo e il mercato all’inefficienza e
che può essere superata - ha continuato Buzzetti - “solo definendo
criteri decisionali coerenti, che chiariscano quanto compete a
livello centrale, regionale e locale”. Altrettanto urgente, ha
sottolineato il presidente dell’Ance, è liberalizzare il sistema
economico. Aperture finora ci sono state, ma - ha puntualizzato
Buzzetti – “esistono ancora potenti barriere e fortissime lobby”. E
a farne le maggiori spese è proprio il settore delle costruzioni,
aggredito da pesanti fenomeni di elusione della concorrenza - si
pensi soprattutto ai lavori in house messi in atto da società miste
a maggioranza comunale o regionale che vestono contemporaneamente i
panni di enti appaltanti e di società esecutrici - che andrebbero
fermati una volta per tutte. Il terzo, forte impegno chiesto dal
presidente dell’Ance al governo è in materia di risorse. “Sebbene
sia apprezzabile l’incremento di risorse previsto dall’ultima
Finanziaria (+23%), la complessità e la lunghezza dei processi
decisionali - ha dichiarato il presidente dell’Ance - stanno
determinando una vera e propria asfissia negli appalti”. Oltre
all’allarmante caduta dei bandi pubblici, Buzzetti ha posto
l’accento sulle difficili situazioni finanziarie di Anas e
Ferrovie.
Situazioni rispetto alle quali il Dpef sembra tuttavia offrire una
prima, importante risposta in termini di risorse. “Ma questo non
basta - ha detto Buzzetti – l’Ance chiede al governo di garantire
l’affidabilità degli impegni presi, accelerando i processi
decisionali e garantendo certezza e continuità nei trasferimenti
delle risorse”. Non meno cruciale, secondo il presidente dei
costruttori, è evitare che la realizzazione del programma delle
opere strategiche porti a un drenaggio di risorse a scapito di
tutti gli altri interventi di infrastrutturazione del territorio,
di dimensione più limitata ma non meno indispensabili per il futuro
e il rilancio competitivo del Paese. Ma Buzzetti ha sollecitato il
governo anche a rimettere al centro dell’attenzione il tema del
rilancio urbano . `”Se il problema delle città deve diventare una
questione di interesse nazionale, come si afferma del resto anche
nell’allegato Infrastrutture al Dpef, nazionale - ha detto il
presidente dei costruttori - dovraà essere lo sforzo finanziario,
organizzativo e istituzionale”.
Obiettivi importanti e improrogabili, quelli sui quali Buzzetti ha
richiamato l’impegno del governo, ma che realisticamente non
possono essere realizzati senza prima mettere mano, con forza, sui
tanti problemi ancora irrisolti del mercato e che più da vicino
toccano il rapporto tra Stato e impresa.
In materia di appalti ad esempio, ha sottolineato il presidente
dell’Ance, “è evidente che l’eccesso di regole, i continui
interventi legislativi e il loro sovrapporsi determinano gravi
situazioni di incertezza sia per le imprese che per la pubblica
amministrazione”. Per questo l’Ance chiede al governo una
radicale semplificazione degli adempimenti e un sistema normativo
chiaro e univoco su tutto il territorio nazionale.
Particolare attenzione è stata data dal presidente dei costruttori
al problema della qualificazione delle imprese. “L’ossessivo
riferimento al fatturato ai fini della qualificazione - ha
dichiarato Buzzetti - è una delle cause che condanna fatalmente le
imprese a ribassi eccessivi. Ribassi che, per giunta, si è
costretti ad applicare su prezzari vecchi”.
Secondo l’Ance la disciplina regolatrice dell’accesso agli appalti
andrebbe fondata, invece, su requisiti “sostanziali”, come la
solidità finanziaria, le attrezzature specialistiche, il personale
tecnico, le garanzie di sicurezza. “Su questo fronte - ha detto
comunque il presidente dei costruttori - le misure del Regolamento
attuativo del Codice degli appalti ci fanno ben sperare”.
Non sono invece arrivate, come ha ricordato Buzzetti, le risposte
da tempo sollecitate e attese dalla categoria in materia fiscale.
“La manovra dell’ultimo anno - ha anzi spiegato il presidente
dell’Ance - ha colpito duramente la fase più nevralgica del
processo costruttivo, quella della produzione, portando ad un
incremento dei costi del 15-20%”.
Aumenti dei costi, pesanti oneri gestionali e forti situazioni di
incertezza per le imprese sono derivati anche dagli innumerevoli
nuovi adempimenti, in particolare reverse charge e responsabilità
solidale dell’appaltatore nei confronti del subappaltatore. “Per
sopperire ai limiti dell’Amministrazione pubblica nella lotta
all’evasione fiscale - ha sottolineato il presidente dei
costruttori - le imprese si sono ritrovate di fatto a fare i
controllori dell’imposizione fiscale, a svolgere cioé le funzioni
dello Stato”.
Una situazione pesante, sulla quale l’Ance aveva chiesto al governo
una correzione di tiro che “nonostante le rassicurazioni - ha detto
Buzzetti - nel Dpef è mancata”. Così come non hanno trovato ancora
posto misure importanti e da tempo sollecitate dalla categoria in
materia di lavoro. Tra i principali obiettivi dell’Ance su questo
tema c’è la riduzione del differenziale tra costo del lavoro e
retribuzione netta, che potrebbe essere ottenuta anche attraverso
la decontribuzione degli straordinari. “L’Ance chiede inoltre - ha
sottolineato il presidente Buzzetti - maggiore flessibilità nel
mercato e l’introduzione di meccanismi di premialità, primo tra
tutti lo sgravio dell’11,50%. Una misura che non solo dovrebbe
essere nuovamente introdotta nel nostro ordinamento, ma resa
permanente”.
Molte e significative le risposte del ministro delle
Infrastrutture Di Pietro alle sollecitazioni del presidente
dell’Ance.
In materia di risorse per le opere pubbliche, in particolare, Di
Pietro ha ricordato l’impegno del governo ad aumentare gli
stanziamenti, come dimostrano la Finanziaria dell’ultimo anno e il
Dpef da poco approvato. “Tuttavia - ha detto il responsabile delle
Infrastrutture - i fondi a disposizione sono stati necessari non
tanto per aprire nuovi cantieri, ma per evitare che si chiudessero
quelli in corso. In altre parole - ha continuato il ministro -
abbiamo passato il primo anno a pagare le fatture insolute,
soprattutto quelle dell’Anas”. Ed è per questo che “un governo
serio - ha detto ancora Di Pietro - non può mettere sul piatto, per
le infrastrutture, più di 30-35 miliardi per i prossimi 4
anni”.
In materia di regole il responsabile delle Infrastrutture ha
ricordato invece che, con questo governo, si è dato il via ad
un’importante riscrittura del sistema normativo degli appalti. “E,
tra le nuove misure, quella dell’avvalimento - ha detto Di Pietro -
si deve proprio al lavoro congiunto con l’Ance”.
Altri due importanti obiettivi che il ministro intende realizzare a
breve sono in linea con le richieste dei costruttori: un forte
ripensamento del sistema delle Soa, che si sono rivelate
un’esperienza fallimentare, e la necessità di intervenire per porre
un freno all’eccessiva autonomia legislativa delle Regioni, causa
di norme fin troppo frammentate e eterogenee.
Fonte: Ance
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