Una manovra senza qualità ambientale, quella del 2008, che pur
mantenendo e consolidando l'impegno esistente a tutela della
natura, che comunque rimane marginale (i 584 milioni di euro
dedicati, calcola il WWF, sono solo il 5% delle risorse della
Finanziaria e il 3% del valore complessivo della Manovra), ha
smarrito le proprie vocazioni innovative in campo energetico e
nell'attuazione del Protocollo di Kyoto, continua, in assenza di
Piani nazionali dell'energia dei trasporti e della mobilità, ad
alimentare i fondi per le infrastrutture strategiche senza alcun
intervento decisivo di selezione delle opere e controllo sui costi,
e non interviene con decisione per la tutela e la valorizzazione
della biodiversità.
Il WWF Italia rileva tra le note positive che:
- nel settore dei trasporti e delle
infrastrutture sia nel 2007 che nel 2008 vengono dedicate
risorse importanti e necessarie a investimenti nella rete
ferroviaria tradizionale (oltre 2.600 milioni di euro
complessivamente nei 2 anni) e un'attenzione particolare alla
mobilità urbana (582 milioni di euro nel 2008 per migliorare la
qualità del trasporto pubblico e i servizi per i pendolari);
- nel settore energetico vengono mantenute le
disposizioni previste per promuovere l'efficienza energetica nelle
abitazioni e cominciare ad impostare una politica fiscale in campo
energetico;
- nel settore della tutela della natura, che era
stato umiliato nella XIV legislatura, vengono confermati e
sensibilmente incrementati i finanziamenti previsti già nel 2007
(ad es. alle aree protette vengono destinati 72 milioni di euro, 3
milioni in più rispetto al 2007; alla difesa del suolo vengono
destinati 265 milioni di euro, 65 milioni in più rispetto al 2007;
alla difesa del mare 46 milioni di euro, oltre 5 milioni in più
rispetto al 2007; alla bonifica dei siti inquinati 100 milioni di
euro, 35 milioni in più rispetto al 2007).
Ma la Manovra 2008, osserva il WWF Italia, "mobilita" anche
troppe nuove risorse per la realizzazione delle
infrastrutture strategiche (4.500 milioni di euro, il 63%
delle quali sono destinate, secondo l'Allegato Infrastrutture al
DPEF 2008-2011, a strade e autostrade) e per finanziare il
Sistema dell'Alta Velocità ferroviaria (1.300 milioni di
euro, a cui si devono aggiungere i 200 milioni di euro di
impegno quindicennale), mentre al comparto tradizionale della
tutela ambientale (aree protette, difesa del
suolo, difesa del mare, bonifiche dei siti inquinati, APAT,
Convenzione di Washington per le specie a rischio di estinzione),
nonostante l'aumento complessivo di 122 milioni di euro rispetto ai
462 milioni del 2007, dedica in questi due anni
non più del
3% dell'ammontare dell'intera manovra, 584 milioni di euro su 18,5
miliardi, tra Finanziaria vera e propria e decreto legge
fiscale connesso.
Tra i segnali più inspiegabili, anche nell'ottica del contenimento
delle spese su cui è improntata la Manovra, c'è la
scomparsa dei due Fondi istituiti presso il Ministero
dell'Ambiente con la Finanziaria 2007, che avrebbero
consentito politiche innovative nell'
attuazione del
Protocollo di Kyoto e nel campo della mobilità sostenibile: nella
Manovra 2008 non c'è traccia né dei 200 milioni di euro del Fondo
rotativo per l'attuazione del Protocollo di Kyoto, né dei 90
milioni del Fondo per la mobilità sostenibile (concepito,
tra l'altro, per finanziare l'efficienza dei mezzi pubblici,
incentivare l'intermodalità, costituire un sistema di incentivi e
disincentivi per la mobilità sostenibile, finanziare i mobility
manager e il car sharing), senza contare l'
assenza di
incentivi per l'acquisto di apparecchiature energetiche
efficienti.
In campo energetico si propongono disposizioni
discutibili:
- il mantenimento, nell'art. 30 del Ddl, della possibilità di
sovvenzionare con gli incentivi destinati alle
fonti rinnovabili anche gli impianti tradizionali di
cogenerazione già in attività e sanare in deroga entro tre
mesi gli impianti autorizzati e in costruzione;
- -
- la disposizione contenuta nell'art. 70 del Ddl (in cui si
trovano uniti giovani laureati e gestione delle quote di emissione
di gas serra), che regala quote d'allocazione per le
centrali termoelettriche a carbone, il che si traduce in
una rendita per tali impianti ai danni dei cittadini e
dell'ambiente;
- -
- la disposizione dell'art. 46 del DL 195/2007 che
autorizza la costruzione di rigassificatori, anche senza il
parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici e dopo
un nulla osta sul progetto preliminare, in assenza di una seria
programmazione energetica.
Criticabili anche altre disposizioni contenute
nella parte normativa del Ddl sulla Legge Finanziaria 2008:
- all'art. 44 vengono assegnati al Ministero dell'Ambiente (e
questo è positivo) 265 milioni di euro per Piani strategici
nazionali per la mitigazione del rischio idrogeologico e
misure di adattamento a seguito dei mutamenti climatici, senza però
che si preveda di concordarli con le autorità di
bacino/distretto;
- -
- all'art. 45 si prevede di investire 50 milioni di euro l'anno
(tra il 2008 e il 2010) per realizzare parchi urbani nei
comuni a maggiore crisi ambientale al fine di ridurre le
emissioni di Co2 e tutelare la biodiversità, mentre ancora non
esiste una Strategia nazionale e misure specifiche per a tutela e
la valorizzazione della biodiversità, come previsto dalla
Convenzione internazionale sulla diversità biologica, ratificata
dal parlamento italiano 13 anni fa, e dalla Commissione
Europea.
"Dalla manovra 2008 - commenta
Michele Candotti, segretario
generale del WWF Italia - ci saremmo aspettati che si
consolidasse e rinnovasse la tendenza all'innovazione in campo
energetico, trasportistico e ambientale abbozzata nel 2007.
Vogliamo ricordare che il WWF si aspettava almeno:
a) in campo energetico e in
attuazione del
Protocollo di Kyoto,
il coinvolgimento delle
Regioni per condividere gli obblighi nazionali di
riduzione delle emissioni climalteranti (nei trasporti e nei
consumi civili) e misure sostanziali di riforma della fiscalità
energetica per renderla coerente con gli obiettivi di Kyoto. Il WWF
chiede un allegato ambientale che, anche attraverso una delega al
Governo, getti le basi per una programmazione strategica anche di
medio e lungo periodo;
b) in campo trasportistico,
la realizzazione di
indagini approfondite sulla domanda di
mobilità nelle varie aree del Paese, investimenti
destinati al potenziamento delle reti esistenti che servono la
mobilità a corto e medio raggio e misure che consentissero
l'integrazione tra i vari strumenti di pianificazione;
c) in campo ambientale, fondi finalizzati alla
definizione e realizzazione di una
strategia per la tutela
e la valorizzazione della biodiversità nelle aree
prioritarie e nei corridoi ecologici dove si concentra il
patrimonio naturalistico del Paese, minacciato dal consumo del
territorio e dai cambiamenti climatici, superando il semplice
finanziamento ordinario delle aree protette".
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