Le norme in materia ambientale di cui al D.Lgs. n. 152/2006,
entrate in vigore il 29 aprile scorso ed in riferimento alle quali
sono stati già pubblicati diciotto decreti attuativi vanno forse
verso una sospensione.
Il ministro dell' Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha incontrato
una delegazione di assessori regionali ed ha assicurato la
predisposizione di un provvedimento atto a "sospendere le ricadute
immediate".
Inizialmente Alfonso Pecoraro Scanio aveva manifestato la decisa
volontà di cancellare il provvedimento, ma dopo la netta
opposizione di Confindustria, ora l’obiettivo di è spostato
sull’ipotesi di specifici provvedimenti di sospensione in attesa di
ulteriori revisioni.
Molte Regioni e Province hanno deciso di impugnare il Decreto
Legislativo di fronte alla Corte Costituzionale e la Consulta
esaminerà, il 21 giugno prossimo, la richiesta di sospensione
presentata dalla Regione Emilia Romagna.
Il Presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani ha
dichiarato: " Siamo costretti ad accedere ancora una volta alla
Corte Costituzionale perché di fatto non è stato possibile avviare
un confronto effettivo su temi così delicati per l’assetto del
territorio".
Le contestazioni della Regione sono molteplici ed, in particolare,
fanno riferimento:
- agli assetti delle Autorità di Bacino;
- alle tariffe del servizio idrico integrato e del servizio
fognatura e depurazione;
- agli scarichi delle imprese agricole;
- alla gestione delle terre e rocce di scavo;
- alle procedure per la gestione dei rifiuti.
Sulla questione è intervenuto anche Diego Tommasi, assessore
calabrese, coordinatore della commissione ambiente e protezione
civile delle Regioni precisando che: "Le modalità concrete dovrà
indicarle il ministro, ma è importante intervenire al più presto su
questioni come il blocco delle Autorità di bacino e la riforma
della Tarsu, che mettono in seria difficoltà i Comuni e paralizzano
il sistema della tutela ambientale"; l’assessore ha poi continuato
aggiungendo che "Il problema non è incentrato non solo sulla
richiesta di sospensione dei provvedimenti attuativi e di
ripristino delle norme abrogate dal decreto 152/2006, ma anche
sull’impostazione di una nuova politica di concertazione tra Stato,
Regioni e Formazioni sociali. Obiettivo: fare dell’ambiente un
settore prioritario dell’interesse nazionale, in termini di tutela
e di sviluppo economico sostenibile".
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