A qualche giorno dalla chiusura dei lavori del
52° Congresso
Nazionale degli Ingegneri si fa il bilancio di ciò che è stato
fatto e di ciò che è stato proposto per l'avvenire.
Paolo Stefanelli, presidente della categoria, spiega che
"solo dopo aver raggiunto la necessaria compattezza da parte di
tutti gli iscritti si potrà iniziare a pensare al futuro, che
prevede la manifestazione degli stati generali dell'ingegneria, un
momento in cui l'Ordine, i sindacati e le università si
incontreranno per lavorare insieme su un progetto comune di
sviluppo del Paese".
Il prossimo
2008 sarà l'anno dell'ingegneria e servizio dello
sviluppo sostenibile nelle quali energia, ambiente e sicurezza
saranno le priorità "numero uno" e che, quindi, hanno fatto da
spalla all'intero congresso.
La
mozione congressuale approvata all'unanimità evidenzia
che "i fabbisogni sempre maggiori di energia portano ala necessità
di tutelare le risorse non rinnovabili rivedendo anche gli attuali
stili di vita, e di individuare le tecnologie più efficienti e
sicure senza pregiudizi e scelte ideologiche.
In tema di appalti, poi, Antonio Di Pietro, ministro delle
infrastrutture, ha annunciato in sede di congresso la pubblicazione
di un terzo decreto correttivo al D.Lgs. n. 163/2006, proprio per
dare spazio alla qualità piuttosto che al mercato.
Grande assente, invece, il ministro
Alfonso Pecoraro Scanio
che, inviando un messaggio ai partecipanti al congresso, si è
dichiarato disponibile a garantire la categoria e le sue esigenze
di fronte al Governo.
Gli ingegneri, così, si fanno avanti ed avviano la prima base per
il dibattito che intraprenderanno nel futuro. Non solo spettatori,
ma protagonisti nelle scelte che il governo dovrà fare per il
paese.
Non meno importante, comunque, il
dibattito sul tema della
riforma delle professioni che dalla mozione fa trasparire il
pensiero forte della categoria: "una riforma che dovrà avere come
cardini fondamentali la garanzia della qualità delle prestazioni
professionali a servizio del cittadino e la tutela del ruolo
professionale dell'ingegnere, intendendo come tale esclusivamente
chi abbia completato un percorso di formazione universitario di
ingegneria, sia esso di primo che di secondo livello; qualità delle
prestazioni professionali che va rafforzata attraverso percorsi di
tirocinio e di aggiornamento gestiti dagli ordini.
Non potranno essere accettate azioni che non riconoscano la
competenza specifica ed esclusiva degli ingegneri nella
progettazione geotecnica e nella sistemazione idraulica".
Parole al vento o impegni vincolanti?
E quale è, effettivamente la situazione della riforma ad oggi?
Pierluigi Mantini, uno dei relatori al disegno di legge di
riforma all'esame del parlamento ha preso parte alla penultima
giornata del congresso ed ha invitato al dialogo ed alla
collaborazione per giungere ad un testo condiviso che riformi il
mondo delle professioni: "basta con la raccolta delle firme per
spingere una riforma delle professioni di iniziativa popolare",
afferma Mantini. "Abbandoniamo la logica della contrapposizione.
Questa legge non può prescindere dalla condivisione. Anche da parte
dell'opposizione" che, invece, si dice meno ottimista.
Michele Vietti, responsabile della riforma delle professioni
de La Margherita, infatti, ha annunciato le prossime mosse alla
Camera: nuovo testo base entro settembre ed appello all'opposizione
per una collaborazione concreta che, quindi, posi le armi di guerra
e che sia fattiva sotto tutti i punti di vista. "Apprezzo la buona
volontà di Mantini" ha dichiarato Vietti, "ma qui non conta il
singolo parlamentare. Le scelte in questo campo sono politiche. E
nell'attuale maggioranza ci sono due anime: una ideologica che ha
fatto le liberalizzazioni e una più ragionevole che vuol fare una
legge seria. Se questa coalizione rinuncia a singoli blitz sulle
professioni allora possiamo cominciare a ragionare".
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