Non sappiamo, ancora, se il "Codice dei contratti pubblici relativi
a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive
2004/17/CE e 2004/18/CE" emanato con Decreto Legislativo 12 aprile
2006, n. 163 pubblicato sul supplemento ordinario n. 107 alla
gazzetta Ufficiale n. 100 del 2 maggio 2006, entrerà in vigore l'1
luglio nella versione attuale o meno ma, comunque, lo scampato
pericolo di una sospensione di tutto il testo viene accolta con
sollievo dall'Associazione Nazionale costruttori edili (ANCE) ed il
direttore Carlo Ferroni, con un commento a caldo, precisa: «Mi
compiaccio che si sia riflettuto sull’idea di sospendere l'entrata
in vigore del codice appalti.
Carlo Ferroni continua, poi, sulla possibilità di un intervento del
Governo al fine di modificare con un decreto correttivo le norme
sulla trattativa privata, l'appalto integrato e l'aggiudicazione
per mezzo dell'offerta economicamente più vantaggiosa precisando
che, in linea di principio l'ANCE può essere d'accordo precisando
che: "Se c'è la necessità di ritoccare alcuni aspetti, ci auguriamo
di poterne discutere tutti insieme".
Ferroni fa capire, dunque che l'ANCE può essere d'accordo ad alcune
modifiche a condizione che il codice entri, comunque, in vigore e
non si riapra, nuovamente, la discussione su un provvedimento che,
di fatto, in gran parte non fa altro che recepire le due direttive
europee 2004/17/CE e 2004/18/CE ed a riordinare un complesso di
norme molto frammentario.
Per atro il codice ha recepito alcuni nuovi profili quali quello
dell’avvalimento introducendo, in qualche caso,aspetti originali e
migliorativi.
"Mi auguro che per il codice si parli di ritocchi, non di
cambiamenti radicali - ribadisce Ferroni -. Altrimenti si va
nell’incertezza, sia per le stazioni appaltanti sia per le imprese.
Spero quindi che il lavoro si limiti alla limatura di qualche
cuspide".
D'altra parte la prospettiva di modifiche profonde, o addirittura
di una sospensione del decreto legislativo aprirebbe un periodo di
confusione normativa che porterebbe ad un blocco delle opere
pubbliche.
L'OICE (Società di ingegneria) ed il CNAPPC (Consiglio nazionale
degli architetti pianificatori, paesaggisti e conservatori)
prendono, invece, le distanze principalmente dall’appalto integrato
che - precisano - farebbe scomparire le società di ingegneria e
farebbe scendere il livello qualitativo dell’architettura.
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