In caso di stipula di un contratto di mutuo per la costruzione
della “prima casa”, i relativi interessi passivi sono detraibili
anche se, in mancanza di una espressa indicazione di tale
circostanza nel contratto medesimo o nella dichiarazione rilasciata
dall’istituto bancario, la finalità del prestito risulta da una
dichiarazione sostitutiva di atto notorio resa dal
contribuente.
Così si è espressa l’Agenzia delle Entrate nella Risoluzione n.
241/E del 7 settembre 2007, in risposta ad un’istanza di
interpello relativa alle condizioni di detraibilità degli interessi
passivi sui mutui accesi per la costruzione dell’abitazione
principale.
Come noto, l’art. 15, comma 1-ter, del D.P.R. 22 dicembre 1986 n.
917 prevede la detraibilità dall’imposta sul reddito delle persone
fisiche del 19% dell’ammontare complessivo, fino a 2.582,28 euro,
degli interessi passivi derivanti da mutui contratti per la
costruzione di unità immobiliari, da adibire ad abitazione
principale.
Le modalità applicative della detrazione sono state individuate con
il D.M. 30 luglio 1999 n. 311, il quale ha previsto, tra l’altro,
che nella documentazione da conservare ai fini di un’eventuale
esibizione all’Amministrazione finanziaria è compreso il contratto
di mutuo da cui deve risultare che lo stesso è stato stipulato per
la costruzione dell’abitazione principale.
Sul tema, riportandosi a precedenti chiarimenti forniti a proposito
della detraibilità degli interessi passivi nell’ipotesi di mutui
relativi all’acquisto della “prima casa”, la citata R.M. 241/E/2007
richiama le medesime modalità di attestazione della finalità del
prestito anche nel caso in cui questo finanzi la costruzione
dell’abitazione principale.
In particolare, in assenza dell’espressa indicazione, contenuta nel
contratto o nella dichiarazione resa dall’istituto bancario,
relativa alla destinazione del mutuo alla costruzione della “prima
casa”, l’Amministrazione ha chiarito che tale finalità può essere
desunta dalla dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà resa
dal contribuente ai sensi dell’art. 47 del D.P.R. 445/2000.
In sostanza, ai fini della detraibilità degli interessi passivi, lo
scopo del finanziamento deve risultare dal contratto di mutuo o, in
via subordinata, dalla dichiarazione resa dall’istituto bancario,
e, solo in assenza di queste, il contribuente può dimostrare la
finalità del prestito fornendo la citata autocertificazione.
Fonte: ANCE
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